Mancano ormai meno di 13 giorni al transito di Venere sul disco del Sole. Il fenomeno di cui abbiamo ampiamente parlato, si verifica ad intervalli regolari che si ripetono nel corso di un periodo di 243 anni. Il prossimo, naturalmente dopo quello del 5-6 Giugno 2012, si verificherà soltanto nel 2117. Ma quali reazioni ha suscitato questo evento nel passato? Giovanni Keplero predisse il transito per il 7 Dicembre 1631, ma purtroppo morì prima che l’evento si verificasse. Il passaggio successivo del 4 Dicembre 1639, fu osservato solo da due individui: Jeremiah Horrocks e William Crabtree, dall’Inghilterra. A quell’epoca era infatti un lusso avere strumentazioni adeguate per le osservazioni. Nel 1677 Edmond Halley, noto per la scoperta della famosa cometa, osserò un transito di Mercurio dall’isola di Sant’Elena, e si rese conto che tali eventi osservati da più luoghi nel mondo, potevano fornire una misura geometrica della scala del Sistema Solare. Per svolgere il suo lavoro, Halley organizzò diverse spedizioni per i successivi transiti del pianeta Venere, verificatisi il 6 Giugno 1761 e il 3 Giugno 1769. Il famoso esploratore britannico James Cook prese parte alla spedizione del 1769, partendo per Tahiti e osservando il transito da un luogo ora conosciuto come Punto di Venere. I risultati di queste spedizioni furono frammentari e non proprio soddisfacenti, ma fecero maturare una buona esperienza per le osservazioni future. I transiti del 9 dicembre 1874 e del 6 dicembre 1882 furono accolti con una flotta di spedizioni scientifiche dotate di strumenti astronomici. Il Congresso degli Stati Uniti finanziò e rifornì otto spedizioni separate per ogni evento e pose la direzione scientifica globale di queste squadre sotto il comando del US Naval Observatory (USNO). Ancora una volta i risultati furono inconcludenti, ma molti degli strumenti di queste spedizioni sono ancora oggi in possesso dell’Osservatorio. Soltanto più avanti nel tempo, attraverso l’uso delle fotografie astronomiche, si è riuggiunto l’obiettivo della missione. Il XXI secolo ha visto un transito l’8 Giugno del 2004, e il prossimo, sarà appunto il 5-6 Giugno 2012. Gli obiettivi naturalmente sono cambiati, ma l’evento rappresenterà ugualmente una grande occasione per fini scientifici. Il transito di Venere permetterà di affinare le tecniche di osservazione future per la scoperta di eventuali pianeti extrasolari. Nonostante l’uso di un telescopio permetterà una visione più soddisfacente del disco planetario, un puntino nero sarà visibile sul Sole anche senza l’ausilio di strumenti, purchè si osservi con le dovute attenzioni. Come per le raccomandazioni fornite per l’eclissi anulare, anche in questo caso sarà fondamentale un filtro solare da abbinare all’osservazione, e non soltanto per osservare l’evento, ma soprattutto per precauzione nei confronti della nostra vista. Ancora oggi l’US Naval Observatory proverà a osservare il fenomeno già osservato con succesoo nel 2004, utilizzando sempre quelle antiche strumentazioni.