La giornata di Pasqua è stata caratterizzata anche da forti venti di Maestrale e Ponente che hanno spazzato con forza i mari meridionali italiani, in particolare la Sardegna, dove lungo le coste orientali si sono segnalate violente raffiche di caduta che hanno superato i 100 km/h. L’aria molto fredda, che è scivolata lungo il bordo occidentale della saccatura artica distesa verso la Mitteleuropa e le Alpi, è riuscita, in parte, a penetrare nel bacino centrale del mar Mediterraneo, sfondando attraverso la valle del Rodano, che rappresenta l’unico valico in cui le masse d’aria possono incanalarsi fra le Alpi occidentali e il Massiccio Centrale Francese. Difatti, attraversando la valle del Rodano, a causa del restringimento della sezione, il freddo flusso dai quadranti settentrionali si è notevolmente intensificato, uscendo a ventaglio con fortissime raffiche da Nord e N-NO lungo il golfo del Leone e l’area del delta del Rodano, con l’impetuoso “Mistral”. Come abbiamo già ribadito in un recente articolo di meteo/didattica sui venti del Mediterraneo il “Mistral” risponde a determinate caratteristiche.
Molto spesso, soprattutto durante la stagione invernale e primaverile, può accompagnare l’ingresso sul Mediterraneo centrale di un blocco di aria fredda, d’estrazione artico-marittima, che viene spinta dalle latitudini polari verso le isole Britanniche e la Francia da una temporanea erezione (distensione lungo i meridiani) dell’alta pressione delle Azzorre in direzione dell’Islanda e della Groenlandia (dove va a legarsi con l’anticiclone termico groenlandese che regna sopra il Plateau ghiacciato dell’isola). Di solito questa configurazione di “blocking” (che ferma l’umido flusso oceanico) da origini ad importanti avvezioni fredde, con la discesa di grandi blocchi di aria molto fredda, discendenti dalle latitudini artiche verso il mar di Norvegia e il Regno Unito o mar del Nord, che penetrano fino al Mediterraneo, sconfinando fin sulle coste nord-africane. Spesso si attiva ogni qual volta un promontorio anticiclonico, piuttosto robusto, dal vicino Atlantico tende ad estendersi verso la penisola Iberica, le coste atlantiche francesi e le isole Britanniche, mentre contemporaneamente una ciclogenesi va a svilupparsi sul bacino centrale del Mediterraneo e sui mari che circondano l’Italia.
La situazione sinottica tipica per una sua attivazione si ottiene quando sul golfo di Genova o sul Tirreno centro-settentrionale si forma un’area di bassa pressione che viene contrapposta ad ovest, tra penisola Iberica e il vicino atlantico, da un campo anticiclonico. Il “gradiente barico” (differenze di pressioni) che si viene a determinare lungo i margini delle due contrapposte figure bariche da origine al Mistral che è costretto ad incanalarsi lungo la Valle del Rodano per sfondare sul “mare Nostrum” con forti venti, da N-NO e NO, diretti verso la Sardegna, il mar Tirreno e i Canali attorno le isole maggiori. Più sarà intenso il “gradiente barico” che si verrà a creare sul Mediterraneo centro-occidentale più burrascosi risulteranno i venti di Mistral che si getteranno sui mari dell‘Italia meridionale originando le cosiddette “maestralate“, tanto temute dai pescatori sardi e tirrenici. Una situazione quasi analoga si è verificata il giorno di Pasqua quando l’afflusso di aria piuttosto fredda, di vecchie origini polari, dalla valle del Rodano, ha attivato forti venti burrascosi da NO che si sono rapidamente propagati al mar di Corsica e mar di Sardegna, con venti molto intensi che hanno superato i 70-80 km/h.
Costretti ad attraversare l’entroterra montuoso sardo i fortissimi venti di Ponente e Maestrale sono scivolati lungo le coste della Sardegna orientale, dal golfo di Orosei fino a Capo Carbonara, con violente raffiche di caduta che localmente hanno superato picchi di oltre i 90-100 km/h. Difatti, scendendo con turbolenti raffiche dai principali comprensori montuosi dell’entroterra sardo, i furiosi venti di Maestrale e Ponente hanno acquistato ulteriore velocità e forza, raggiungendo le aree costiere sottostanti con fortissime folate, fino a 100-110 km/h, funestando la giornata di Pasqua in molte località. La massima raffica è stata registrata nella stazione di Capo Carbonara, in gestione all’Aeronautica Militare, nell’estremo sud-est della Sardegna, dove è stata archiviata una raffica di picco di ben 73 nodi da 290°, ossia circa 135 km/h da Ovest. Considerando la particolare esposizione della stazione alle bufere di Ponente e Maestrale, che bordano le coste meridionali sarde senza incontrare ostacoli orografici che provocano grosse variazioni di velocità e direzione, il dato di 135 km/h rimane davvero notevole. Ma raffiche sopra i 100 km/h sono state registrate anche dalla stazione di Capo Bellavista. Qui però le violente folate hanno assunto spiccate caratteristiche discendenti (favoniche) scivolando a grandissima velocità dai rilievi dell’immediato retroterra, raggiungendo le aree costiere con turbolenti folate che generano i cosiddetti “vortici” e un consistente moto ondoso di deriva lungo il tratto di mare antistante la linea di costa.