Cinquanta satelliti, ognuno della dimensione di un cartone di latte, saranno inviati nello spazio dall’Università di Oslo, al fine di guardare all’interno delle aurore boreali e per cercare di fornire previsioni sulle tempeste solari. Ogni satellite sarà fornito di strumenti grandi quanto aghi che raggiungeranno la quota di trecento chilometri. Il vento solare oltre a gratificarci con le bellissime colorazioni nel cielo che sono conosciute come aurore polari, può divenire pericoloso per i velivoli, per i satelliti in orbita intorno al nostro pianeta, per i segnali Gps e per gli astronauti nello spazio. L’obiettivo principale di questa missione è cercare di capire cosa accade a livello microscopico nelle nubi di plasma coinvolte in questo fenomeno. Grazie a questo progetto si spera di effettuare previsioni spaziali come per la meteorologia: i satelliti passeranno in ogni punto geografico a intervalli di pochi minuti, sia sulle regioni polari che sull’equatore, e potranno esplorare tutti gli strati della ionosfera. “Venti di questi satelliti saranno concentrati fra 160 e 320 chilometri e saranno dotati di strumenti sofisticati“, ha spiegato Tore Andrè Bekkeng, che fa parte del progetto Star dell’Università di Oslo. Bekkeng ha sviluppato l’elettronica, prodotto un algoritmo di calcolo super-veloce e fatto in modo che ogni dispositivo fosse il più compatto ma anche il più potente possibile. I dati saranno raccolti nell’arco di 3-8 settimane, dopodichè tutti i satelliti precipiteranno verso la Terra bruciando nell’atmosfera.