Per svariati anni gli scienziati si sono chiesti i motivi per cui l’atmosfera solare è più calda di circa 300 volte rispetto alla sua superficie. Un nuovo studio, pubblicato oggi sulla rivista Nature, potrebbe fornire una risposta definitiva al quesito. Confrontando le immagini della nostra stella riprese con il Solar Dynamics Observatory e da un telescopio solare svedese, un team internazionale di scienziati ha individuato 14 super tornado solari ad un’ora uno dall’altro. Questo fenomeno sarebbe in grado di iniettare calore negli strati esterni della nostra stella. A differenza dei tornado terrestri, alimentati da differenze di temperatura ed umidità, i tornado solari rappresentano una combinazione di gas caldo che scorre lungo le intricate linee del campo magnetico, guidati da reazioni nucleari nel nucleo solare. Il plasma raffreddato nella fotosfera affonda verso l’interno, come l’acqua che scorre giù dallo scarico di una vasca da bagno, creando vortici che le linee del campo magnetico solo costrette a seguire. Le linee si estendono verso l’alto nella cromosfera, dove continuano ad assumere un movimento a spirale. I tornado solari hanno dimensioni variabili, con diametri che vanno dai 1500 ai 5550 chilometri. Alcuni di questi giganti solari si estendono fino alla parte inferiore dell’atmosfera, la cosiddetta Corona. I ricercatori stimano che in ogni momento sono presenti almeno 11.000 vortici sulla enorme superficie solare, la cui temperatura si aggira intorno ai 5500°C. Dopo le osservazioni, la squadra ha creato modelli computerizzati nel tentativo di determinare la quantità di energia, e quindi di calore, che potrebbe essere trasportato dai vortici. Essi hanno concluso che i tornado potrebbero spiegare le temperature così elevate degli strati più esterni, attraverso una serie di differenti processi che alimenterebbero la temperatura della corona solare. Le trombe d’aria differiscono però da quelle osservate all’inizio dell’anno. Questi eventi, molto più vasti, sono formati dalla torsione delle protuberanze solari, e sono probabilmente correlati alla massa espulsa dal Sole.