Durante l’inverno del 2011-2012, l’estensione del ghiaccio marino nell’Oceano Artico è stato leggermente inferiore alla media 1979-2000, ma le condizioni del mare di Bering si sono rivelate in contrasto a questi dati. Le estensioni di ghiaccio del mare sono risultate infatti ben superiori alla media di riferimento, raggiungendo un picco record nel marzo 2012. I fattori che hanno contribuito all’estesa copertura del ghiaccio sono stati fondamentalmente due: le basse temperature e i persistenti venti settentrionali. Questi ultimi hanno spinto il ghiaccio dell’Oceano Artico a sud, verso lo Stretto di Bering. Dal momento che Bering è uno stretto poco ampio e profondo, il ghiaccio ha avuto troppo poco spazio affinchè potesse muoversi, quindi si è accumulato ed ha formato una sorta di arco. Questo ha bloccato il movimento verso sud, crollando poi lungo il suo margine meridionale e permettendo al ghiaccio di sfociare nel mare di Bering. Secondo il National Snow and Ice Data Center, forti venti settentrionali hanno poi continuato a spingere il ghiaccio verso sud. Aprile 2012 ha portato un cambiamento delle condizioni atmosferiche prevalse per tutta la stagione invernale. Dopo un lungo periodo di temperature dell’aria insolitamente fredde, con forti venti persistenti, i valori termici sono saliti a valori normali, mentre la velocità media del vento è scesa sensibilmente. Oltre ad una netta ritirata del ghiaccio marino, l’avvento della primavera ha portato altri segni inequivocabili dal 24 Aprile: il manto nevoso si è dissolto lungo la penisola di Alaska.
L’avanzare della Primavera permette il ritiro dei ghiacci lungo la penisola di Alaska
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