”I danni del terremoto sono davvero ingenti, ogni quantificazione in euro e’ prematura, si parla comunque di decine di milioni di euro. Da ieri alle 6.30 e’ stata messa in moto un’unita’ di crisi del ministero con 10 tecnici per avere un rapporto costante con la Protezione Civile e gli Enti locali. Oggi alle 15 ci sara’ una riunione per stilare una lista completa dei beni colpiti”. Lo ha dichiarato oggi a Milano il ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi. Ai giornalisti che gli chiedevano se fosse andato sui luoghi del terremoto ha risposto: ”Non potro’ andare per impegni internazionali ma domani ci andra’ il sottosegretario”.
Il totale dei danni stimati dalla Coldiretti per il terremoto in Emilia Romagna e’ di 200 milioni di euro tra crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre) danni ai macchinari, animali imprigionati sotto le macerie e le oltre 400 mila forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, cadute a terra per il crollo delle “scalere“, le grandi scaffalature di stagionatura che sono collassate sotto le scosse. Proprio per il Parmigiano ingenti danni si registrano nei magazzini delle aziende Albalat di Albareto e La Cappelletta di S. Posidonio, entrambe in provincia di Modena, e dell’azienda Caretti a San Giovanni in Persiceto (Bologna) ma danni evidenti anche per le forme di Grana impilate nei magazzini del mantovano. Ad essere colpite sono soprattutto le forme fresche (sei mesi di stagionatura) ormai irrimediabilmente danneggiate ma il danno, sottolinea la Coldiretti, e’ aggravato anche dalla difficile individuazione di nuove strutture per la stagionatura delle forme rimaste integre. Negli allevamenti da latte – sottolinea la Coldiretti – le mucche che si sono salvate sono ancora sotto shock e agitate dalle continue scosse che rischiano di avere un effetto sulla produzione di latte. Pesanti danni alle strutture degli allevamenti di maiali e mucche come a Mirandola nell’azienda Pradella e in altre due aziende di San Felice sul Panaro (MO) dove e’ crollato il tetto dove erano custoditi i maiali, con diversi animali rimasti intrappolati sotto le macerie, mentre nella zona tra San Felice e Medolla e’ crollato il tetto di un allevamento di mucche. Nel Ferrarese invece, a Sant’Agostino, informa la Coldiretti, e’ crollato l’impianto fotovoltaico installato sul tetto di un capannone adibito a ricovero dei macchinari e attrezzi agricoli nell’azienda di Mirco Tartari, componente di giunta della Coldiretti di Ferrara. Peraltro Sant’Agostino e’ posto sul vecchio alveo del fiume Reno su terreno sabbioso e per effetto del sisma sembra essersi addirittura alzata la falda acquifera che sta spingendo l’acqua fuori dai pozzetti. A Medolla nel modenese sono scoppiati i vetri delle serre di Garden Vivai Morselli e rovinate le piante ma altri danni si sono verificati anche a Finale Emilia dove nell’ azienda agricola del Presidente di zona della Coldiretti Tazio Gallini si e’ aperto il tetto dell’abitazione mentre nel fienile si e’ completamente spostata la colonna di sostegno. Crepe nei fienili, tegole cadute dai tetti delle cascine, cornicioni che si sono staccati, vecchi fabbricati crollati sono segnalati in tutta l’area interessata dal sisma. La Coldiretti ha gia’ avviato una azione di verifica capillare sul territorio ma molte aziende isolate non si riescono a raggiungere telefonicamente e pertanto il bilancio dei danni potrebbe essere molto piu’ grave.
Anche Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, intervenuto stamane nel corso della trasmissione ‘Radio Anch’io’ dedicata al terremoto che la scorsa notte ha colpito l’Emilia facendo tremare anche il Veneto, ha ribadito la piena solidarietà alle popolazioni colpite, un sentimento di vicinanza che aveva già potuto esprimere ieri al collega presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani. Parlando della situazione nel Veneto, Zaia ha assicurato che “le strutture regionali sono al lavoro per quantificare i danni verificatisi nei nostri territori. La zona più colpita – ha sottolineato – è quella della provincia di Rovigo, dove ad essere danneggiati sono in particolare gli edifici di culto. Stiamo pensando di portare a breve un provvedimento ricognitivo e chiedere lo stato di emergenza“. “Stiamo, inoltre, valutando la predisposizione di eventuali stanziamenti – ha precisato il presidente veneto – ma è ancora troppo presto per quantificare l’entità dei danni prodotti dal sisma. L’esperienza maturata con la gestione dell’alluvione dell’autunno 2010 ci consiglia cautela nel determinare cifre a caldo che poi possono rivelarsi sbagliate“. Zaia ha confermato di aver avvertito la scossa: “Mi è tornato in mente il terremoto del Friuli del 1976 – ha detto –, momenti di paura e un dramma che non si possono dimenticare. La nostra è una regione ad alto rischio sismico, ma in questi 36 anni si è costruito in maniera rispettosa“. “Siamo dotati di un grande movimento di Protezione Civile – ha concluso il governatore -, a disposizione dei cittadini nelle situazioni più difficili, come è accaduto in occasione dell’alluvione. Ringrazio tutti i volontari che, come sempre, svolgono un lavoro straordinario“.