Lo scorso 17 Aprile vi avevamo parlato di qualche segnale di risveglio proveniente dal vulcano Santorini, tra i più temuti al mondo, informandovi però che non sussistevano le condizioni per creare inutili allarmismi. A distanza di oltre un mese giungono ulteriori conferme. Santorini è una pittoresca isola greca nel sud del Mare Egeo. E’ sede di una delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia, circa 3600 anni fa. Il record geologico nel corso degli ultimi milioni di anni rivela una lunga storia di eruzioni, delle quali la più recente risale al 1950. Ma pur essendo inattivo da oltre mezzo secolo, i satelliti negli ultimi tempi hanno rilevato dei lievi bradisismi. Questi ed altri risultati sono stati presentati al Forum internazionale sulla osservazione della Terra via satellite per la gestione del rischio sull’isola. Organizzato dall’ESA in collaborazione con il Group on Earth Observations (GEO), l’evento si sta concentrando sulla scienza e le applicazioni di osservazione della Terra via satellite a supporto della gestione dei rischi connessi con i rischi geofisici. Il movimento del magma sotterraneo sull’isola, da Gennaio 2011 ad oggi ha causato delle leggere deformazioni del suolo che sono state tempestivamente rilevate dal radar di Envisat, capace di rilevare anomalìe di pochi centimetri da 800 km di altezza.
Il satellite ha mostrato una maggiorazione di circa 5 centimetri nel 2011, in particolare nell’area nord-orientale, sulla piccola isola greca di Nea Kameni, disabitata e di origine vulcanica, situata nel Mar Egeo all’interno della caldera di Santorini. Altre zone del vulcano hanno mostrato invece variazioni di circa 3-4 cm. “Il monitoraggio per rilevare eventuali cambiamenti dello stato del vulcano presenta un ulteriore passo verso la comprensione dei processi fisici legati alle eruzioni vulcaniche che possono portare a disastri naturali“, ha detto il Prof. Issaak Parcharidis del Dipartimento di Geografia dell’Università Harokopio di Atene. Durante i primi mesi di quest’anno, Santorini ha visto un calo della velocità di deformazione, accompagnato da una riduzione dell’attività sismica. “Dopo la valutazione dell’attività sismica locale, delle deformazioni e delle variazioni fisico-chimiche, i ricercatori hanno concluso che durante gli ultimi mesi il vulcano ha presentato un’attività molto limitata, molto inferiore a quella del 2011“, ha detto il Prof. Kosmas Stylianidis, capo del comitato scientifico speciale per il monitoraggio del vulcano Santorini. “Il Comitato, nel suo rapporto mensile di aprile al governo, suggerisce alcuna misura restrittiva in materia di mobilità della popolazione.” Il contatto con Envisat è stato perso lo scorso 8 Aprile, ma i dieci anni di dati archiviati dalla missione continueranno ad essere utilizzati dagli scienziati per il monitoraggio dei vulcani e per molti altri studi.