Per anni gli esperti hanno discusso lo stato dei ghiacciai che coprono quasi 20.000 chilometri quadrati del Karakorum, nell’Himalaya occidentale. A cavallo tra la Cina, il Pakistan e l’India, le vette del Karakorum includono il K2, la seconda montagna più alta della Terra dopo l’Everest. I suoi ghiacciai rappresentano quasi il tre per cento della superficie ghiacciata di tutto il mondo, esludendo le calotte di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide. In tutto il mondo i ghiacciai montani si stanno riducendo a causa di un surriscaldamento globale del pianeta, che sta apportando anche un innalzamento del livello marino. Eppure, la situazione per il Karakorum è abbastanza abbozzata, a causa delle molteplici difficoltà di studio. Gli scienziati affermano che è quasi impossibile studiare direttamente i ghiacciai di quest’area, a causa dell’altitudine troppo elevata in una zona di confine, e a causa dell’accesso ostacolato da valanghe di neve e detriti glaciali. Per cercare di ovviare a queste difficoltà, una squadra di ricercatori francesi ha confrontato le mappe satellitari in 3-D dal 2000 al 2008, affermando che i ghiacciai in questo lasso temporale non hanno perso massa, e che anzi, sono cresciuti di 0,11 millimetri per anno. ”La situazione quindi, è apparentemente diversa dal resto del mondo, che tradotto, significa che i ghiacciai per il momento sono stabili”, afferma Julie Gardelle dell’Università di Grenoble nel sud est della Francia. “Questo, tuttavia, non sminuisce in alcun modo il riscaldamento globale”, aggiunge Gardelle. Il documento, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, si basa sul controllo satellitare di 5.615 chilometri quadrati del Karakorum centrale, tra il fiume Yarkant sul lato cinese del confine e il fiume Indo sul lato pakistano.
L’area di studio si trova al di fuori del ghiacciaio Siachen, area di stallo militare tra Pakistan e India, che secondo il Policy Institute per lo sviluppo sostenibile a Islamabad, si è ridotta di 10 chilometri negli ultimi 35 anni. In un commento riportato da Nature Geoscience, Graham Cogley della Trent University in Ontario, Canada, ha detto che non sono chiare le motivazioni che hanno risparmiato sino ad ora il Karakorum dall’impatto del riscaldamento. “Sembra che, per un capriccio della circolazione atmosferica generale ancora irrisolta, venga “consegnata” più neve alla catena montuosa, e meno calore“, ha detto Cogley. La salute dei ghiacciai dell’Himalaya è strettamente sorvegliata, perché è motivo dell’approvvigionamento di acqua per più di un miliardo di persone in Asia meridionale e in Cina. Nel mese di Febbraio, uno studio pubblicato su Nature ha scoperto che la perdita di ghiacci dall’Himalaya è stata significativa, ma che è stata comunque sovrastimata. Si è calcolato che la perdita si attesta a quattro miliardi di tonnellate all’anno, rispetto alle stime precedenti che parlavano di 50 miliardi di tonnellate. Le stime precedenti erano infatti basate sulla perdita che avviene a bassa quota, e sui dati di drenaggio delle vaste pianure a sud dell’Himalaya. Gran parte di questo drenaggio è venuto infatti da acqua che era stata pompata da falde acquifere sotterranee della pianura, non da acqua di fusione dalle montagne.