“Siamo di fronte a una sequenza sismica lunga, è lo stesso meccanismo del 20 maggio“. E’ quanto afferma presidente dell’Ingv (Istituto nazionale geofisica e vulcanologia), Stefano Gresta, in conferenza stampa a Roma. “Nelle zone a bassa pericolosita’ non e’ detto che accadano solo piccoli terremoti, e’ la frequenza nel tempo che e’ minore. Anzi, negli ultimi 50 anni, il 40% dei terremoti distruttivi e’ avvenuto in aree a bassa pericolosita“. “Stiamo ragionando di un’area che per centinaia di anni non ha avuto sismi, dobbiamo andare a raccogliere le informazioni storiche – ha proseguito Gresta -. Andando a studiare il passato possiamo raccogliere informazioni su quello che potrebbe accadere“. Il presidente poi aggiunge: “Dobbiamo riprendere tutti i dati anche per individuare se la causa e’ una seconda faglia o il movimento della prima, riorganizzarli e finire di elaborarli. Di sicuro il personale dell’istituto e’ adeguato, ma la nostra prospettiva e’ di allargare gli orizzonti ed estendere geograficamente i nostri interessi, quindi potrebbe non essere sufficiente in futuro“. “Come abbiamo detto dal 20 maggio – conclude – c’e’ una sequenza che si ripetera’, con un numero decrescente di scosse nel tempo, ma con momenti di recrudescenza dell’attivita’. Non possiamo definire se a 9 giorni di distanza e’ stato troppo presto o tardi per due repliche di magnitudo superiore a 5. E non possiamo escludere che non ci siano repliche di magnitudo uguale o superiore nelle prossime settimane“.