Non bastava la zanzara tigre a tormentare l’estate degli italiani. Ora arriva anche una ‘cugina’ del temibile insetto bianconero: e’ la zanzara coreana (Aedes Koreicus), che si e’ gia’ fatta viva in alcune zone del Belpaese ed e’ entrata di diritto nella lista dei ‘nemici alati’ da monitorare. Le autorita’ sanitarie sono allertate su una sua possibile invasione. Il tam tam, dopo i primi avvistamenti, e’ partito dal Nord Italia: “Nel 2011 – spiega oggi l’entomologa Sara Savoldelli dell’universita’ degli Studi di Milano, durante un incontro promosso nel capoluogo lombardo dall’Anid (Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione) – nel corso di una campagna di monitoraggio della zanzara tigre, e’ stata segnalata la presenza della zanzara coreana nella provincia di Belluno“. Entrambe, la zanzara tigre e la coreana, hanno ‘gli occhi a mandorla’: arrivano dal lontano Sudest asiatico e sono molto simili, spiega l’esperta dell’Istituto di entomologia agraria della Statale. A differenza della zanzara nostrana che si fa sentire al crepuscolo, con il buio, le cugine asiatiche amano colpire alla luce del sole. “La zanzara coreana e’ meno aggressiva, ma si adatta meglio ai climi freddi del Nord Europa, il che fa pensare che non sara’ difficile per lei colonizzarci. Questa la preoccupazione degli esperti, confermata dal fatto che il Belgio ne segnala gia’ la presenza“, riflette Savoldelli. “Come la zanzara tigre, anche l’Aedes Koreicus sfrutta piccole raccolte d’acqua stagnante per deporre le uova. Come tutte le zanzare e’ vettore di malattie. Questa specie – avverte l’esperta – puo’ trasmettere il virus dell’encefalite giapponese e la filariosi del cane“. Quest’anno, dunque, si porra’ l’accento sulla segnalazione arrivata alla fine della scorsa stagione estiva da Belluno, assicura. “I focolai di Chikungunya virus in Emilia Romagna nel 2007, i focolai di Dengue in Croazia e nel sud della Francia nel 2010 ci ricordano quanto sia reale il rischio legato alla trasmissione di malattie da parte delle zanzare“. Fa parte delle ombre della globalizzazione. “L’interconnessione del mondo di fatto aumenta la possibilita’ di movimento dei ‘vettori’ creando nuovi scenari che in passato erano propri di aree tropicali e subtropicali – spiega Savoldelli – Fra le zanzare, la minaccia numero uno per la salute pubblica in Europa resta la zanzara tigre, considerata la specie piu’ invasiva del pianeta. Ha conquistato il mondo, e l’Italia nel 1990, sfruttando il commercio di pneumatici usati ed e’ ormai ben adattata al nostro clima“.
“Un gruppo di lavoro europeo che comprende diversi enti di ricerca – prosegue Savoldelli – sta portando avanti una campagna di sorveglianza per il rilevamento precoce delle specie di zanzare invasive che negli ultimi anni stanno cambiando il panorama del rischio sanitario da zanzare in Europa“. Per la zanzara tigre in Italia e’ attiva, come e’ noto, una campagna di sorveglianza per individuare eventuali situazioni di rischio sanitario che richiedano interventi tempestivi. I Comuni e le Asl sono corsi ai ripari. Da tempo nelle citta’ vengono emanate ordinanze sanitarie per il contrasto efficace e la riduzione della carica infestante dell’insetto. Provvedimenti che prevedono anche sanzioni per chi non li rispetta, da ospedali ed enti pubblici fino a privati cittadini e condomini. A Milano si parla di 160 euro, in altri Comuni si sale fino a 600 euro e piu’. “Il problema – sottolinea Dino Gramellini, vicepresidente della Commissione formazione di Anid – pero’ e’ spesso nei controlli: se ne fanno pochi e di conseguenza anche le sanzioni si applicano poco“. La zanzara tigre predilige gli spazi aperti e ombreggiati. Parchi, giardini e orti sono l’ideale. Le ore piu’ fresche della giornata, mattino presto e tardo pomeriggio, la rendono iperattiva. Alla vittima restano in ricordo gonfiori e irritazioni pruriginose, spesso dolorose. Per vincere la battaglia contro l’insetto striato “serve una forte sinergia fra pubblico e privato – osserva Luigi Sansevero che coordina le attivita’ della Struttura semplice di vigilanza, controllo e disinfestazione dell’Asl di Milano – Il cittadino deve collaborare eliminando i focolai o e’ tutto inutile. Per dare un’idea, a Milano gli edifici pubblico occupano solo il 30% del suolo della citta’, il restante 70% rientra sotto la responsabilita’ dei privati. Le disinfestazioni sono gia’ cominciate“. Il primo obiettivo e’ colpire le cosiddette zanzare ‘svernanti’. Manutenzione del verde e lotta ai ristagni d’acqua sono le linee da seguire per tutti, aggiungono gli addetti ai lavori. “Abbiamo fatto una prova sul campo e in una scatoletta di tonno sciacquata in due giorni si e’ concentrata una quantita’ abnorme di larve“, avverte Sansevero.
Il monitoraggio dei ristagni d’acqua non deve trascurare neanche i giochi dei bimbi abbandonati in giardino, le palette, i teli di copertura, qualunque oggetto in cui l’acqua si puo’ inavvertitamente accumulare. Non bastano tombini e sottovasi. “Ci sono alcuni Comuni che addirittura forniscono ai cittadini compresse antilarvali, utili per mantenere ‘libere’ da infestazioni le grondaie“, sottolinea Gramellini. A Milano, aggiunge Sansevero, l’Asl “ha mappato tutto il territorio e scoperto circa 140 siti che vengono usati come una specie di discariche abusive, nel senso che sono terreni abbandonati, cantieri chiusi o fabbriche dismesse dove tendono ad accumularsi rifiuti. Li’ facciamo monitoraggio costante. Una misura in piu’ che si aggiunge a quelle previste per legge“. I metodi di ‘disinfestazione creativa’ finiti sotto i riflettori in questi anni “in alcuni casi aiutano”, spiega l’esperto, “ma non sostituiscono i tradizionali“. Un esempio? “I pipistrelli. A quanto pare sono golosi di zanzare, ma sono animali notturni e le zanzare tigre volano di giorno“, precisa Gramellini. Il filo di rame contro le larve? “Discutibile – continua l’esperto – Ci sono dubbi sulla reale efficacia, tanto che un’azienda aveva tentato il business ed e’ sparita dalla circolazione nel giro di poco“. Efficace e semplice il rimedio fai da te di mettere della sabbia nei sottovasi, che ha un effetto drenante. Hanno mostrato una funzione repellente i gerani, il basilico, il rosmarino, ma non tale da rendere queste piante il ‘salvapelle’ per eccellenza. “A Milano – racconta Gramellini – tempo fa abbiamo fatto una sperimentazione con l’aglio, in un parco. Ci sono aziende che vendono un estratto quasi puro (anche 90%). Abbiamo notato un sollievo nell’immediato, effetto che si e’ pero’ vanificato dopo poco tempo. Per non parlare di una controindicazione: l’odore terribile che e’ rimasto addosso ai nostri addetti. Insoddisfacente anche il tentativo con un estratto di rosmarino testato in un parco divertimenti dell’Emilia Romagna“. Le lampade che si usano all’aperto e ‘fulminano’ letteralmente la zanzara, “non sono consigliabili in luoghi dove si mangia, e hanno l’effetto collaterale di attirare ancora di piu’ gli insetti, di tutti i tipi“, conlcude Gramellini.