Il futuro dell’attività solare e le relative influenze sul clima terrestre

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Credit: SOHO

In una riunione tenutasi a Las Cruces, nel Nuovo Messico, gli esperti della Divisione di Fisica Solare dell’American Astronomical Society, ritengono che l’attività solare sia arrivata al culmine e che si prevede un notevole calo dai prossimi mesi che porterà a livelli simili a quelli del XVII secolo. Per anni gli scienziati hanno predetto il massimo solare per la metà del 2013, periodo verso il quale sono attesi intensi brillamenti e un numero di macchie solari in crescendo. Ma recentemente si è notato come il Sole stia vivendo una calma inusuale, che determina un ciclo 24 molto debole. I segnali, secondo gli esperti del National Solar Observatory and Air Force Research Laboratory, provengono da una corrente a getto mancante, da macchie evanescenti, e da un’attività molto bassa nei pressi dei poli. Come ben sappiamo l’attività della nostra stella tende ad avere un massimo ed un minimo nel corso del ciclo undecennale, che sancisce l’inversione del polo magnetico sul Sole, che avviene ogni 22 anni. Gli esperti stanno sondando se questo periodo di inattività potrebbe portare ad un nuovo minimo di Maunder, il periodo di 70 anni (1645-1715) durante il quale non fu osservata nessuna regione attiva sulla nostra stella, nel periodo della Piccola Era Glaciale.  “Se avessimo ragione, questo potrebbe essere l’ultimo massimo solare che si vedrà per qualche decennio. Che potrebbe influenzare tutto, dall’esplorazione dello spazio al clima della Terra,” dice Frank Hill. Brillamenti solari ed eruzioni possono infatti inviare particelle altamente cariche verso la Terra e interferire con le comunicazioni satellitari, i sistemi GPS e creare difficoltà ai velivoli. Negli ultimi tempi sono state osservate occasionalmente delle tempeste geomagnetiche associate a flare solari che hanno scagliato nello spazio espulsioni di massa coronale. Ma in presenza di un picco massimo del ciclo di Schwabe, tutto questo dovrebbe rappresentare un evento molto più ricorrente.

La struttura del Sole

Ma tutto questo come potrebbe influire sul clima della Terra? Secondo gli scienziati che hanno pubblicato articoli recenti sul tema, la presenza di una bassa attività solare potrebbe non risultare sufficiente per compensare l’impatto dei gas serra sul surriscaldamento globale. “I recenti cicli undecennali, sono stati associati empiricamente a cambiamenti della temperatura superficiale globale di 0.1°C”, dice Judith Lean, un fisico solare della US Naval Research Laboratory. Se il ciclo dovesse fermarsi o rallentare, la piccola fluttuazione della temperatura non sarebbe compensata. Il fenomeno è stato assistito durante la fase discendente del ciclo solare. Secondo gli scienziati, parte del riscaldamento dei gas serra è stato cancellato nel periodo 2000-2008 dalla calma della nostra stella, e che fornisce una risposta al grande dibattito scientifico sui motivi per i quali la Terra non abbia continuato il trend del forte riscaldamento avvenuto dalla rivoluzione industriale. Uno studio nel numero di marzo 2010 presentato sul Geophysical Research Letters, ha esplorato l’effetto che potrebbe avere un minimo solare prolungato, e non ha trovato più di uno sbalzo di 0,3°C globali entro il 2100, rispetto alle normali fluttuazioni solari. “Un nuovo minimo di Maunder non potrebbe compensare il riscaldamento globale causato dalle emissioni antropiche di gas serra”, scrivono gli autori Georg Feulner e Stefan Rahmstorf, rilevando che le previsioni fornite dall’IPCC attraverso i modelli stocastici, forniscono un intervallo compreso tra +3.7°C e +4.5°C di aumento entro la fine di questo secolo rispetto alla seconda metà del XX. “Inoltre – sempre secondo gli scienziati dello studio – una bassa attività solare sarebbe comunque temporanea, in quanto la storia ci dice che questi cicli molto deboli non durano mai oltre un secolo”.

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