Tra questa notte e domattina, una flotta di veicoli spaziali e telescopi terrestri saranno alla ricerca di qualcosa di inafferrabile e fino a poco tempo fa inatteso: “l’arco di Venere, denominato anche goccia nera”. Per un breve istante il pianeta può trasformarsi in un anello di fuoco. I ricercatori dicono che la causa del fenomeno è da imputare alla rifrazione della luce del Sole che passa attraverso gli strati d’aria sopra l’atmosfera esterna del pianeta, creando appunto un arco di luce visibile anche nei telescopi amatoriali. “Sono rimasto sbalordito quando ho visto l’arco la prima volta durante il transito del 2004,” ricorda il professore d’astronomia Jay Pasachoff del Williams College. “Un cerchio luminoso è apparso intorno al bordo di Venere poco dopo essere transitato sul bordo del disco solare“. Attraverso questo fenomeno i ricercatori possono apprendere molto. La Terra e Venere sono a distanze differenti dal Sole ma non troppo in termini astronomici, sono composti dello stesso materiale di base e sono quasi gemelli in termini di dimensioni. Eppure le atmosfere sono essenzialmente differenti. L’atmosfera di Venere è quasi 100 volte più densa di quella terrestre e consiste principalmente di biossido di carbonio, un gas serra che innnalza i valori termici in superficie a circa 460-480°C. Nubi di acido solforico compongono l’atmosfera del pianeta, avvolto da una perenne coltre di nubi e dove si verificano continuamente rombi di tuono con visibilità molto ridotta. Un essere umano in queste condizioni sarebbe schiacciato dalla elevatissima pressione atmosferica, soffocato dai composti dell’atmosfera, bruciato dalle alte temperature. Insomma, si tratta di ciò che noi immaginiamo come l’inferno. Alcune teorie ipotizzano che il pianeta un tempo fosse composto principalmente di oceani, e che l’eventuale evaporazione abbia portato l’atmosfera attuale ad essere così densa.
Uno tra i più grandi misteri di Venere è la super rotazione. L’intera atmosfera ruota intorno al globo in soli 4 giorni terrestri, molto più velocemente del periodo di rotazione del pianeta che equivale a 243 giorni terrestri. Le dinamiche di questa rotazione sono ancora un enigma nonostante la mole di dati trasmessa dalle sonde spaziali. La luminosità dell’arco di Venere rivela la struttura della temperatura e della densità media dell’atmosfera venusiana, dove si rifrange la luce del Sole. Secondo alcuni modelli la mesosfera è la chiave per la fisica della super rotazione. Analizzando la curva di luce dell’arco, i ricercatori possono capire la temperatura e la densità di questo strato da un polo all’altro del globo. Nel 2004 il fenomeno colse di sorpresa gli astronomi che lo osservarono per la prima volta, di conseguenza le loro osservazioni non furono ottimizzate per catturare ed analizzare la rapida evoluzione dell’anello di luce del pianeta. Questa volta però, le cose sono cambiate. E’ in atto un vero e proprio sforzo mondiale per monitorare il fenomeno. L’evento sarà osservato da 9 coronografi da ogni parte del mondo, dal Giappone agli Stati uniti. Gli astronomi dilettanti che volessero osservare questo fenomeno dovranno essere dotati di un telescopio, ed osservare l’evento tra il primo ed il quarto contatto. Per l’Italia il momento migliore sarà prima del termine dell’evento, qualche minuto prima delle 6:55, utilizzando naturalmente gli opportuni filtri per schermare la luce del Sole. Appuntamento alle 00:04 per la diretta sul web, e all’alba per osservare l’evento direttamente dalla nostra penisola.