Gli scienziati che lavorano con le immagini della sonda Cassini della NASA, hanno scoperto strani oggetti che sfrecciano velocissimi attraverso il bizzarro anello F di Saturno, lasciando dietro di sé una coda luminosa. ”L’anello F di Saturno è molto particolare e molto più dinamico di quanto si pensasse”, ha osservato il britannico Carl Murray, della Queen Mary University di Londra, che lavora ai dati della missione Cassini. ”Questo anello – ha aggiunto – è uno zoo ‘affollato’ di oggetti bizzarri, che vanno da un diametro di un chilometro a circa 100 chilometri, come la luna Prometeo, protagonisti di spettacoli meravigliosi”. Gli scienziati sono a conoscenza del fatto che oggetti relativamente grandi come Prometeo, possono essere responsabili di canali, increspature, onde, vortici e mulinelli. Ma vista la loro difficoltà di osservazione è la prima volta che questi oggetti vengono individuati. Scoprire questi oggetti, che sembrano essere grandi ‘sassi’ ghiacciati, non è stato infatti semplice. ”L’anello F ha una circonferenza di 881.000 chilometri e le scie di questi oggetti sono anch’esse di difficile osservazione” ha rilevato Nick Attree, della Queen Mary University. ”Abbiamo setacciato 20.000 immagini raccolte in sette anni da Cassini – ha aggiunto – e abbiamo trovato circa 500 esempi di questi oggetti”. L’effetto osservato nelle immagini della sonda ricorda le palle di neve lanciate a tutta velocità. Alcuni vengono distrutti dalle collisioni o dalle forze mareali nella loro orbita attorno a Saturno, ma gli scienziati hanno dimostrato come quelli più piccoli sopravvivono. Questi piccoli oggetti sembrano collidere con l’anello F a velocità molto dolci, qualcosa come 2 metri al secondo. Le collisioni producono scintillanti particelle di ghiaccio che formano una ‘coda’ luminosa che si allunga da 40 a 180 chilometri e che i ricercatori chiamano ‘mini getti’. Per Linda Spilker, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della NASA, ”al di là della bellezza dell’anello F, lo studio ci aiuta a comprendere che cosa succede quando i sistemi solari evolvono a partire da dischi di polveri simili agli anelli di Saturno, ma ovviamente molto più grandi”. “Non possiamo fare altro che aspettare di vedere cos’altro ci mostreranno gli anelli di Saturno”, conclude la ricercatrice. I risultati saranno presentati domani al meeting dell’Unione europea di geoscienze a Vienna, Austria.