Violenti superflare extrasolari osservati su stelle simili al Sole

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Una tempesta solare

Stelle come il Sole sono capaci di violente espulsioni dalla propria atmosfera chiamati Superflare. Si tratta di esplosioni fino a 10.000 volte più potenti dei brillamenti solari a cui generalmente assistiamo. Secondo gli scienziati, sembra improbabile che ciò possa verificarsi in breve tempo, dal momento che l’attività del Sole, seppur nella fase di massima del suo ciclo undecennale, rientra in un contesto molto debole. I superflare sono stati individuati dagli astronomi su altre stelle, attirando la curiosità su come queste esplosioni relativamente comuni possano comportarsi su stelle con massa e temperatura simili al nostro Sole. I flare, quelli di routine, possono danneggiare i satelliti, mettere in pericolo gli astronauti, provocare intensi blackout alle reti elettriche, ma un superflare sarebbe catastrofico per la vita sulla Terra. Fortunatamente anche in altre regioni dello spazio questi eventi così violenti sono stati visti raramente in stelle simili al Sole. Questa rarità ha però impedito un’analisi dettagliata di ciò che potrebbe realmente comportare e cosa tenderebbe a farli scatenare. Grazie al telescopio spaziale Keplero della NASA, che cerca pianeti extrasolari nell’universo, i ricercatori hanno una possibilità di analizzare molte stelle simili alla nostra. Sino ad ora sono state monitorate ben 83.000 stelle simili al Sole, notando 148 superflare extrasolari, ciascuno della durata di 12 ore. I dati hanno suggerito che le stelle che ruotano lentamente, proprio come il Sole, hanno una probabilità molto inferiore che il fenomeno avvenga rispetto a quelle con rapida rotazione.

Credit: Hiroyuki Maehara (Kwasan and Hida Observatories, Graduate School of Science, Kyoto University)

Le regioni attive sono presenti anche su altre stelle, in modo anche più evidente, e ciò suggerisce che queste siano causate dall’attività magnetica delle stelle, così come i brillamenti sono collegati con le macchie solari e l’attività magnetica del Sole. Gli scienziati avevano pensato che i superflare di stelle simili al Sole fossero causati da interazioni magnetiche tra le stelle e i cosiddetti pianeti gioviani caldi – pianeti giganti gassosi che orbitano estremamente vicino alle loro stelle, a un decimo o meno della distanza di Mercurio dal nostro sole. Tuttavia questa correlazione avviene molto raramente. In media, le stelle simili al Sole sembrano rilasciare esplosioni violentissime pari ad almeno 100 volte qualsiasi bagliore solare, ogni 800 anni; ogni 5000 anni invece, si verificano esplosioni 1000 volte più potenti. Questo non deve indurre a pensare che sia un aspetto periodico e regolare, dal momento che potrebbero avvenire 100 superflare in 10 anni a cui seguirebbe una calma di 790 anni. “Questo non varierebbe la media”, ha detto l’autore dello studio  Hiroyuki Maehara, un astronomo presso l’università di Kyoto in Giappone. In realtà i ricercatori hanno notato che sul Sole questo fenomeno sembra non essere mai avvenuto nella sua storia, anche se sono necessari ulteriori studi in merito. Per sapere se questo è un fenomeno alla portata del Sole, abbiamo bisogno di dettagliate osservazioni, come ad esempio la spettroscopia ad alta risoluzione. “La maggior parte delle stelle hanno macchie solari molto più vaste del Sole”, ha affermato inoltre lo scienziato, e questo fa comprendere come per ragioni ancora poco conosciute, il Sole sembri molto più ‘protettivo’ nei nostri confronti. I risultati dettagliati dello studio sono stati pubblicati on-line nel numero del 16 Maggio della rivista Nature.

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