Quando il devastante terremoto di magnitudo 9.0 ha colpito il Giappone nel Marzo 2011, i sistemi informativi del paese hanno inviato avvisi alle tv, alle radio, ai telefoni, verso la telefonia mobile e internet, permettendo alle persone distanti circa 300 Km di avere 30 secondi o poco più di preavviso. La popolazione più vicina all’epicentro, registrato in mare aperto, ha avuto circa 5-10 secondi. Potrebbero sembrare quasi ridicoli, ma in realtà 10-30 secondi possono salvare la vita, anticipando le onde sismiche in arrivo. In quel lasso temporale è possibile eseguire importanti compiti, nonché l’attivazione di sistemi automatizzati progettati per una situazione del genere. Le comunità giapponesi hanno beneficiato di questa tecnologia durante il terremoto grazie all’investimento di 600 milioni di dollari partiti dopo il terremoto di Kobe che uccise almeno 6400 persone. L’agenzia scientifica del governo degli Stati uniti, sta lavorando ad alcune collaborazioni con partner accademici e privati, per sviluppare un sistema di preallarme in California, che potrebbe consentire di avere dei secondi di anticipo all’arrivo del sisma. Il sistema, denominato Earthquake Early Warning (MER) si sta ampliando a varie città, tra cui Città del Messico, Istambul, Bucarest e Taiwan. I funzionari di Los Angeles riconoscono i vantaggi del servizio, e il sindaco Villaraigosa crede che l’allarme sismico rappresenti una componente fondamentale della preparazione alle emergenze. I paesi che hanno investito in tali sistemi, come il Giappone ed il Messico, hanno dimostrato che ne è valsa la pena, soprattutto in occasione di forti terremoti. La popolazione, dopo la comunicazione di allerta, segue le procedure di emergenza appropriate. Il tremore che avvertiamo in caso di terremoto è causato dalle onde sismiche in propagazione dalla faglia verso le aree circostanti, come le onde che si generano lanciando un sasso in acqua. Così, a seconda della distanza, l’onda sismica necessita di un pò di tempo per espandersi dall’epicentro. Questi allarmi non solo permettono alle persone di adottare delle procedure stabilite, ma consentono di attivare automaticamente procedure d’allarme nelle fabbriche, negli impianti industriali, nelle reti elettriche e nei sistemi di trasporto. La quantità di tempo di preavviso dipende chiaramente dalla distanza dall’epicentro del terremoto. Le comunità più vicine continueranno a non avere alcun preavviso, in quanto rientrano in quella zona conosciuta come “la zona cieca”. Quelle più lontane tuttavia, possono beneficiare di decine di secondi, e sino ad 1 minuto, anche se ad una tale distanza i danni del sisma si riducono drasticamente. Nonostante non rappresenti un sistema infallibile capace di rendere il terremoto innocuo, permetterebbe di limitare considerevolmente le vittime, perché 20-30 secondi potrebbero permettere a molta gente di mettersi in salvo. Un primo passo verso la prevenzione.
Nuovo sistema di preallerta in caso di terremoto
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