Dopo quelle del clima modificato artificialmente, del nubifragio di Roma e dell’alluvione di Genova “organizzate” dall’uomo appositamente per uccidere nello scorso autunno, e dopo anche quella, clamorosa, sulle scie chimiche, di cui abbiamo parlato qualche settimana fa, torniamo oggi a occuparci delle bufale complottiste che sempre più spesso – purtroppo – fanno scalpore e portano molta gente a convincersi di teorie assurde e assolutamente infondate.
In molti, infatti, sono convinti del fatto che il terremoto che sta colpendo l’Emilia Romagna, con le forti scosse della notte di domenica 20 maggio e poi quelle di lunedì mattina, non sia un fatto naturale ma che – in qualche modo – venga provocato volutamente dall’uomo.
Altri, con convinzioni un pò meno maniacali ma comunque bislacche, sono sicuri che i Maya l’avevano previsto, in quanto domenica 20 maggio c’è stata un’eclissi e lunedì 29 proprio alle 09:00 un asteroide ha sfiorato la Terra. Altri ancora chiamano in causa Bendandi, giurando che a prevederlo era stato invece proprio lo studioso ferrarese. Di queste ultime teorie, senza dubbio infondate ma comunque suggestive e affascinanti, abbiamo parlato a lungo proprio qui su MeteoWeb e abbiamo già chiarito che, in realtà, è inattendibile scientificamente l’ipotesi che accredita i Maya di aver previsto questi terremoti, così com’è ancor più inverosimile che l’avesse fatto Bendandi il quale, come abbiamo scritto in quest’articolo, secondo alcuni carteggi comunque mai verificati ufficialmente, avrebbe previsto forti terremoti in Italia tra 5 e 6 aprile, quando non ce ne sono stati, ma non tra 20 e 29 maggio.
Comunque, finchè sono queste teorie (strampalate ma talmente tanto folli e innocue al punto di diventare quasi un piacere per romanzi e narrazioni) a far breccia nella gente, non c’è da preoccuparsi. Dopotutto la presunta profezia Maya sulla fine del mondo è stata ufficialmente smentita, ma neanche questo ci preoccupa: il mondo non finirà quest’anno, a prescindere dai calcoli dell’antica civiltà mesoamericana.
E’ invece molto più grave pensare che, in occasione di questi eventi drammatici, nel 2012 si possano ancora diffondere una quantità impressionante di notizie completamente prive di fondamento, che contribuiscono a creare disinformazione, paure e confusioni. E’ molto più grave perchè ci riporta ai tempi del medioevo, in cui i nostri lontanissimi avi credevano nella stregoneria, nell’astrologia o in simili pratiche assolutamente prive di ogni valore scientifico, e a cui ancora oggi siamo costretti a pagar dazio. Evidentemente sopravvalutiamo la cultura e la conoscenza delle nostre civiltà, se ci ritroviamo qui a dover spiegare che i terremoti sono dei fenomeni assolutamente naturali, come i nubifragi, le alluvioni e le nuvole che “passeggiano” nel cielo, e che fracking, Haarp o robe simili non c’entrano nulla con le calamità che, purtroppo, storicamente, da sempre funestano il nostro Paese.
Oggi Marco Letizia sul Corriere della Sera è ironico in modo pungente sia sul fracking (“Nella pianura padana ci sono centinaia di milioni di barili di petrolio e non ce ne siamo mai accorti? E il petrolio come verrebbe trasportato a destinazione in maniera che nessuno se ne accorga? Con un oleodotto segreto? Nelle forme di parmigiano rottamate?“) che sull’Haarp [“C’è chi attribuisce il sisma ad Haarp, l’impianto segretissimo (ma se è così segreto perché tutti lo conoscono?”) che gli Stati Uniti avrebbero in Alaska e che sarebbe in grado di influenzare la Terra attraverso onde elettromagnetiche, scatenando terremoti a comando. Prove scientifiche? Inesistenti. Ma soprattutto: perché colpire l’Emilia? Perché è una nota terra di comunisti?”].
Addirittura il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia s’è sentito in dovere di precisare alcune cose, specificando sul suo sito internet che nessuna attività dell’uomo (sondaggi, perforazioni, prelievi di idrocarburi, prelievi di acqua ecc) può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti. La profondità degli ipocentri dei terremoti registrati è generalmente superiore a 5-6 km, spesso oltre 10 km, e l’energia in gioco è tale da escludere qualunque possibile legame con attività umane. Nella nostra pianura – spiegano gli esperti – terremoti di intensità simile ci sono stati anche in passato (vedi il terremoto interminabile e distruttivo di Ferrara e del ferrarese del 1570), anche quando le perforazioni per idrocarburi non esistevano. Fra l’altro le zone dove c’è attualmente un enorme prelievo di gas e petrolio (Arabia Saudita, Mare del Nord al largo della Norvegia) sono praticamente asismiche.
Inoltre, spiegano sempre gli esperti dell’Università di Modena e Reggio, il fenomeno di “fracking” di cui si parla molto, è una tecnica utilizzata in USA, Canada e solo marginalmente in nord Europa per lo sfruttamento di gas (metano) in sedimenti argillosi superficiali. Si tratta di gas disperso in modeste quantità nel sedimento, che in passato non veniva preso in considerazione, ma che ora può rappresentare una risorsa anche se modesta. Per aumentare il prelievo, si utilizzano tecniche di microfratturazione idraulica del sedimento. In alcuni casi questa tecnica crea una MICRO-sismicità che può essere problematica proprio perchè riguarda sedimenti piuttosto superficiali. In Francia infatti hanno sospeso le prime ricerche. In Italia non esistono sedimenti che contengano metano sfruttabile in modo significativo (shale-gas) e quindi non ci sono al momento investimenti in questo tipo di ricerche. Inoltre nessuna di queste ricerche o sfruttamento può essere fatta “di nascosto” perchè richiedono impianti complessi e visibilissimi.
Inoltre ancora, non esistono nel sottosuolo della nostra pianura “caverne, serbatoi o voragini“. La sabbia che abbiamo visto fuoriuscire dalle fratture e dai pozzi viene dagli strati sabbiosi presenti nelle prime decine di metri di profondità del sottosuolo, trascinata dall’acqua per effetto della propagazione delle onde sismiche. Della liquefazione del suolo, dopotutto, abbiamo già parlato moltissimo nei giorni scorsi qui su MeteoWeb.
“Per finire – si legge sempre sul sito del Dipartimento di Scienze della Terra dell’UniMoRe – l’unico modo serio per far fronte a questi terribili eventi è fare in modo che le costruzioni e le infrastrutture siano costruite in modo idoneo e che ci sia una corretta conoscenza e classificazione sismica del territorio. Altrettanto importante è che la gente sia informata correttamente e non si diffondano notizie prive di fondamento che creano panico“: parole sante che rilanciamo nel modo più amplificato possibile. L’unica soluzione per tutti i fenomeni di rischio naturale a cui è naturalmente esposto il nostro territorio, è la prevenzione.