II lago Cachet nella Patagonia cilena meridionale è svanito in meno di 24 ore, lasciando dietro di sé solo alcune pozze di grandi dimensioni e blocchi di ghiaccio nel bacino del grande lago. Si tratta di un fenomeno ormai molto frequente grazie all’innalzamento delle temperature globali, in un trend che sembra destinato a crescere. Quando il ghiacciaio si scioglie, riversa circa 200 mila milioni di litri d’acqua nel fiume Baker, triplicando il suo volume e causando lo svuotamento di cinque chilometri quadrati del bacino. I residenti del vicino fiume Colonia, nella regione di Aysén, sono sotto costante minaccia di alluvioni improvvisi e catastrofici, provenienti dai monti circostanti. La fusione dei ghiacci avviene a circa 2000 chilometri a sud della Capitale Santiago. Il ghiacciaio si comporta normalmente come una diga, ma l’aumento termico ha indebolito le pareti. Già due volte in questo 2012, il 27 gennaio ed il 31 Marzo, l’acqua del lago è scivolata lungo un tunnel scavato tra le rocce. Secondo i dati satellitari, nel mese di Marzo il livello del lago è sceso di 31 metri. Tra il 1896 ed il 2010, si sono verificati 53 casi analoghi in Cile, con frequenza sempre maggiore negli ultimi anni. Il lago Tempanos, nel sud del Cile, si è comportato in maniera analoga nel 2007. In quel caso venne osservato il fenomeno del Glacial Lake Outburst Floods, dove il bacino del lago presentava banchi di ghiaccio con assenza di acqua.
Il fenomeno accade quando una diga naturale, composta da ghiacciai o da una morena terminale cede a causa dell’erosione, dell’accumulo di pressione dell’acqua, per una valanga di rocce o di neve pesante, a causa di un terremoto o se una porzione abbastanza grande di un ghiacciaio si stacca e si sposta massicciamente nelle acque di un lago glaciale alla base, permettendo la fuoriuscita. I cambiamenti climatici hanno portato nel corso della prima metà del XX secolo un enorme impatto all’ambiente montano glaciale. Molti ghiacciai si sono sciolti rapidamente e hanno originato un gran numero di laghi glaciali. A causa del tasso di scioglimento elevato, l’accumulo è in rapido aumento con conseguenti fuoriuscite di grandi volumi d’acqua e detriti che vanno a causare inondazioni a valle. Il fenomeno danneggia inoltre preziose foreste, fattorie e costose infrastrutture montane. Non è però un’esclusiva della Patagonia: accade in luoghi come l’Himalaya e in Islanda, a causa delle attività vulcaniche. Nell’Aprile 2010 un evento simile in Perù ha provocato un’onda gigante di 23 metri che ha violato gli argini del lago, causando uno tsunami di fango in un villaggio a nord di Carhuaz, distruggendo 20 abitazioni e lasciando circa 50 persone senza un riparo. Secondo un rapporto del 2009 della Banca Mondiale, negli ultimi 35 anni i ghiacciai del Perù si sono ridotti del 22%, portando ad una perdita del 12% della quantità di acqua dolce che raggiunge la costa. Dal Nepal al Cile, ogni anno nel mondo vengono segnalati sempre più fenomeni di questo tipo, con pericoli sempre più elevati per le popolazioni che risiedono nelle valli sottostanti.