Uno sciame continuo di piccoli terremoti sta interessando la nota Faglia di Sant’Andrea, il confine di scorrimento tra la placca del Pacifico e la Placca Nord Americana generatrice dei più forti eventi tellurici che si conoscano. Durante il fine settimana si sono verificate una serie di scosse nei pressi di Devore, Idyllwild e Indio, la cui magnitudo massima è stata indicata Sabato mattina a 3.8 Richter. Lo sciame attuale potrebbe essere considerato normale vista l’attività a cui è soggetta quest’area del mondo, ma un professore dell’UC Riverside, Gareth Funning, esperto della materia, ha spulciato i dati del mese di Aprile 2012 e li ha confrontati con lo stesso lasso temporale dello scorso anno, scorgendo ben 200 eventi tellurici in più. Senza voler intendere nulla di preoccupante, è un dato da tenere certamente in considerazione vista la pericolosità della faglia. L’ultima sua rottura è avvenuta circa 330 anni fa nei pressi di Fort Tejon, a nord di Los Angeles. I sismologi pensano che un evento simile si sarebbe già potuto verificare in passato, e che quindi sarebbe teoricamente in ritardo rispetto alle previsioni. Ed ecco tornare alla mente il famoso Big One ormai atteso in California, reso celebre soprattutto dallo studio del 2005 che pone alte probabilità che esso possa verificarsi nell’arco di un trentennio. In realtà la California non sta sprofondando nel mare, come molti sostengono, ma secondo il ricercatore, nel tempo potrebbe verificarsi proprio l’effetto contrario. In un modo o nell’altro San Francisco e Los Angeles vivono con una sorta di ansia questo scenario, che speriamo avvenga il più tardi possibile.
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Sciame sismico interessa la faglia di Sant’Andrea
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