Ci siamo occupati più volte in passato della diatriba in merito al confine di stato fra Italia e Francia sul Monte Bianco. Fino a qualche mese fa Google poneva il confine esattamente sullo spartiacque passando per i 4.810 mslm della sommità, ma anche loro si sono adeguati alla “mode française”, la quale pone il confine in territorio italiano. Dalla redazione di Meteoweb è partita una mail di segnalazione verso Google Italia, per la quale non abbiamo ricevuto risposta. Anche molti nostri lettori si sono prodigati per la causa e hanno fatto la stessa segnalazione, ma il colosso di Mountain View non ha dato ascolto alle motivazioni italiane storicamente provate. Oggi siamo di nuovo qui a scrivere in merito ad un articolo apparso su Aostasera.it (quotidiano online valdostano) dove una la lettera di Giancarlo Borluzzi, personaggio poltico noto ai valdostani per le sue uscite nazionalistiche, “attacca” i cugini francesi. Vi riportiamo il testo della lettera:
Chi ritiene che il monte Bianco appartiene alla Francia sarà una persona espertissima di Cannes e Saint Tropez, ma è completamente digiuna di montagne e alpinismo.
Chiunque sia salito in vetta al Bianco da più vie, sa che dei 4 versanti della montagna solo quello insignificante, cioè il versante nord, è francese e si tratta di distese ghiacciate senz’anima alcuna e banalmente sciabili.
Il versante est, quello con le superlative vie di ghiaccio dalla Brenva (Sentinella Rossa, Major e Poire), è italiano al 100%.
Quello meridionale (con i Piloni e il Pilastro Rosso), con le sue eccezionali vie di roccia, le più alte d’Europa, è italiano al 100%.
Il versante ovest, che ripete in minore il versante della Brenva a est, è italiano al 100%.
Le tre grandi creste (Peuterey, Innominata, Brouillard) sono italiane al 100%, come pure il Grand Pilier d’Angle.
Il 99% dell’alpinismo “importante” al Bianco si fa su territorio italiano.Se poi si vuole giudicare la vetta, chi non ha l’hobby di spaparanzarsi sulla Croisette ma di raggiungere il tetto d’Europa, sa per esperienza diretta che la vetta massima, ben poco ardita ma identificabilissima, si trova al termine più alto della cresta delle Bosses, proveniente dalla capanna Vallot a ovest, cresta che costituisce il confine tra Italia a sud e Francia a nord.
Alla vetta del Bianco si giunge pure dal monte Bianco di Courmayeur (cima italiana al 100% e più a sud), seconda cima delle Alpi per altezza, attraversando il colle Major (totalmente italiano).
La vetta del Bianco è poco caratterizzata, oltrechè verso nord, anche verso est, cioè provenendo dal colle della Brenva, ma quanto detto sulla cresta delle Bosses è sufficiente a dirimere ogni questione sull’appartenenza della vetta in senso stretto (la montagna in senso ampio è italiana perchè i due versanti superlativi, est e sud, sono italiani come pure quello notevole, l’ovest, lasciando ai francesi solo il mediocre lato nord), quanto meno agli occhi di chi non scrive con bottiglie di Cointreau e Bordeaux semivuote sulla scrivania.Non è nazionalismo il mio, è conoscenza della geografia che non può essere violentata da galletti col naso rubizzo certamente più esperti di secchielli e paletta che di ramponi e corde.
Giancarlo Borluzzi.
Sicuramente dal tono forte è un pò da classico sfottò “Italia-Francia” e probabilmente non al 100% condivisibile, ma fatto sta che la questione rimane completamente aperta e sembra interessare tutto sommato poco. Sarebbe almeno importante che se oltralpe si sentono padroni del Monte Bianco, a noi italiani poco importa, ma l’importante che i divulgatori di carte topografiche emettano documentazione corretta e non ad uso della “grandeur” dei nostri amici transalpini. Continueremo a seguire gli sviluppi della situazione.