Terremoto Emilia Romagna: 6 morti, decine di feriti e circa 3.000 sfollati. L’incubo non è finito, la terra continua a tremare

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    Sei morti, una cinquantina di feriti, almeno 3000 gli sfollati che si apprestano a passare la notte fuori casa, col maltempo in arrivo: questa la situazione in Emilia Romagna in seguito al terremoto che nel pomeriggio alle 15.18, ha registrato dal ferrarese al modenese una nuova forte scossa dell’intensita 5.1 scala Richter, dopo quella di intensita’ 6.0 registrata nella notte. Numerose, col passare delle ore, le scosse di assestamento, ingenti i danni: il Presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, chiedera’ l’emergenza nazionale. “Il primo problema che stiamo ponendoci e’ quello di fare assistenza alle popolazioni” ha spiegato Errani, al termine della riunione operativa con il capo nazionale della Protezione civile Franco Gabrielli in prefettura a Ferrara. La situazione piu’ critica, per quanto riguarda gli sfollati e’ nel modenese, tra Finale Emilia e Mirandola, dove e’ in corso anche l’allestimento di tendopoli.
    Si e’ deciso per una soluzione mista – spiega all’Agi Demetrio Egidi, reponsabile regionale di protezione civile – sia in strutture fisse, come palazzetti o alberghi dei quali e’ stata verificata l’agibilita’, e anche per l’allestimento di tende. Attualmente tra Finale e Mirandola stiamo assitendo 2500 persone, ma si pensa di arrivare anche oltre 3000, 3300, perche’ le scosse ripetute fanno aumentare le richieste di assistenza“. Gia’ oltre 1000 le richieste di verifiche di edifici da parte di cittadini corsi in strada in seguito al sisma, a cui bisognera’ dare quanto prima una risposta. In zona ci sono gia’ i sei moduli assistenziali della protezione civile dell’Emilia Romagna altrettanti stanno arrivando da Marche, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Ogni modulo risponde alle esigenze,anche alimentari, di 250 persone. Alcuni centinaia gli sfollati anche nel ferrarese (tra i 300 e i 400) ma verranno tutti assistiti all’interno di strutture fisse.

    Il sindaco di Finale Emilia, nel modenese, ha iniziato a piangere all’alba e fino a sera, con gli occhi gonfi e rossi, ha provato a trovare un alloggio a quattromila persone rimaste fuori casa. Il responsabile della Protezione civile di un piccolo comune in provincia di Ferrara ha dato ordini a forza di adrenalina e di rabbia perché “scavare, togliere le lamiere e trovare dei morti è diverso che decidere a tavolino cosa fare“. I parroci guardano disperati le chiese ridotte in mucchi di pietre. E chi non ha posto nelle tendopoli allestite sotto la pioggia, si attrezza con gazebo e con le auto. Ognuno lo guarda a modo suo questo terremoto che alle 4.04 ha fermato l’Emilia-Romagna, inaspettato, avvenuto in un’area considerata a media-bassa pericolosità sismica. Il bilancio è drammatico, anche se vista l’intensità (sei grandi di magnitudo) sarebbe potuta andare anche peggio: sei morti, centinaia di feriti, tremila gli sfollati. Se fosse avvenuto durante la settimana il numero delle vittime sarebbe di gran lunga maggiore, viste le decine di piccole imprese che da domani lasceranno a casa i propri operai non avendo letteralmente più i muri, gli attrezzi e gli strumenti. La campagna di Bologna, Modena, Ferrara è la più colpita. Coldiretti calcola danni ingenti agli allevamenti e alla produzione di Parmigiano e di Grana Padano. Al momento incalcolabili sono i danni al patrimonio artistico.

    Cinque persone sono morte sotto le macerie e una sesta, nel bolognese, è morta per malore causato dall’ansia delle scosse notturne. La prima vittima, un marocchino di 29 anni, è rimasta schiacciata dal tetto dell’azienda Uru di Ponte Rondoni di Bondeno, nel ferrarese. Un altro operaio ha perso la vita mentre lavorava in turno alla Tecopress, fonderia a ciclo continuo di Dosso, frazione di Sant’Agostino, dato in un primo momento per disperso nel crollo del tetto della fabbrica. Altre due vittime a Sant’Agostino nel reparto monocottura della Sant’Agostino Ceramiche. Un’anziana signora, sempre nel ferrarese, sarebbe morta schiacciata nella sua abitazione secondo le ricostruzioni dei carabinieri. Una donna tedesca stava invece dormendo a Sant’Alberto di San Pietro in Casale, nel bolognese, ed è morta per un malore causato dall’agitazione e dalla paura.

    Domani le scuole saranno chiuse per le verifiche dei tecnici. I danni alle chiese e alle strutture pubbliche sono al momento incalcolabili. A Finale Emilia è crollato mezzo castello e il duomo non esiste quasi più. Gli orologi dei campanili si sono fermati alle 4.04 ma l’incubo non è ancora finito, la terra continua a tremare…

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