Dopo la clausura dell’inverno, con l’arrivo della bella stagione e’ tempo di weekend all’aria aperta e scampagnate in giornata. A cominciare dall’intramontabile gita di Pasquetta, che meteo permettendo spingera’ fuori citta’ milioni di italiani. Un’occasione di svago e relax per allentare lo stress metropolitano, ma anche un momento in cui le difese si abbassano e l’insidia e’ dietro l’angolo. Dai cibi tipici delle festivita’ di stagione ai pollini e’ Sos allergie, con una lunga lista di fattori di rischio in cui non mancano gli animali e soprattutto i cavalli di fattorie e agriturismi, location particolarmente gettonata dalle famiglie con bambini. Segue la minaccia di sbalzi termici, ampiamente attesi quest’anno dopo l’assaggio d’estate delle scorse settimane, che possono spalancare le vie respiratorie ai virus. E poi c’e’ il primo sole, aggressivo sulla pelle indebolita da mesi di ‘cattivita” invernale; ci sono gli insetti che iniziano a popolare i parchi cittadini; i pericoli per chi esagera a tavola e per l’esercito in crescita dei cacciatori d’erbe, nostalgici di insalatine di campo e frittatine della nonna, che ogni anno al primo sole si armano di coltellino e bisaccia per ‘far la spesa’ nei campi. Spesso prendono per buone erbe tossiche e rischiando l’avvelenamento di gruppo. Il ‘manuale di sopravvivenza’ per una Pasqua serena all’aria aperta inizia con la voce allergie e la smentita a un falso mito: “Il cioccolato non da’ tutte le allergie che la gente pensa – spiega all’Adnkronos Salute l’allergologo milanese Alessandro Fiocchi, direttore di Melloni Pediatria – Anzi, il cacao non ne da’ proprio nessuna, mentre il cioccolato puo’ contenere latte (responsabile di allergie che interessano fino al 9% della popolazione europea), frutta secca o uova (1% di allergici rispettivamente). Piu’ rischiosa dell’uovo di cioccolato e’ quindi la colomba, proprio perche’ contiene questi ingredienti e soprattutto le mandorle”.
Usciti indenni dal pranzo di Pasqua, gli allergici devono stare accorti anche a Pasquetta. “Il pericolo principale – continua Fiocchi – e’ rappresentato dai pollini”, un problema per il 20-25%% circa dei giovanissimi, “e in questo periodo specialmente da alberi come betulla e nocciolo. Sono particolarmente diffusi sulle Prealpi e nei boschi fuori citta’ della Brianza”, avverte l’esperto milanese. “Con l’inizio di aprile hanno fatto la loro prima puntata anche le graminacee”, quindi per gli ‘ipersensibili’ il consiglio e’ di “non rotolarsi nell’erba. Si rischia l’orticaria” e il monito vale sia per gli amanti dei pic-nic sui prati, sia per chi dovesse abbandonarsi alla poesia di stendersi sul ‘tappeto verde’, da solo o in compagnia. E mentre la Coldiretti registra per la Pasqua alle porte un aumento del 3% delle presenza in agriturismo, l’allergologo mette in guardia da possibili eventi inattesi “a volte anche gravi, come crisi d’asma o reazioni anafilattiche”. Per i bimbi predisposti “gli animali piu’ a rischio sono i cavalli”, nonche’ i loro ‘cugini’ asini e muli. “Non serve toccarli o salirci in groppa – precisa Fiocchi – La ‘forfora’ che scatena le allergie al pelo di animale vola, e ci sono casi in cui la reazione allergica scoppia senza che si veda l’animale responsabile. Basta che sia nei dintorni”. Occhio inoltre ai conigli e “in generale a tutte le specie poco comuni per chi vive in citta’. L’estate scorsa, per esempio, abbiamo assistito in ambulatorio bimbi con reazioni allergiche alla nutria”, roditore in aumento in Italia e in particolare espansione soprattutto nella Pianura padana. E’ sempre in questo periodo dell’anno, poi, che sedicenti intenditori di alimenti e rimedi naturali si sguinzagliano a caccia di erbe e fiori che presumono commestibili o prelibati. Non sempre e’ cosi’. Solo il Centro antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano raccoglie ogni anno, da tutta Italia, un migliaio di richieste di consulenza telefonica per sospetta intossicazione da veleni ‘verdi’. In quasi la meta’ dei casi si tratta di bimbi piccoli che assaggiano tutto cio’ che capita sotto mano, ma gli episodi piu’ gravi riguardano gli adulti che confondono un vegetale con l’altro. E anche quando la scelta e’ quella giusta, “attenzione a lavare molto bene l’erba raccolta prima di mangiarla – dice Claudio Cricelli, presidente della Societa’ italiana di medicina generale (Simg) – Spesso non si considera che le insalatine di campo sono un ricettacolo di inquinanti, batteri e parassiti, o tracce di escrementi di animali al pascolo. Piu’ che gli avvelenamenti, e’ questo il pericolo principale”.
Archiviato il capitolo allergie, attenzione al raffreddore di primavera. “Siamo di fronte a una stagione di passaggio con condizioni meteorologiche molto mutevoli – evidenzia Cricelli – Gli acciacchi di stagione sono all’ordine del giorno, sia che si vada via per Pasqua sia che si trascorrano il weekend e il lunedi’ a casa”. Ovviamente il rischio e’ maggiore per chi sfida il meteo e va in trasferta: “Le vacanze di Pasqua, seppure brevi, ti catapultano d’un tratto fuori casa dopo la reclusione invernale”, riflette il medico. Le naturali difese dell’organismo possono essere colte di sorpresa e “ricordiamoci che gli sbalzi termici sono la causa dell’80% dei malanni di stagione”. E in gita “non sottovalutiamo il sole d’aprile – raccomanda il presidente Simg – Scotta meno che in estate, ma puo’ bruciare, specie alla prima esposizione, i bambini e i fototipi a pelle chiara”. La crema protettiva e’ d’obbligo, insieme a occhiali scuri e cappello. Se per Pasquetta avete in programma un pic-nic all’aperto, occhio anche alle minuscole insidie che possono nascondersi nel prato scelto per stendere la classica tovaglia a quadrettoni: “Nelle zone boscose o comunque dove circolano animali selvatici o da reddito, soprattutto del Nord-Est dell’Italia – spiega Roberto Romi del Reparto di Malattie trasmesse da vettori e sanita’ internazionale del Dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’Istituto superiore di sanita’ – in questo periodo sono gia’ presenti le zecche, potenziali vettori di trasmissione di arbovirus e di batteri. Non c’e’ da allarmarsi, comunque: il numero di zecche infette e’ molto basso, ma e’ buona regola procedere con un controllo della pelle soprattutto dei bambini al termine della gita”.
“Occorre ricordare che la zecca – evidenzia l’esperto – puo’ trasmettere malattie solo se rimane ‘attaccata’ per molte ore ed entra in contatto con il flusso sanguigno”. Ma e’ un parassita ‘abile’, “capace di superare la barriera della cintura dei pantaloni o dei calzini. Se se ne nota una sulla pelle, la regola e’ di staccarla utilizzando delle pinzette, operando un movimento rotatorio. No a soluzioni ‘casalinghe’ come la bruciatura con la sigaretta o l’utilizzo di olio. Nel caso non sapessimo come intervenire o avessimo dubbi, ci si puo’ recare al pronto soccorso, dove valuteranno anche la possibilita’ di prescriverci degli antibiotici, se la zecca era penetrata in profondita'”. Presenti come da tradizione in questo periodo anche “api, piu’ rare, vespe e calabroni. Questi ultimi – dice Romi – sono insetti selvatici e non d’allevamento come le prime, dunque piu’ numerosi. Ma si avvicinano all’uomo solo se stimolati da profumi o dalla presenza di avanzi di cibo. La regola per tenerli alla larga e’ dunque non lasciare alimenti all’aria aperta e raccogliere gli avanzi in un sacchetto richiudibile”. In caso di puntura, “chi ha gia’ avuto esperienze negative o e’ comunque un soggetto allergico, dovrebbe recarsi al pronto soccorso. Chi invece non ha mai avuto problemi, puo’ applicare una pomata al cortisone o assumere un antistaminico”. Quanto alle zanzare, prosegue l’entomologo, “stanno iniziando a riprodursi, ma con il gelo di febbraio sono un po’ in ‘ritardo’. E comunque in campagna non e’ presente la zanzara tigre, che punge di giorno, bensi’ altre specie”, solite ‘attaccare’ di notte. Per un pic-nic al riparo da inconvenienti ‘volanti’, in conclusione, “e’ consigliabile portare con se’ una pomata al cortisone e un repellente per insetti, da utilizzare seguendo attentamente le istruzioni soprattutto se si applica sulla pelle di un bambino: di questi prodotti non si deve abusare”.