Il Parco Nazionale di Yellowstone è famoso nel mondo per i suoi geyser e per le sorgenti termali. Queste caratteristiche termiche sono facili da osservare, evidenziate da un sistema magmatico attivo sotto il Parco. Questo sistema ha prodotto alcune delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia della Terra, così grandi che gli scienziati li chiamano supervulcani. Una di queste eruzioni ha prodotto una caldera di circa 50-70 chilometri di estensione. Se tutto questo dovesse preoccuparvi, c’è da dire che le tre più grandi eruzioni avvenute nell’area del parco di Yellowstone sono avvenute 2,1 milioni, 1,3 milioni e 640.000 anni fa, per cui potrebbero anche trascorrere centinaia o addirittura migliaia di anni prima di una nuova esplosione. Inoltre gli scienziati che monitorano l’attività attuale di Yellowstone, affermano che non sta accadendo nulla di insolito per infondere preoccupazione. I ricercatori sono convinti che una gigantesca eruzione sarebbe preceduta da segnali precursori importanti, tali da favorire eventuali evacuazioni di massa. Le eruzioni si identificano con una scala che ne descrive il grado di esplosività, l’altezza dei pennacchi e la durata. Questa scala varia da zero a otto, e naturalmente il supervulcano di Yellowstone è classificato come il più pericoloso al mondo. Solo qualche decina di eruzioni in tutta la storia della Terra sono note per avere avuto VEI pari a 8, e due di queste eruzioni si sono verificate proprio nel parco di Yellowstone: l’eruzione di Lava Creek (640.000 anni fa) e l’eruzione di Ridge Huckleberry (2,2 milioni di anni fa). L’osservatorio incaricato del monitoraggio segue le temperature dell’attività sismica, le deformazioni del suolo e il deflusso dell’area. L’eruzione vulcanica più recente in assoluto a Yellowstone è avvenuta circa 70.000 anni fa, producendo delle colate laviche dal Plateau Pitchstone. Le colate di lava di questa eruzione coprirono un’area delle dimensioni di Washington DC, e risultarono spesse sino a 100 metri. L’area, così come quella delle Hawaii, è definita in geologia “punto caldo”, in cui lo strato di roccia fusa sottostante la crosta terrestre tende a uscire in superficie, molto similmente all’attività dei vulcani veri e propri.
L’attività magmatica sotto Yellowstone causa un surriscaldamento della roccia nel sottosuolo, che risulta molto più caldo rispetto ad altri settori. L’acqua che cade come pioggia o neve al di sopra di queste rocce può infiltrarsi nel terreno e immettere le acque di falda. Questa incontra periodicamente acqua calda presente sotto la roccia, che viene riscaldata ben al di sopra del suo punto di ebollizione, anche se grazie all’enorme pressione causata dal peso della roccia sovrastante tende a rimanere liquida. L’acqua in questo modo può raggiungere o superare i 200°C, risultando meno densa rispetto a quella fredda sovrastante. Tale instabilità fa si che l’acqua bollente tenda a salire in superficie attraverso le fessure nella roccia sovrastante. Parte di essa troverà lo sbocco per eruttare in superficie in una vera e propria eruzione: sono i geyser. Periodicamente a Yellowstone si verificano degli sciami sismici che però non destano particolare preoccupazione. Non vi sono prove per gli scienziati che un’eruzione possa avvenire entro la fine del 2012, come alcuni film catastrofisti ci hanno fatto immaginare. I geologi affermano che in caso di un’eruzione, il territorio tenderebbe a gonfiarsi con molti mesi di anticipo, situazione che è ben lontana da quella attuale. Possiamo quindi dormire sonni tranquilli, almeno per il momento.