Con la graduale risalita di latitudine dell’umido flusso perturbato atlantico i grossi sistemi frontali e le profonde aree depressionarie (cicloni extratropicali) provenienti dall’oceano, trasportate dall’intenso getto occidentale che scorre nella media e alta troposfera, tendono automaticamente ad impattare verso le isole Britanniche e la Francia, lambendo il nord della Spagna. Nella giornata di ieri una profondo ciclone extratropicale, ben alimentato nel suo bordo occidentale da un blocco di aria fredda in discesa dalle latitudini sub-polari, si è ulteriormente approfondito sul vicino Atlantico per spostarsi in direzione dell’Inghilterra meridionale e del Canale della Manica, con un intenso sistema frontale che ha interessato il Regno Unito, le coste della Spagna settentrionale e la Francia, portando nubi e annesse piogge e rovesci sparsi. L’area ciclonica, posizionandosi tra la Cornovaglia e la Manica, è scesa fino a 970 hpa, divenendo veramente profonda e determinando tutto intorno un intenso “gradiente barico orizzontale” (differenze di pressione) che ha interessato la Cornovaglia, la Normandia e tutto il litorale cantabrico e galiziano, nel nord della Spagna. Il fitto addensamento di isobare generato dalla profonda circolazione depressionaria ha causato un netto rinvigorimento dei venti, favorendo l’attivazione di burrascosi e forti correnti da S-SO e SO che dal vicino Atlantico, a largo delle coste portoghesi, si sono spinte verso la costa della Galizia per poi spazzare i paesi Baschi e il litorale cantabrico, con l’attivazione di raffiche di caduta veramente molto forti.
Anche a San Sebastian e nelle altre località è città della Spagna settentrionale le raffiche di caduta da S-SO e SO sono risultate veramente molto forti, con folate che hanno superato la soglia dei 90 km/h. Ma sui rilievi più interni e nelle principali vallate, tra la Galizia, le Asturie e le località dell’entroterra cantabrico, i forti venti da SO e O-SO hanno abbondantemente superato i 100-120 km/h in diverse stazioni, con picchi anche di 130-150 km/h. Localmente i venti violenti sono stati in qualche modo rafforzati o enfatizzati dall’orografia locale e dalla particolare conformazione del territorio che funge come una sorta di galleria del vento naturale. Nella stazione di Carbabella de Valdeorras si è misurata una massima raffica di ben 156 km/h, un vero e proprio uragano. Il dato di Carbabella de Valdeorras rappresenta una delle massime raffiche mai registrate sul territorio iberico dall’inizio del 2012. Una folata di ben 143 km/h è stata segnalata dalla stazione di Cedeira, nell’interno della Galizia, mentre nel paese di Taramundi, oltre 1000 metri di altezza sul confine occidentale della Cordigliera Cantabrica, si sono lambiti i 130 km/h. Un picco di 124 km/h si è misurato a Burela, 116 km/h a Cabrales e ben 101 km/h a Reinosa. Si tratta di velocità davvero notevoli anche se sono state segnate in paesi e località di montagna che spesso vengono battute da venti particolarmente violenti (specie quando in quota transitano intensi flussi sud-occidentali o meridionali) che tendono ad essere maggiormente amplificati dalla morfologia del territorio, soprattutto se in presenza di forti venti di caduta. I fortissimi venti da S-SO e SO, localmente poi ruotati da O-SO, si sono poi andati ad attenuare dalla serata successiva, con il graduale allontanamento della profonda circolazione depressionaria verso levante. I forti venti da sud-ovest hanno anche reso il tratto di oceano davanti le coste iberiche da molto agitato (forza 6) fino a localmente grosso (forza 7), con onde alte fino a 5-6 metri. I forti venti sud-occidentali tenderanno gradualmente ad attenuarsi nel corso della giornata odierna.