Le meteore, conosciute dal grande pubblico come ‘stelle cadenti’, solcano il cielo notturno attraverso scie luminose che meravigliano l’uomo da sempre. Si tratta di frammenti di roccia delle dimensioni di un granello di sabbia, che entrano nella nostra atmosfera a velocità molto elevate, e che sfiorano i 253.000 Km/h. La scia si rende visibile in quanto l’attrito con le molecole dell’aria li riscalda sino all’incandescenza. Bruciano generalmente ad una quota di 80 Km, nella nostra Ionosfera e quando assumono una luminosità molto elevata si definiscono “bolidi”, un termine utilizzato comunemente dagli appassionati ma non accettato dalla comunità scientifica, la quale non classifica questi oggetti a seconda della loro luminosità. Non tutte le meteore sono associate a veri e propri sciami, ed in questo caso si parla di meteore sporadiche, granelli di polvere casuale che orbitano nel sistema solare intorno al Sole, e che in modo imprevedibile possono finire sul cammino del nostro pianeta. Eppure, gran parte dei meteoroidi che raggiungono il suolo, e che quindi prendono la denominazione di meteoriti, appartengono proprio a questa categoria. Probabilmente questo accade in quanto questi frammenti appartenevano ad asteroidi ormai disgregati, mentre gli sciami rappresentano i resti di antiche comete che viaggiano lungo il nostro Sistema Solare. La polvere si estende lungo l’orbita della cometa e forma un percorso ellittico di detriti che attraversa l’orbita dei pianeti a cadenza annuale. Alcuni sciami meteorici durano solo poche ore, altri durano diversi giorni. La durata dipende da quanto ampio sia il percorso di polvere, e dalla larghezza più o meno ampia dello sciame. La luce del Sole e le particelle del vento solare, un flusso di ioni caldi che viene continuamente soffiato verso l’esterno dal Sole, può spingere la polvere lontano dall’orbita della cometa. Più piccola è la particella, più essa può essere spostata. Il risultato è che più è ampio il percorso da attraversare attraverso questi detriti, più tempo è necessario affinchè lo sciame termini. Dalla Terra, le ‘stelle cadenti’ sembrano provenire sempre da una stessa direzione del cielo, che prende il nome di radiante. Questo punto varia in relazione allo sciame, e prende il nome della costellazione dalla quale sembrano irradiare. Questo non significa che per osservarle si debba guardare solo in quel punto. Arretrando la sua scia, sembra che parta dal radiante, ma può rendersi visibile in ogni parte dei cielo. Ogni anno vengono scoperti centinaia di sciami meteorici, ma è difficile, almeno per il momento, che possano divenire più brillanti di quelli comunemente conosciuti. Le meteore producono percorsi di gas ionizzato nella nostra atmosfera, visibili in alcune circostanze addirittura per qualche minuto dopo il relativo passaggio. Questo gas riflette le onde radar e di conseguenza le meteore possono anche essere rilevate durante il giorno. Recentemente il Dr. Peter Brown e i suoi collaboratori presso l’Università dell’Ontario, hanno utilizzato radar terrestri per identificare 13 nuove piogge meteoriche. Uno sciame brillante può produrre sino a un centinaio di meteore per ora, il cosiddetto numero di ZHR. Di tanto in tanto lo ZHR supera le 1000 meteore all’ora, divenendo una vera e propria tempesta di meteoroidi. La tempesta meteorica delle Leonidi del 2002 è stata eccezionale, con oltre 3000 meteore all’ora per circa mezz’ora.
LE ORIGINI DELLE METEORE – Gli sciami di meteore sono il risultato della disgregazione di antiche comete. Si tratta di piccoli corpi composti principalmente da ghiaccio con un pò di sabbia o ghiaia. Il tipico nucleo di una cometa misura pochi chilometri di diametro. Questi corpi trascorrono la maggior parte del loro tempo in un’orbita ellittica del sistema solare esterno, dove il nucleo è freddo e in gran parte inattivo. Ad esempio, la cometa di Halley ha un periodo di rivoluzione di 76 anni e nel suo punto più lontano è oltre l’orbita di Nettuno. Qui la temperatura della superficie della cometa è molto fredda. Ma durante il passaggio vicino al Sole la sua superficie si scalda, parte del ghiaccio evapora e viene rilasciata la polvere che in parte la compone. Ogni cometa ha due code, una composto da polvere, l’altra di gas. Entrambe le code si estendono fuori dal nucleo e con verso in direzione opposta a quella del Sole. Questo perché le particelle molto calde provenienti dal Sole (vento solare) spingono le code verso l’esterno, a prescindere dalla direzione del movimento del nucleo. I flussi di polvere possono apparire uniformi, ma di solito sono costituiti da diversi flussi individuali, come i fili di una corda. Ogni filamento è stato prodotto da un passaggio diverso della cometa attraverso il sistema solare interno. Il flusso di particelle ellittiche si sposta anche molto leggermente di anno in anno grazie al campo gravitazionale di Giove. Intorno al 2099 l’orbita della cometa Tempel-Tuttle (fonte delle Leonidi) non intersecherà più l’orbita della Terra, per cui questo sciame non sarà più visibile. Le comete sono all’origine di buona parte delle piogge di meteoroidi, ma alcune provengono da asteroidi o comete molto vecchie. Attualmente si verificano palle di fuoco nel cielo dovute anche ai detriti spaziali artificiali. Queste possono essere riconosciute in quanto viaggiano molto più lentamente rispetto a quelle naturali.