La prima autopsia a un’eruzione vulcanica può aiutarci a prevedere il risveglio dei vulcani

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La prima autopsia di una eruzione vulcanica mostra che i cristalli bloccati nel magma potrebbero aiutare a prevedere le eruzioni. Il lavoro, pubblicato su Science, si deve a un gruppo di ricerca britannico e tedesco coordinato da Kate Saunders dell’universita’ di Bristol. Nel mondo sono circa 500 milioni le persone che vivono nelle vicinanze di un vulcano. Molti di questi vulcani, spiegano gli esperti, possono eruttare con pochi segnali o addirittura senza alcun avvertimento, causando vasta devastazione nelle zone circostanti, generando problemi al trasporto aereo, con effetti anche sul clima globale. Molti, ma non tutti i vulcani del mondo, proseguono gli esperti, sono monitorati: vengono tenuti sotto osservazione sismicita’ e deformazione del suolo. E’ più un problema invece monitorare i processi che si manifestano nel sottosuolo e che riguardano la camera magmatica, il serbatoio sepolto sotto il vulcano che contiene una miscela rovente di rocce liquide, bolle di gas e cristalli che si formano in modo concentrico, come gli anelli degli alberi. Ogni anello ha una composizione chimica un po’ diversa dalla altre che indica come si sono formati i cristalli. Come gli investigatori usano le scienze forensi per risolvere un crimine, i ricercatori hanno analizzato le impronte chimiche dei differenti anelli di cristalli prelevati da un campione di magma raccolto dalla tremenda eruzione del 1980 del Monte Sant’Elena, un vulcano sulla costa del Pacifico degli Stati Uniti. Le analisi chimiche dei cristalli hanno rivelato picchi nella crescita dei cristalli correlati con l’aumento della sismicita’ e le emissioni di gas nei mesi precedenti l’eruzione. ”Una tale correlazione fra la crescita dei cristalli e la sismicita’ vulcanica e’ stata a lungo ipotizzata – ha osservato Saundersma vedere chiare evidenze di questa relazione e’ straordinario”. Questo approccio secondo gli esperti, potrebbe essere applicato anche ad altri vulcani attivi per fare nuova luce sulla natura e la scala temporale dell’attivita’ che precede le eruzioni e potrebbe essere molto importante per valutare i segnali pre eruttivi e mettere a punto previsioni di future eruzioni.

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