E’ stato un lavoro lungo e certosino: il geologo Giampiero Petrucci, che ha già collaborato con la nostra Redazione in occasione dello Speciale sugli Tsunami in Italia, oggi pubblica in esclusiva mondiale su MeteoWeb l’elenco con tutti i terremoti di magnitudo superiore a 5.5 della storia d’Italia, all’interno di un “viaggio” virtuale alla scoperta della sismicità del nostro Paese e del rischio sismico in Italia.
Il primo articolo di Petrucci su questo tema è stato Perché l’Italia trema? Cause e rimedi dei terremoti che affliggono il nostro paese. Oggi è online il 2° approfondimento con la sismologia storica italiana, i terremoti nell’antichità, l’evento di Verona nel 1127 e – appunto – la cronologia dei terremoti con M>5.5 dal 217 a.c. fino ad oggi. Oltre all’elenco del terremoto, ci sono anche brevi note e dettagli sui paesi colpiti e sui danni. Non è stata una ricerca semplice: sì, i cataloghi dell’INGV aiutano molto ma non sono descrittivi, wikipedia è lacunosa e talvolta imprecisa. Petrucci a realizzato un lavoro di ricerca unico e straordinario e MeteoWeb con orgoglio oggi può vantare, in esclusiva assoluta, una raccolta così preziosa: forse non sarà una tabella completissima (può mancare qualche evento perchè le magnitudo cambiano a seconda degli autori) ma sul tema è quanto di meglio ci sia in circolazione.
Buona consultazione.
CRONOLOGIA TERREMOTI ITALIANI CON M > 5.5
DATA |
ZONA |
M |
NOTE |
217 a.c. |
ITALIA CENTRALE |
6.5 |
Il terremoto più antico di cui si ha notizia storica. Confermato dalle cronache della battaglia del Trasimeno durante la “seconda guerra punica”. Avvertito in gran parte dell’Italia centrale (allora chiamata Etruria), epicentro stimato tra Siena ed il lago Trasimeno |
174 a.c. |
SABINA |
6.6 |
Epicentro stimato nei pressi di Poggio Mirteto |
100 a.c. |
MARCHE |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Mogliano |
91 a.c. |
REGGIO CALABRIA |
6.3 |
Individuato negli scritti del greco Strabone che descrive crolli nella maggior parte degli edifici cittadini |
76 a.c. |
REATINO |
6.6 |
Distrutta gran parte della città di Rieti |
56 a.c. |
MARCHE |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Recanati |
05.02.62 |
CAMPANIA |
5.8 |
Certamente danneggiate Pompei ed Ercolano oltre a Nocera ed alcune zone di Napoli. Pare che Nerone in persona si sia occupato della ricostruzione. Segnalato anche da Seneca |
25.08.79 |
CAMPANIA |
5.7 |
Associato alla celebre eruzione distruttiva del Vesuvio |
99 |
SANNIO |
6.3 |
Epicentro vicino a Circello |
101 |
ABRUZZO |
6.3 |
Epicentro nei pressi di S. Valentino. Danni in tutto l’Abruzzo, avvertito in gran parte dell’Italia centrale |
346 |
SANNIO |
6.0 |
Epicentro nei pressi di Castelpagano, prossimo a quello del 99. Effetti importanti anche nel Matese, confermato da studi archeosismologici su lapidi ed epigrafi |
361-363 |
STRETTO DI MESSINA |
6.6 |
Datazione difficile (per alcuni autori 363, per altri 374). Interessa le sponde dello Stretto e per questo viene paragonato, pur essendo meno potente, a quello del 1908. Diversi morti e crolli sia a Reggio Calabria che Messina, probabilmente colpite anche da tsunami. Avvertito anche alle Eolie e nella Sicilia settentrionale, con danni a Tindari. Collegato, tramite archeosismologia, ad anomalie nel tessuto urbano e territoriale, con spopolamento temporaneo delle cittadine costiere |
21.07.365 |
SICILIA (CRETA) |
8.0 |
Il primo evento “universale” data la sua vastità, tra i più potenti di tutti i tempi in Europa. Epicentro a sud di Creta. Danni rilevanti in tutto il Mediterraneo ed associato ad uno tsunami che devastò anche le coste della Sicilia orientale |
375 |
BENEVENTO |
6.0 |
Distrutta gran parte della città, morta almeno la metà della popolazione. Alcune fonti considerano come data di questo evento il 369 |
443 |
ROMA |
5.7 |
Epicentro stimato nei pressi di Gallicano. Danneggiati diversi monumenti tra cui anche il Colosseo e l’anfiteatro, crollati alcuni edifici ed una navata della basilica di San Paolo. Ripetutamente confermato dall’archeosismologia |
778 |
VENETO |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Treviso, semidistrutta. Segnalate centinaia di vittime, avvertito in tutto il nord-est |
848 |
SANNIO |
6.0 |
Epicentro a sud di Castel Pizzuto. Interessati Campania e Molise, danni anche nel Matese. Morti ad Isernia |
31.08.853 |
MESSINA |
6.3 |
Definito “grande terremoto” in diversi scritti ecclesiastici ma ancora poco noto |
951 |
ROSSANO |
6.0 |
Semidistrutta la città, incerto il numero delle vittime |
25.10.989 |
IRPINIA |
6.0 |
Epicentro nei pressi di Carife. Distrutto il paese di Ronza, mai più ricostruito. Ingenti danni anche a Benevento, Capua, Conza (dove muore il vescovo), Frigento. Sconosciuto il numero delle vittime, almeno qualche centinaio |
03.01.1117 |
VERONA |
6.5 |
Riscontrato in almeno 85 siti, il terremoto più devastante di tutti i tempi nel nord Italia. Epicentro ad est di Ronco Adige, per alcuni autori possibile sviluppo di sequenza sismica a diversi epicentri. Gravissimi danni a Verona, con crollo parziale dell’Arena e del duomo. Avvertito in tutto il nord Italia, gravi danni (con crollo di numerosi edifici) anche a Cremona, Padova, Vicenza, Nonantola, Modena, Parma, Piacenza, Milano. Difficile stima delle vittime, almeno 20mila, forse 30mila |
07.06.1125 |
SIRACUSA |
5.8 |
Secondo alcuni autori si sarebbe verificato anche uno tsunami |
11.10.1125 |
SANNIO |
5.7 |
Epicentro nei pressi di Franzese, gravi danni nella Valle Telesina (Telese Terme) |
04.02.1169 |
SICILIA ORIENT. |
6.6 |
Epicentro macrosismico stimato a nord-est di Lentini (secondo altri autori in mare). Migliaia di morti a Catania, semidistrutta. Danni e vittime a Modica, Lentini, Sortino, Aci Castello, Siracusa e Piazza Armerina. Segue tsunami a Messina (dove crollano chiese ed abbazie), Catania e foce del fiume Simeto. Tra 10mila e 15mila le vittime totali stimate |
24.05.1184 |
VALLE CRATI |
6.0 |
Epicentro ad ovest di Luzzi. Colpita soprattutto la media valle, gravissimi danni anche a Cosenza dove crolla la cattedrale. Devastati molti paesi tra cui Bisignano, S. Lucido e Luzzi. Numero vittime stimato in circa 2000 |
25.12.1222 |
BRESCIA |
6.0 |
Verificatosi intorno a mezzogiorno del giorno di Natale. Epicentro nei pressi di Monte Netto. Crolli e vittime a Brescia dove per mesi gli abitanti vissero in tende e baracche. I danni maggiori registrati nella parte meridionale dell’attuale provincia bresciana. Avvertito in tutto il nord Italia, da Milano a Venezia a Bologna (dove pare venga interrotta dal sisma una predicazione di S. Francesco). Crollate le fortezze di Lazise e Marano, danni pure a Lodi e Cremona |
1223 |
GARGANO |
6.0 |
Epicentro nei pressi di Vico. Danni ingenti in tutto il Gargano e la Capitanata. Distrutta Siponto che, ricostruita per volere del re Manfredi, diverrà l’attuale Manfredonia. Colpite duramente anche Vico, Vieste e la Foresta Umbra |
1273 |
POTENTINO |
5.8 |
Epicentro vicino al capoluogo, danni nell’intera Lucania |
01.05.1279 |
MARCHE – UMBRIA |
6.3 |
Epicentro compreso tra Camerino e Nocera Umbra. Danni gravi in Marche ed Umbria, avvertito anche in Romagna ed a Roma. A Camerino crollano i due/terzi degli edifici. Particolarmente colpiti Cagli, Fabriano, Foligno, Nocera, Spello, S. Severino e Serravalle del Chienti dove crolla il castello. Ignoto il numero delle vittime, probabilmente centinaia |
04.09.1293 |
SANNIO |
5.9 |
Epicentro a nord di Cerreto Sannita. Diverse vittime a Bojano, Isernia e Belmonte. Danni anche a Napoli |
01.12.1298 |
REATINO |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Leonessa, la città più colpita, dove crollano parzialmente chiese e palazzi tra cui l’attuale sede del Museo Civico |
03.12.1315 |
ABRUZZO |
6.0 |
Epicentro a sud di Sulmona, nei pressi di Pacile. Danni a L’Aquila (crolli di chiese), Sulmona e tutto l’Abruzzo. Sconosciuto il numero delle vittime, forse limitato |
01.12.1328 |
VAL NERINA |
6.3 |
Epicentro in alta Val Nerina, a sud-ovest di Preci, praticamente distrutto. Gravissimi danni a Norcia dove resistono solo le mura. Molti crolli anche a Visso, Cerreto, Montesanto. Colpite Foligno e le Marche. Avvertito da Pesaro a Roma |
09.09.1349 |
LAZIO-MOLISE-ABRUZZO |
6.6 |
Probabile sequenza sismica di più eventi con vari epicentri. Scossa principale con epicentro al confine tra Lazio e Molise, a sud-est di Venafro. Città più colpite: Venafro, Cardito, Cassino (crolli nell’Abbazia). Danni ingenti anche a Balsorano, Isernia, Sora, Veroli, L’Aquila (probabile scossa successiva) con crollo parziale delle mura e Pescasseroli. Avvertito da Perugia a Benevento, anche a Napoli e Roma con danni a monumenti (chiese e torri), descritti pure dal Petrarca. Migliaia le vittime, molte città a lungo disabitate. Studi recenti, con archeosismologia legata ad un acquedotto dell’epoca di Augusto, indicano come responsabile del sisma molisano la faglia detta delle Aquae Iuliae |
25.12.1352 |
VAL TIBERINA |
6.0 |
Epicentro tra Torre d’Elci e Città di Castello. Danni ingenti e vittime a Sansepolcro. Sequenza sismica di circa un mese, con altra scossa importante nella notte di Capodanno del 1353 che nuovamente causa altri crolli e morti a Sansepolcro |
17.07.1361 |
FOGGIANO |
6.0 |
Epicentro tra Bovino ed Ascoli Satriano, le due città più colpite. Ascoli e Canosa ricostruite non senza difficoltà (40 anni di tempo). Danni anche a Sant’Agata |
18.10.1389 |
ALTA VAL TIBERINA |
6.0 |
Fenomeno analogo al 1352 ma geograficamente spostato più ad Est. Colpite Città di Castello (epicentro a nord-est della città) e Sansepolcro, con crolli di edifici e mura. Danni anche a Mercatello e Urbania mentre a Castelguelfo e Pietragialla crollano i castelli fortificati |
1414 |
GARGANO |
5.8 |
Evento poco noto. Epicentro stimato sulla costa garganica. Molti danni a Vieste |
07.08.1414 |
TOSCANA |
5.6 |
Epicentro ad Est di Radicondoli che subisce crolli di case e palazzi signorili. Danni anche a Belforte. Avvertito a Siena e Firenze |
11.06.1438 |
PARMENSE |
5.6 |
Epicentro in Val di Taro. Lievi crolli a Parma e Castelnovo, avvertito anche a Fidenza |
05.12.1456 |
ABRUZZO- MOLISE – CAMPANIA |
7.1 |
Riscontrato in 200 siti. Tra i più forti di tutti i tempi in Italia e complesso dal punto di vista sismotettonico. Potrebbe essere costituito da una sequenza sismica di più eventi che avrebbero sommato i loro effetti (epicentri nel Sannio, sul fiume Pescara e nel Matese). Avvertito dall’Abruzzo alla Calabria, da L’Aquila a Lecce. A Napoli ingenti danni e crolli di chiese, segnalati pure movimenti anomali del livello marino. Tra i centri più colpiti: Ariano Irpino, S. Giorgio del Sannio, Bojano, Grottaminarda, Vinchiaturo, Isernia (1500 morti), Teramo, Rivisondoli. Roccaraso, Castel di Sangro, Frosolone, Cerro, Forlì del Sannio. Segue uno tsunami che colpisce le coste ioniche tra Taranto e Gallipoli. Stimati dai 20mila ai 30mila morti |
26.04.1458 |
VAL TIBERINA |
5.8 |
Scossa principale avvenuta intorno a mezzogiorno. Epicentro nei pressi di Città di Castello dove crolla il 30% degli edifici. Certamente più di cento i morti. Danni (più lievi) anche a Montone e Sansepolcro |
27.11.1461 |
AQUILANO |
6.4 |
Epicentro tra Poggio Picenze e Sant’Eusanio, distrutti. Numerosi danni e crolli a L’Aquila dove è devastato il 20% degli edifici. Semidistrutti Onna, Castelnuovo e molti paesi della media valle dell’Aterno. Preceduto da scosse “preparatorie” che avvertono la popolazione (rifugiatasi in ripari di fortuna), il sisma produce un limitato numero di vittime (circa 200). Scientificamente considerato quasi come un “gemello” di quello avvenuto nel 2009 |
15.01.1466 |
IRPINIA |
6.0 |
Evento a lungo rimasto poco noto. Epicentro a sud-est di Laviano. Gravi danni e numerose vittime a Balvano, Calitri, Caposele, S. Gregorio Magno, Laviano, Buccino |
07.05.1481 |
LUNIGIANA |
5.6 |
Epicentro tra Fivizzano e Comano. Ingenti danni in tutta la Lunigiana e la Garfagnana. Moltissimi crolli a Fivizzano (quasi completamente raso al suolo) e nei castelli limitrofi |
11.08.1483 |
ROMAGNA |
5.7 |
Epicentro tra Cesena e Forlimpopoli. Gravi danni a Forlì, con diverse vittime. Crolli anche a Bertinoro e Cesena |
05.06.1501 |
APPENNINO MODENESE |
5.9 |
Epicentro a sud-ovest di Maranello. Gravi danni a Modena dove crollano parzialmente chiese e mura: la torre del palazzo comunale, pericolante, viene parzialmente abbattuta (e da allora è nota come “torre mozza”). Tra le località più colpite: Castelvetro, Maranello, Sassuolo, Montegibbio. Scarso il numero delle vittime, meno di 50 |
25.02.1509 |
CALABRIA SUD |
5.6 |
Epicentro tra Reggio e Sant’Agata. Interessata la Calabria meridionale. Gravi danni e vittime a Reggio. Crolli a Messina e Palmi |
26.03.1511 |
FRIULI-SLOVENIA |
6.5 |
Epicentro al confine con la Slovenia, a nord-est di Faedis. Evento importante ed avvertito in tutto il nord-est, gravi danni a Udine e Venezia dove l’acqua dei canali ha movimenti anomali. Crolli (con morti) a Cividale e Tolmino. Danni anche in Istria, Carinzia e Lubiana. Edifici lesionati a Trieste dove si verifica un leggero tsunami, con l’acqua ad invadere porto e viale a mare. Stimate circa 10mila vittime |
13.06.1542 |
MUGELLO |
5.9 |
Epicentro tra Luco e Scarperia, semidistrutta con crollo parziale delle mura. I borghi più colpiti: Gagliano, Barberino, Luco, Ronta, Borgo S. Lorenzo. Circa 150 morti |
10.12.1542 |
SIRACUSANO |
6.6 |
Epicentro a sud-ovest di Lentini che subisce parecchi crolli (tra cui i due castelli). Avvertito, con danni variabili, in tutta la Sicilia ed a Malta. A Siracusa crollo parziale del duomo, con vittime. Colpiti anche Melilli, Grammichele e Sortino. Segnalati movimenti anomali del mare ad Augusta. Diverse decine le vittime |
11.05.1560 |
BARLETTA |
5.6 |
Scossa principale all’alba. Epicentro prossimo alla costa, a nord-ovest di Bisceglie dove si verificano numerosi crolli come a Barletta. Danni anche a Giovinazzo con lesioni alla cattedrale. Avvertito anche a Bari, Molfetta e Napoli. Circa 300 le vittime segnalate |
19.08.1561 |
VALLO DI DIANO |
6.4 |
La scossa principale annunciata da sequenza sismica durata una ventina di giorni. Particolarmente colpiti i paesi del Vallo di Diano, a cavallo delle province di Salerno e Potenza. Devastati Caggiano e Polla, prossima all’epicentro. Semidistrutti S. Pietro, Atena, Buccino. Gravi danni a Balvano, Tito, Pignola, Sala, S. Angelo. Almeno 200 i morti. Studi recenti ipotizzano l’origine del sisma in una faglia situata nel bacino del Melandro, con relativo spostamento dell’epicentro |
20.07.1564 |
ALPI MARITTIME |
5.9 |
Epicentro in Francia, nei pressi di Roquebilliere, a pochi km dal confine italiano. Danni sensibili nella Riviera Ligure di Ponente. Un migliaio i morti stimati, sia in Francia che in Italia. Evento trascurato che meriterebbe maggiore attenzione |
10.09.1584 |
ROMAGNA |
5.9 |
Scossa principale serale. Ampiamente avvertito in Romagna e Toscana. Epicentro nei pressi del paese di Baroncioni. Gravi danni nella valle di Bagno di Romagna (semidistrutto). Molti edifici lesionati a Santa Sofia e San Piero. Diverse centinaia i morti, in particolare a Civitella |
06.11.1599 |
VAL NERINA |
5.8 |
Epicentro molto vicino a Cascia. Particolarmente colpita la frazione di Avendita. Danni anche a Norcia, crolli e vittime in tutta la Val Nerina. Avvertito anche a Roma e L’Aquila |
18.03.1624 |
ARGENTA |
5.5 |
Epicentro a nord di Argenta. Nonostante la magnitudo non elevatissima, effetti del sisma amplificati dal fenomeno della liquefazione (uno dei primi casi accertati in Italia) che portano al crollo di molti edifici. Associato uno tsunami “interno” (rarissimo caso nel nostro paese) con le acque della Valle Padusa (il cui residuo attuale sono le Valli di Comacchio) che rompono gli argini ed invadono campagna ed Argenta. Una cinquantina le vittime accertate |
04.04.1626 |
CATANZARESE |
6.0 |
Epicentro nei pressi di Girifalco dove si aprono voragini, crollano 200 case e diverse chiese. Tutto il catanzarese subisce danni ingenti, in particolare Caraffa, Chiaravalle, Badolato, la stessa Catanzaro e Squillace. La zona non è molto popolata ed il numero di vittime poco elevato |
30.07.1627 |
GARGANO |
6.7 |
Epicentro tra S. Severo e Lesina. Tra i paesi più colpiti Apricena, S. Severo, Torremaggiore, Lesina e Serracapriola. Almeno 4000 morti. Segue tsunami, avvertito da Termoli al Monte d’Elio, con il mare che penetra nel litorale per circa 3 km, massima ingressione marina mai registrata in Italia |
27.03.1638 |
CALABRIA TIRRENICA |
7.0 |
Sisma devastante, riscontrato in oltre 200 siti. Epicentro tra Confienti e Nicastro. Distrutti almeno 100 centri abitati tra cui in particolare Carpanzano e Martirano. Gravi danni a Cosenza, Sant’Eufemia (ricostruita in altro sito), Borrello e Nicastro. Colpite le valli del Crati e del Savuto oltre alle Serre. Circa 10mila morti. Leggero tsunami, con ritiro del mare, a Pizzo |
08.06.1638 |
CROTONESE |
6.7 |
Epicentro a sud di Verzino. Colpito il versante orientale della Calabria, gravi danni anche in Sila. Diversi paesi vedono crollare edifici già lesionati dal sisma del 27 Marzo. Almeno 1000 morti |
07.10.1639 |
MONTI DELLA LAGA |
5.9 |
Epicentro ad est di S. Giorgio. Colpita la Marsica e la zona dei Monti della Laga, al confine di Lazio ed Abruzzo. Semidistrutta Amatrice, con crolli di palazzi e chiese. Danni ad Accumoli, Poggio Cancelli e Montereale |
31.05.1646 |
GARGANO |
6.6 |
Epicentro a sud di Vico. La più colpita è Vieste dove si registrano 132 vittime. Danni anche a Peschici, Ischitella, Rodi, Vico, Carpino, S. Giovanni Rotondo, Monte S. Angelo. Lesioni anche a Foggia. Tsunami nel lago di Varano, con le acque che penetrano all’interno per alcune centinaia di metri |
23.07.1654 |
FRUSINATE |
6.1 |
Epicentro ad ovest di Casalattico. Colpita la valle del Liri, con effetti anche in Abruzzo e Marsica. Gravi danni a Sora, Esperia ed Arpino (crolli di chiese). Semidistrutti anche Pontecorvo, Roccasecca, Atina, Alvito, Isola Liri. Circa 3000 morti |
29.01.1657 |
GARGANO |
6.3 |
Sisma tra i più “dimenticati” della storia, recentemente rivalutato grazie a ricerche annalistiche. Scossa principale notturna. Distrutta Lesina, gravi danni per tutto il Gargano, in particolare a Vico, S. Severo, Torremaggiore, Apricena e Monte S. Angelo. Lesioni anche a Napoli. Ignoto il numero delle vittime |
05.11.1659 |
CALABRIA |
6.5 |
Evento sviluppatosi nella Calabria centrale, tra i golfi di Squillace e Sant’Eufemia. Epicentro ad est di Montesanto. I paesi più colpiti: Castelmonardo, Filogaso, Panaia, Borrello, Polia, Soriano. Almeno 2000 vittime |
22.03.1661 |
ROMAGNA |
5.8 |
Epicentro a nord di Galeata. Maggiormente colpita Civitella. Gravi danni a Galeata, Bagno, Pianetto, Santa Sofia, Montano, S. Piero, Rocca S. Casciano. Crolli e danni, sia pur minori, anche in pianura: Predappio, Fiumana, Dovadola, Bertinoro, Forlì, Castrocaro. Almeno 250 vittime |
14.04.1672 |
RIMINI |
5.6 |
Epicentro in mare, poco a sud di Rimini dove si registrano gravi danni e circa 200 vittime. Segue un leggero tsunami |
11.04.1688 |
ROMAGNA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Cotignola, semidistrutta. Gravi danni a Bagnacavallo e Russi. Crolli minori a Forlì, Cesena e Bertinoro |
05.06.1688 |
SANNIO |
6.7 |
Epicentro a Cerreto Sannita, quasi completamente distrutto e poi ricostruito in altro sito. Registrato in oltre 200 siti ed avvertito anche nel Matese ed in Irpinia. Gravissimi danni a Benevento dove rimane fortemente lesionata la metà degli edifici. Serie lesioni anche ad Ariano e Casalbore. Danni significativi pure a Napoli. Alcune fonti parlano di almeno 5000 vittime |
09.01.1693 |
VAL DI NOTO |
6.1 |
Colpiti Melilli, Augusta e la Val di Noto. Circa 500 i morti. Scossa “preparatoria” per quella di due giorni dopo (vedi sotto) |
11.01.1693 |
SICILIA ORIENTALE |
7.4 |
Il sisma più violento mai registrato in Italia. Ancora dibattuta la sede esatta dell’epicentro (in mare?). Una cinquantina le città rase al suolo tra cui Modica, Buscemi, Sortino, Noto, anche Catania. Devastata tutta la val di Noto. Gravi danni a Caltagirone, Siracusa, Augusta. Edifici lesionati a Messina, Reggio Calabria, Malta. Seguono repliche per quasi due anni. Molti paesi verranno ricostruiti in altro sito. Morti accertati 54mila, probabili 60mila. Nella sola Catania muoiono 16mila persone, a Ragusa il 50% della popolazione. Segue uno tsunami lungo 200 km di costa, da Messina al Golfo di Noto, con run-up di 12 metri ed ulteriori ingenti danni |
08.09.1694 |
IRPINIA E LUCANIA |
6.8 |
Registrato in oltre 250 siti. Colpite Irpinia e Lucania. Calitri il paese più danneggiato. Gravi danni anche a S. Angelo dei Lombardi, Lioni, Conza, Muro, Sicignano, Atena, Padula, Sala C., S. Rufo, S. Arsenio, Policastro. Crolli e morti a Potenza. Colpita anche Benevento, danni pure a Cava de’ Tirreni. Circa 6000 vittime |
25.02.1695 |
VENETO |
6.6 |
Epicentro tra Crespignaga e Coste. Sisma all’alba. Colpita l’area pedemontana veneta ma avvertito in tutto il nord-est. Danni maggiori ad Asolo dove si contano 1500 case distrutte ed una cinquantina di morti. Almeno 60 i siti interessati. I paesi più colpiti: Cavaso, Segusino, Crespignaga, Pederobba, San Zenone, Altivole, Valdobbiadene. Lesioni anche a Vicenza, Bassano, Padova, Verona. Effetti minori fino a Parma e Reggio Emilia |
11.06.1695 |
LAGO DI BOLSENA |
5.7 |
Epicentro a sud di Bagnoregio, circa 200 le vittime. Segue tsunami “interno” sul lago di Bolsena che invade la campagna per circa 3 km |
14.03.1702 |
BENEVENTANO |
6.3 |
Epicentro a nord-ovest di Bonito. Gravemente colpita Benevento, con circa 400 morti. Danni anche in Irpinia ed a Napoli |
14.01.1703- 02.02.1703 |
ITALIA CENTRALE
|
6.6 |
Sequenza sismica di tre scosse distruttive, con M > 6.5. La prima (14.01) e la seconda (16.01) colpiscono Umbria meridionale e reatino, la terza (02.02) l’aquilano, con epicentro ad ovest di Cagnano. Lunghissima sequenza di repliche. Evento rimasto a lungo nell’immaginario collettivo delle popolazioni, costrette spesso ad abbandonare per molto tempo le città. Le prime due scosse colpiscono Cascia, Norcia, Spoleto. Tra i paesi distrutti Accumoli, Chiavano, Cittareale. Gravi danni ad Amatrice, Antrodoco, Montereale (800 morti), Leonessa, tutta la Val Nerina. La scossa del 02.02 provoca danni ingenti nella valle dell’Aterno ed a L’Aquila, temporaneamente semiabbandonata dopo il crollo di oltre il 30% degli edifici tra cui molte chiese dove sono radunati fedeli (circa 2500 morti) per la Candelora. Tra i paesi più distrutti Arischia (400 morti), Onna, Pizzoli, Barete, Coppito, Cagnano, Castelnuovo. In totale circa 10mila morti |
03.11.1706 |
MAJELLA |
6.6 |
Epicentro nei pressi di Campo di Giove, sul massiccio della Majella. Sisma avvertito da Cassino a Foggia. La zona più colpita risulta l’Abruzzo meridionale, in particolare la Valle Peligna. Distrutta Sulmona dove crolla il 70% degli edifici, compresa la cattedrale. Una cinquantina i centri che subiscono danni rilevanti tra cui: Campo di Giove, Cansano, Pratola, Prezza, Raiano, Vittorito, Salle, Roccacasale, Popoli, Tocco da Casauria, Roccaraso, Rivisondoli, Palena, Città S. Angelo. Lesioni anche in Molise (Isernia e Venafro). Circa 2500 vittime |
12.05.1730 |
UMBRIA – MARCHE |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Piediripa. Avvertito da Foligno a Roma, anche in Abruzzo. Gravi danni a Norcia nel cui circondario crollano molti castelli. Crolli pure a Campi, Ancarano e Cascia. Lesioni ad Ussita e Visso. Almeno 200 i morti |
20.03.1731 |
FOGGIANO |
6.3 |
Epicentro a sud-ovest di Canosa. Sisma all’alba. Gravi danni a Cerignola (dove crolla parzialmente il castello), Foggia e nella sua intera provincia. Crolli anche a Barletta, Molfetta, Ascoli Satriano e Canosa. Circa 2500 vittime. Leggero tsunami a Manfredonia e Barletta, con navi danneggiate |
29.11.1732 |
IRPINIA |
6.6 |
Epicentro nei pressi di Grottaminarda. Interessati almeno 60 paesi. Colpita in particolare l’Irpinia settentrionale. Tra i paesi semidistrutti Mirabella, Ariano, Castel Baronia e Flumeri. Ad Avellino crolla il 50% degli edifici. Circa 2000 morti |
24.04.1741 |
MARCHE |
6.0 |
Epicentro tra Pierosara e Serra S. Quirico. Danni maggiori intorno a Fabriano e nella valle del Metauro. A Fabriano crollano diverse chiese e la cattedrale, poi ricostruita. Gravi danni a Mergo, Sasso e Serra S. Quirico. Danni anche a Fratte Rosa, Monterolo. Montesecco, S. Vito, Pergola. Lesioni a Camerino, Matelica, Fano ed Urbino dove cedono parzialmente i torrioni del Palazzo Ducale. Avvertito da Pesaro a Perugia e pure a Roma. |
20.02.1743 |
SALENTO |
7.0 |
Epicentro nel Canale di Otranto. Scossa serale, poco prima della mezzanotte. Semidistrutti Nardò (dove muoiono almeno 100 persone) e Francavilla Fontana. Danni rilevanti a Lecce ed in tutto il Salento. A Brindisi crollano diversi edifici e la cattedrale rimane seriamente lesionata. Effetti anche sulla sponda orientale dello Jonio, crolli pure a Corfù. Circa 250 vittime |
07.12.1743 |
CALABRIA |
5.7 |
Epicentro ad est di Mileto, semidistrutta e dove crollano chiese e monasteri. Avvertito anche in Sicilia, danni in tutta la Calabria meridionale, in particolare a Palmi |
17.04.1747 |
UMBRIA-MARCHE |
5.9 |
Epicentro a sud-est di Gualdo Tadino. Avvertito da Nocera a Senigallia, lunga sequenza sismica. Tra i paesi più danneggiati Gualdo, Sigillo, Fabriano, Campodonico |
27.07.1751 |
UMBRIA-MARCHE |
6.3 |
Epicentro ad ovest di Pastina. Analogo al precedente. Ulteriori gravi danni nella zona intorno a Gualdo Tadino dove alcune frazioni sono distrutte. Gli effetti si sommano ai danni del 1747, con ricostruzione appena iniziata |
06.10.1762 |
AQUILANO |
5.9 |
Epicentro tra Castelnuovo e Poggio Picenze, i paesi più colpiti e distrutti. Danni ingenti a Barisciano e S. Demetrio |
14.07.1767 |
COSENTINO |
5.8 |
Epicentro tra Rose e Castiglione. Paesi più colpiti Rose, Luzzi e Castiglione. Danni ingenti anche a Cosenza |
19.10.1768 |
ROMAGNA |
5.8 |
Epicentro sull’Appennino, nei pressi di Santa Fiora. Distrutta Santa Sofia (circa 150 morti). Lesioni anche a Forlì e Cesena |
10.07.1776 |
CARNIA |
5.8 |
Epicentro a nord di Poffabro. Paesi più danneggiati Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto. Colpite anche le valli del Meduna e del Colvena. Lesioni anche a Vicenza e Padova. Avvertito in tutto il nord-est ed in Svizzera. Ignoto il numero delle vittime |
04.04.1781 |
ROMAGNA |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Basiago. Gravi danni a Brisighella e Faenza. Crolli a Forlì. Lesioni a Cesena e Forlimpopoli. Repliche proseguite fino a Natale |
03.06.1781 |
MARCHE |
6.2 |
Due scosse nel giro di un quarto d’ora. Epicentro nei pressi di Piobbico, semidistrutta come Cagli dove crolla la cattedrale (120 morti). Colpita anche la valle del Metauro. Nel Monte Nerone frane e voragini. Danni anche a Città di Castello, Urbania, Mercatello, S. Angelo in Vado, Sant’Ippolito, Acqualagna e Fano. Circa 300 vittime |
05.02.1783 |
CALABRIA |
6.9 |
Registrato in oltre 350 siti, inizia la “crisi simica”. Epicentro vicino ad Oppido Mamertina. Devastata la piana di Gioia Tauro ed i Piani d’Aspromonte. Avvertito dalla Costiera Amalfitana al Salento ed in tutta la Sicilia. A Messina il sisma provoca un grave incendio con numerose vittime. Segue tsunami nello Stretto, invasi i viali a mare a Messina e Reggio, effetti anche più a nord (fino a Joppolo) e nello Jonio (Roccella) |
07.02.1783 |
CALABRIA |
6.5 |
Epicentro tra Sorianello ed Arena, avvertito da Messina a Matera. Altre devastazioni nella Piana di Gioia Tauro e nella valle del Mesima |
28.03.1783 |
CALABRIA |
6.9 |
Registrato in oltre 300 siti, chiude la “crisi sismica calabrese” del 1783, con epicentro a nord-est di Vallefiorita e quindi un’evidente migrazione degli epicentri verso sud. Danni gravi tra i golfi di Squillace e Sant’Eufemia. Leggero tsunami sia nel Tirreno che nello Jonio. Seguiranno repliche per circa tre anni. La crisi sismica lascia un territorio devastato: crolli, frane, liquefazione, faglie, spaccature nel terreno, crateri, nuove sorgenti e laghi. In totale valutati circa 25mila morti |
10.03.1786 |
GOLFO DI PATTI |
6.0 |
Epicentro a sud di Scala. Avvertito in tutta la Sicilia settentrionale. Gravi danni a Patti, Tindari, Naso e Milazzo. Lesioni a Messina |
25.12.1786 |
ROMAGNA |
5.7 |
Epicentro nei pressi di Rimini. A Riccione gravemente lesionato il castello degli Agolanti. Crolli di case e chiese, danni anche a Forlì e Cesena, avvertito in tutta la Romagna. Numero di vittime scarso, inferiore a 50 |
30.09.1789 |
VAL TIBERINA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Cerbara. Effetti in almeno 50 località. Città di Castello (dove crolla la cattedrale) e Sansepolcro le cittadine più colpite. Danni in particolare sulla riva sinistra del Tevere (S. Giustino, Selci, Grumale). Avvertito anche a Firenze e Siena. Circa 500 morti |
13.10.1791 |
CALABRIA CENTRALE |
5.9 |
Interessato in particolare il catanzarese. Epicentro ad est di Vazzano. Una trentina i siti interessati, con crolli anche intensi, spesso legati ad edifici in ristrutturazione o già lesionati dal terremoto del 1783. Monterosso tra i paesi più colpiti |
07.06.1794 |
CARNIA |
6.0 |
Evento simile a quello del 1776 ma ancora più intenso. Epicentro a Tramonti di Mezzo. Interessata l’alta valle del torrente Meduna. Tra i paesi più danneggiati Tramonti, Maniago e Tolmezzo |
22.10.1796 |
EMILIA |
5.6 |
Epicentro a nord-ovest di Portonovo dove si registrano diversi crolli. Danni anche a Ferrara e Medicina. Lesioni a Bologna e Colognola. Avvertito pure a Padova, Verona e Vicenza |
28.07.1799 |
MARCHE |
5.9 |
Tre scosse in un giorno. Epicentro principale a Pozzuolo. Distrutta Cessapalombo. Gravi danni a Camerino, San Ginesio e Sarnano. Un centinaio le vittime |
12.05.1802 |
OGLIO |
5.6 |
Colpita l’area circostante il fiume Oglio, al confine tra le attuali province di Cremona e Brescia. Epicentro tra Soncino e Gallignano i quali registrano diversi crolli. Danni anche a Romanengo, Orzinuovi e Ticengo. Lesioni pure a Cremona |
26.07.1805 |
MOLISE |
6.5 |
Epicentro a nord di Bojano. Evento distruttivo su larga area geografica. Avvertito da Spoleto a Cosenza e pure a Roma, segnalato in oltre 200 siti. Colpiti in particolare il Molise ed il Matese. Frosolone, raso al suolo, il paese più devastato. Gravissimi crolli anche a Vinchiaturo e Baranello. Semidistrutte Isernia (500 morti) e Campobasso dove crollano numerose chiese ed edifici. Danni anche a Melfi, Avellino, Salerno e Napoli, soprattutto nel centro storico. Circa 5000 vittime. Sconvolgimenti nel territorio con frane, fratture, variazioni idrogeologiche, liquefazione. Segue leggero tsunami da Gaeta a Sorrento, segnalato pure a Capri e Sorrento |
26.08.1806 |
COLLI ALBANI |
5.5 |
La scossa più forte mai registrata nei Colli Albani. Epicentro ad est di Nemi. Una ventina i siti interessati nella zona dei Castelli Romani. I paesi più colpiti Velletri, Genzano (alcuni morti), Rocca di Papa (crollo della cattedrale). Crolli anche a Frascati, Nemi, Zagarolo, Ariccia, Artena. Diverse vittime il cui numero è imprecisato. Avvertito nettamente anche a Roma, con edifici lesionati. Evento quasi sicuramente collegato al vulcanismo dell’area |
02.04.1808 |
VALLE PELLICE |
5.7 |
La scossa più forte nella storia per l’alto Piemonte. Epicentro tra Luserna S. Giovanni ed Angrogna. Colpita l’alta Val Pellice, in particolare Luserna, semidistrutta e poi ricostruita. Danni anche a Pinerolo, Cavour, Barge e Torre Pellice. Avvertito nettamente, con lievi danni, anche nella Valle del Chisone e pure a Torino |
25.10.1812 |
FRIULI |
5.7 |
Epicentro tra Aviano e Pordenone. Particolarmente colpita Sequals, con danni riferibili al VII grado scala MCS. Avvertito in tutto il Friuli, con lesioni di diversi edifici |
20.02.1818 |
AREA ETNEA |
6.0 |
Epicentro a sud di Aci Sant’Antonio. Nell’area etnea si contano almeno 70 morti. Danni ingenti ad Acireale e Zafferana Etnea. Colpite pure Aci Consolazione, Aci S. Antonio ed Acicatena. Crolli e gravi lesioni a Catania dove uno tsunami inonda il porto |
05.03.1823 |
CEFALU’ |
5.9 |
Epicentro tra Cefalù e Pollina. Colpita la costa della Sicilia settentrionale, da Capo d’Orlando a Capo Calavà. Danni ingenti a Palermo (una ventina di morti), Corleone e Cefalù dove uno tsunami danneggia diverse imbarcazioni. Lesioni anche a Patti, Naso, Godrano ed in diversi centri delle Madonie |
01.02.1826 |
BASILICATA |
5.7 |
Epicentro tra Calvello e Tito, semidistrutta. Danni ingenti a Potenza e Melfi. Colpite anche Satriano, Sala Consilina ed Atena. Avvertito a Napoli ed Avellino |
09.10.1828 |
VALLE STAFFORA |
5.7 |
Epicentro nei pressi di Cosola. Sequenza sismica di un mese. Una cinquantina i siti interessati, a cavallo delle province di Alessandria e Genova dove un lieve tsunami provoca danni agli ormeggi. Crolli anche a Tortona e Voghera. Avvertito a Torino e Milano |
13.01.1832 |
UMBRIA |
6.1 |
Epicentro tra Spello e Budino. Sequenza sismica iniziata ad ottobre. Gravi danni a Foligno dove crollano numerosi edifici e si segnalano una cinquantina di vittime. Ad Assisi crolla il tetto di S. Maria degli Angeli |
08.03.1832 |
CROTONE |
6.5 |
Sisma notturno. Epicentro ad ovest di Cutro che viene distrutto (una sessantina i morti). Gravi danni anche a Policastro, Rocca di Neto, Marcedusa, Papanice, Rocca Bernarda. Numerosi crolli a Catanzaro e Crotone. Lesioni a Nicastro. Numerose frane nel territorio. Segue tsunami che allaga la costa nei pressi di Magliacane (area fortunatamente disabitata). Circa 200 le vittime totali |
12.10.1835 |
COSENTINO |
5.9 |
Epicentro tra S. Benedetto e Lappano. Semidistrutte Castiglione e S. Pietro in Guarano. Gravi danni a Lappano. Effetti del sisma sulla vita civile descritti in un libro da Alexandre Dumas. Un centinaio le vittime |
25.04.1836 |
CALABRIA SETTENTR. |
6.1 |
Epicentro ad ovest di Crosia. Sisma notturno, poco dopo la mezzanotte. Circa 600 morti, distrutte Rossano e Crosia. Segue tsunami intorno a Capo Trionto, con spiagge invase |
20.11.1836 |
BASILICATA |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Lagonegro che subisce diversi crolli, con una decina di vittime. Tra i paesi più colpiti: Rivello, Latronico, Corleto, Trecchina, Nemoli, Montesano e Casalbuono. Danni anche a Potenza e nel Vallo di Diano |
11.04.1837 |
APUANE |
5.7 |
Il sisma interessa le Alpi Apuane, a cavallo tra le attuali province di Lucca e Massa Carrara. Il paese più colpito Ugliancaldo, prossimo all’epicentro. Devastazioni anche ad Argigliano. Crolli ingenti a Casola (Lunigiana), Regnano, Montefiore, Renzano. Danni pure a Minucciano (Garfagnana). Una decina le vittime. Chiaramente avvertito anche a Lucca e Modena |
14.08.1846 |
MONTI PISANI |
5.8 |
Epicentro sui Monti Pisani, vicino ad Orciano che viene rasa al suolo. Crolli anche a Fauglia, Lari, Casciana, Riparbella. Danni pure a Pisa e Livorno dove il porto è allagato da un’onda di tsunami mentre pure il Lago di Massaciuccoli viene agitato dal sisma. Nel territorio interessato segnalate frane e fratture oltre a voragini (“buche di Lorenzana”) |
14.08.1851 |
BASILICATA |
6.3 |
Epicentro nei pressi di Barile. Colpita l’area circostante il massiccio del Vulture e la Val d’Agri. Distrutta Melfi dove si contano almeno 400 morti. Altri paesi semidistrutti: Rapolla, Barile, Atella, Lavello, Venosa, Rionero. Avvertito in Irpinia, Puglia e Campania. Numero di vittime totali certamente superiore a 700, forse un migliaio. Il sisma ebbe vasta risonanza, anche per la visita del Re Ferdinando II a Melfi e nei luoghi colpiti |
12.02.1854 |
COSENTINO |
6.1 |
Epicentro nei pressi di Donnici. Molti danni nella Valle del Crati. Una cinquantina i siti interessati. Distrutti Donnici, Sant’Ippolito, Paterno e Rende. Gravi danni a Cosenza dove sono lesionati duomo e cattedrale. Vittime circa 500 |
29.12.1854 |
MAR LIGURE |
5.8 |
Epicentro a nord-ovest di Ventimiglia, al confine tra Francia e Germania. Segnalati danni rilevanti a Ventimiglia e Sanremo, effetti fino ad Imperia (Porto Maurizio) |
16.12.1857 |
BASILICATA |
6.9 |
Evento distruttivo su ampia area geografica, interessati almeno 150 siti. Colpita soprattutto la Val d’Agri. Epicentro tra Viggiano e Villa d’Agri. Tra i paesi più devastati Montemurro (3000 morti), Sarconi, Saponara, Viggiano, Marsico, Tito. Gravi danni anche a Potenza, in particolare intorno a Porta Salza. Crolli e decessi anche in Irpinia e Salernitano. Stimati almeno 11mila morti, per alcuni 19mila. Almeno 6000 gli edifici distrutti. Forti ripercussioni sociali, con ricostruzione lenta e scarsa. Per conto della Royal Society di Londra, lo scienziato Robert Mallet, padre della moderna sismologia, compì un’ampia ricognizione della zona interessata e descrisse dettagliatamente gli effetti del sisma |
04.10.1870 |
COSENTINO |
6.1 |
Epicentro nei pressi di Cellara. Gravi effetti nelle valli del Savuto e del Crati. I paesi più colpiti: Longobucco (30 morti), Mangone (43 vittime), Aprigliano, Rossano, Lazzaro, Figline, Rovella. Danni anche a Cosenza, Castiglione e Rovito. Nel territorio frane e fessurazioni del terreno. Almeno 500 morti, 1500 le case crollate |
12.03.1873 |
MARCHE |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Morello. Maggiori danni a Camerino e S. Ginesio dove crollano diversi edifici. Segnalate lesioni in molti paesi delle Marche meridionali e della valle del Metauro: Amandola, Fabriano, Gualdo Tadino, Matelica, Spoleto, Urbino (duomo). Avvertito anche a Firenze. Nessuna vittima |
29.06.1873 |
BELLUNESE |
6.3 |
Epicentro tra Garna e Cornei, nella zona del lago di Santa Croce. Sisma all’alba. Gravi danni a Belluno dove la metà degli edifici (duomo compreso) subisce lesioni importanti. Crolli nella conca di Alpago e nel Cansiglio. La zona più colpita tra Belluno, Pordenone e Conegliano. Lesioni anche a Treviso, Verona e Venezia. Avvertito da Genova alle Marche ed in Svizzera. Decine di vittime |
17.03.1875 |
ROMAGNA |
5.8 |
Epicentro a nord di Rimini. Avvenuto poco prima della mezzanotte. Gravi danni a Cervia, Cesenatico e Rimini dove è danneggiato seriamente il Tempio Malatestiano e si registra un morto. Lesioni sulla costa da Pesaro a Ravenna. Segnalati fenomeni di liquefazione. Avvertito da Belluno a Roma. Segue leggero tsunami che invade le spiagge di Rimini, Cervia e Cesenatico mentre nel porto di Ancona si verificano oscillazioni sensibili |
06.12.1875 |
PUGLIA |
6.0 |
Sisma notturno. Epicentro tra S. Marco in Lamis e S. Giovanni Rotondo che risulta il paese più colpito con crolli di 300 case ed abitanti costretti a rifugiarsi in tende e baracche. Scarso il numero delle vittime. Avvertito in tutto il Gargano ed il Tavoliere dove le lesioni sono numerose |
28.07.1883 |
ISCHIA |
5.7 |
L’evento più violento nella storia dell’isola d’Ischia. Epicentro tra Lacco Ameno e Casamicciola dove crolla l’80% degli edifici e si registrano oltre mille morti, molti dei quali turisti. Sepolto sotto le macerie anche il giovane Benedetto Croce, unico superstite della sua famiglia. Gravi danni e numerose vittime anche a Lacco Ameno e Forio. Effetti del sisma amplificati da condizioni particolari (ipocentro molto superficiale, litologia con tufi rimaneggiati, scarsa qualità edilizia). Circa 2300 morti |
23.02.1887 |
LIGURIA OCCID. |
6.3 |
Sisma all’alba. Alcuni autori stimano una magnitudo di 6.9: il sisma più violento della Riviera Ligure di Ponente. Per alcuni epicentro in mare, per altri sulla costa di Diano Marina, completamente distrutta. Altri centri fortemente danneggiati: Apricale, Bussana, Montalto, Taggia, Ceriana, Cervo. Circa 650 morti, 20mila senzatetto. Effetti di sito (tipologie edilizie scarse su litologie scadenti) amplificano i danni. Frane nel territorio, liquefazione a Vado. Crolli pure a Nizza e Montecarlo. Avvertito a Torino e Milano. L’intera costa da Mentone ad Albissola subisce danni ed uno tsunami che invade Diano Marina con run-up di 3 metri |
07.06.1891 |
VALLE D’ILLASI |
5.7 |
Sisma notturno. Epicentro nei pressi di Badia Calavena, semidistrutta. Gravi danni in tutta la valle del fiume Illasi: Mezzane, Cazzano, Chiampo, Illasi i paesi più colpiti. Il numero delle vittime inferiore alla decina |
16.11.1894 |
CALABRIA MERID. |
6.0 |
Epicentro in Aspromonte, ad ovest di S. Procopio. Gravi danni a Palmi, Bagnara, Seminara, Santa Cristina, Sant’Eufemia, San Procopio. Avvertito anche alle Eolie ed in Sicilia. Un centinaio i morti. Leggero tsunami a Reggio Calabria, con oscillazioni del livello marino nello Stretto di Messina |
30.10.1901 |
SALO’ |
5.7 |
Epicentro a sud di Salò, la città più colpita. Interessata la sponda orientale del lago di Garda. Nessuna vittima |
24.02.1904 |
MARSICA |
5.6 |
Epicentro a sud-ovest di Rosciolo, tra i paesi più colpiti assieme a Magliano. Nessuna vittima |
08.09.1905 |
CALABRIA |
6.9 |
Sisma notturno, epicentro vicino a Vibo Valentia (ancora chiamata Monteleone). Grandi distruzioni a Vibo, Aiello, Pizzo, Piscopio. Alcuni paesi saranno ricostruiti in altri siti. L’area circostante Capo Vaticano geograficamente sconvolta: frane, voragini, liquefazione, fiumi deviati. Circa 600 morti. Tsunami da Nicotera a Scalea dove il run-up raggiunge 6 metri |
23.10.1907 |
CALABRIA IONICA |
5.9 |
Epicentro ad ovest di San Luca. Devastato Ferruzzano, ingenti danni a San Luca e Platì oltre che sul litorale ionico, colpito poi da tsunami tra Capo Bruzzano e Bianco. Lesioni anche a Motta S. Giovanni, Radicena, Brancaleone, S. Ilario, Gerace Marina, Siderno, Sinopoli. Almeno 150 morti |
28.12.1908 |
STRETTO DI MESSINA |
7.1 |
Il terremoto più grave del Novecento in Italia, il più forte degli ultimi 200 anni. Messina e Reggio rase al suolo. Gravissimi danni anche a Ganzirri, Pace e Villa S. Giovanni. Scosse avvertite fino a Napoli e Campobasso. Mai accertato con esattezza il numero dei morti, certamente superiore a 60mila e prossimo a 80mila. Ancora dibattuta la questione dell’epicentro: o in terra, tra Archi e Gallico, oppure nello Stretto, davanti a Reggio. Associato un violento tsunami, con run-up fino a 12 metri, dovuto principalmente ad una frana sottomarina originatasi davanti Giardini Naxos. Tsunami che colpisce sia la costa siciliana che quella calabrese, con danni ingenti ma numero di vittime limitato |
07.06.1910 |
IRPINIA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Calitri dove crolla il 30% degli edifici, con diverse vittime. Una sessantina i comuni interessati. Altri centri colpiti Sala, Bagnoli, S. Angelo dei Lombardi e la parte più occidentale della Basilicata. Una cinquantina i morti |
27.10.1914 |
LUCCHESIA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Ponte a Moriano. Colpita la media valle del Serchio e la piana di Lucca, ben avvertito anche in Versilia ed in tutta la Toscana. Crolli a Barga, Porcari, Massarosa, Camaiore, Pietrasanta, Montecatini, Pescia. Danni lievi a Lucca, Viareggio, Carrara. I morti non superano la decina |
13.01.1915 |
MARSICA |
7.0 |
Evento fortemente distruttivo, paragonabile a quello di Messina del 1908. Epicentro nella conca del Fucino, a sud-est di Paterno. Avvertito dalla Basilicata al Veneto, 370 i siti colpiti, una cinquantina i paesi rasi al suolo. Avezzano il centro più colpito: scompare più dell’80% degli abitanti! In totale almeno 30mila morti, forse 35mila: il 25% dell’intera popolazione abitante nell’area interessata. Gravemente colpita anche la valle del Liri, nel Lazio. Tra i paesi distrutti: Capistrello, Celano, Cese, Collarmele, Paterno, Scanno, Gioia dei Marsi, Magliano, Pescina (50% degli abitanti scompaiono), Sora (3000 morti), Arpino, Pescosolido, Isola Liri. Grandi sconvolgimenti nel territorio, con frane e voragini. Un’ipotesi, mai verificata, pone come possibile concausa di questo evento il prosciugamento del Fucino |
17.05.1916 |
ROMAGNA |
5.8 |
Prima scossa importante di una sequenza che durerà sei mesi (vedi sotto). Epicentro nei pressi di S. Lorenzo in Strada. Crolli importanti a Rimini, Riccione e Cattolica. Mille edifici lesionati a Rimini. Danni anche a Santarcangelo e Savignano, lesioni in tutta la Romagna e nella valle del Metauro |
16.08.1916 |
ROMAGNA |
5.9 |
Scossa appartenente alla stessa sequenza sismica della precedente. Il sisma accentua i danni provocati il 17 maggio. Epicentro nei pressi di Scacciano. Parecchi crolli a Riccione, ulteriori danni a Rimini, Pesaro, Cattolica, Fano, Saltara. Una decina i morti totali della sequenza che finirà a dicembre |
26.04.1917 |
VAL TIBERINA |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Lippiano. Area più colpita a cavallo di Toscana ed Umbria, in particolare la valle del Cerfone. Distrutti Monterchi (90% degli edifici inagibili) e Citerna, gravi danni a Sansepolcro, Città di Castello, Petretole, Lippiano, Lugnano, Padonchia, Anghiari. Avvertito anche in Lazio e Romagna. Una trentina i morti |
10.11.1918 |
APPENNINO ROMAGNA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Santa Sofia, il paese più colpito. Danni anche a Galeata, Bagno, Civitella. Lesioni a Predappio e Verghereto. Avvertito in tutta la Romagna, in particolare a Bertinoro. Una ventina di vittime |
29.06.1919 |
MUGELLO |
6.1 |
Epicentro nei pressi di Santo Stefano. Colpiti l’intero Mugello, la Val di Sieve ed il Casentino. Il sisma più violento della storia nella provincia di Firenze. Il paese più colpito Vicchio dove crolla il 50% delle abitazioni (compresa la casa natale di Giotto) e si registrano alcune decine di morti. Gravi danni anche a S. Godenzo, Scarperia, Borgo S. Lorenzo, Casaglia, Barberino, Dicomano (crolla la torre dell’orologio), Firenzuola, Bibbiena e Poppi. Almeno 100 le vittime totali, migliaia i senzatetto |
07.09.1920 |
LUNIGIANA – GARFAGNANA |
6.4 |
Epicentro a Nicciano. Sisma all’alba. Interessate Garfagnana e Lunigiana, a cavallo delle province di Massa Carrara e Lucca. Devastato Fivizzano (30 morti), distrutti Vigneta e Villa Collemandina. Gravi danni a Piazza al Serchio, Castelnuovo, Sassalbo, Villafranca, Filattiera, Pontremoli. Un centinaio i siti in cui si riscontrano lesioni, comprese la Versilia e Pisa. Avvertito dalla Costa Azzurra al Friuli. Almeno 200 vittime (molta popolazione, “avvertita” da scosse precedenti, non dormiva in casa) |
07.03.1928 |
CALABRIA CENTRALE |
5.8 |
Epicentro a sud di Mileto. Colpita l’area circostante Capo Vaticano e la piana di Gioia Tauro dove si contano numerosi crolli. A Gioia Tauro gravemente danneggiata la cattedrale. Danni anche a S. Onofrio, Seminara, Mileto, S. Calogero |
27.03.1928 |
CARNIA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Pusea. Gravi danni in Val d’Arzino. Tra i paesi più colpiti Alesso, Marins, Tramonti, Vito d’Asio, Chiaicis, S. Stefano, Pusea. Una decina le vittime |
23.07.1930 |
VULTURE – IRPINIA |
6.7 |
Sisma notturno, importante per sviluppo areale e danni. Epicentro nei pressi di Lacedonia, il paese più devastato (crolla il 70% delle abitazioni). Danni ingenti anche nel Vulture, lesioni a Napoli e Salerno. Paesi più colpiti: Aquilonia, Villanova, Barile, Ariano, Atella, Rapolla, Rionero, Accadia, Villanova, Trevico, Vallesaccarda, Scampitella e Melfi. Incerto il numero dei morti, almeno 1400. Ricostruzione efficiente e veloce ad opera del regime fascista |
30.10.1930 |
SENIGALLIA |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Senigallia dove vengono distrutti 2000 edifici e si contano una ventina di vittime. Danni anche nella valle del Metauro. Siti più colpiti: Mondolfo, S. Costanzo, Montemarciano, Marotta, Fano ed Ancona nel cui porto si verifica un leggero tsunami con numerosi ormeggi divelti e danni ai moli |
26.09.1933 |
MAIELLA |
5.7 |
Sisma notturno. Epicentro nei pressi di Lama dei Peligni, tra i centri più distrutti. Altri paesi devastati: Taranta Peligna, Fara S. Martino, Civitella Messer Raimondo, Salle, Popoli. Soltanto una dozzina i morti perché la popolazione, a seguito di scosse precedenti, aveva già abbandonato le abitazioni |
18.10.1936 |
CANSIGLIO |
6.0 |
Epicentro ad est di Fadalto. Interessata la zona circostante l’altipiano del Cansiglio ed il territorio di tre province attuali (Belluno, Treviso, Pordenone). Principali paesi con gravi danni: Stevenà, Fiaschetti, Cornei, la conca d’Alpago. Crolli vari a Sacile, Belluno, Vittorio Veneto, Conegliano, S. Vito. Lesioni pure a Bolzano e Venezia |
03.10.1943 |
MARCHE |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Castignano. Sequenza sismica iniziata alcuni mesi prima. Colpite le Marche meridionali, nella zona di confine con Abruzzo e Lazio. Gravi danni ad Offida, Castignano e S. Venanzo. Lesioni ad Ascoli. 2 morti |
11.05.1947 |
CALABRIA |
5.7 |
Epicentro macrosismico ad est di Satriano, spostato in mare a 15 km dalla costa secondo studi più recenti. Colpito il versante jonico della provincia di Catanzaro (golfo di Squillace). Gravissimi danni a Isca sullo Jonio dove crolla il 60% delle abitazioni e si segnalano due vittime (le uniche). Crolli pure a Badolato, Cenadi, S. Caterina, Gasperina, Sant’Andrea, Satriano. Lesioni a Catanzaro, Soverato, Bivongi |
05.09.1950 |
GRAN SASSO |
5.7 |
Epicentro nei pressi del lago di Campotosto. Sisma all’alba. Interessati Abruzzo, Marche e Lazio nell’area dei Monti della Laga (Accumoli, Amatrice). Danni ingenti ad Isola del Gran Sasso d’Italia, Pietracamela, Campli, Penne. Lesioni a l’Aquila ed Ascoli Piceno. Sequenza sismica durata un anno |
21.08.1962 |
IRPINIA |
6.2 |
Epicentro nei pressi di Apice. Ariano e Melito i paesi più colpiti. Sisma popolarmente definito “signore” perché ha danneggiato gli edifici ma provocato pochi morti (una quindicina). Ben avvertito ad Avellino e Napoli. Crollo di un ponte sulla ferrovia Avellino-Foggia. 10mila senzatetto |
15.01.1968 |
VALLE DEL BELICE |
6.1 |
Epicentro nei pressi di Salaparuta, praticamente distrutta. Evento notturno, con sequenza sismica. Colpite le province di Trapani ed Agrigento, in particolare la valle del fiume Belice. Devastate Montevago e Gibellina dove crolla il 90% degli edifici. Numerosi crolli a Poggioreale. Gravi danni a Salemi (crollo chiese), S. Margherita, Santa Ninfa, Partanna, Sciacca, Calatafimi. Lesioni a Palermo. Sisma inizialmente sottovalutato e ritardo nei soccorsi in una zona ritenuta “non sismica”. Effetti delle scosse amplificati dalla pessima qualità edile dei fabbricati. Ricostruzione poco efficiente, bloccata a lungo da burocrazia e politica. Alcuni paesi ricostruiti altrove, in una sorta di “laboratorio architettonico”. Quasi 400 morti, 70mila senzatetto: soprattutto anziani, donne e bambini perché molti uomini adulti già emigrati |
06.05.1976 |
FRIULI |
6.4 |
Evento intorno alle ore 21. Ancora scientificamente discussa l’esatta sede dell’epicentro, dal punto di vista macrosismico situata tra Gemona ed Artegna, completamente distrutti. Sisma devastante che travolge un’intera regione, in particolare l’area a nord di Udine. Una settantina i comuni colpiti, 45 dei quali “rasi al suolo” secondo la definizione ufficiale. Gravi danni anche in Slovenia orientale. Segue una lunga sequenza sismica (vedi sotto) |
15.09.1976 |
FRIULI |
6.0 |
Epicentro ad est di Osoppo. Scossa appartenente alla sequenza sismica del precedente. Ciò che era rimasto ancora in piedi, crolla definitivamente. Particolarmente colpiti Trasaghis, Osoppo, Gemona, Buja, Venzone. La ricostruzione, coordinata da Zamberletti, risulterà efficiente e completata in una decina di anni. Il conto definitivo delle vittime consta di 989 unità, 45mila i senzatetto |
15.04.1978 |
GOLFO DI PATTI |
6.0 |
Epicentro nel golfo di Patti. Scossa poco prima della mezzanotte. Danni ingenti a Patti dove crollano 70 edifici, diversi feriti ma nessuna vittima: la ricostruzione porta al progressivo abbandono del centro storico. Danni anche a Vulcano e lesioni nella costa settentrionale siciliana fino a Milazzo: Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Ficarra |
19.09.1979 |
VAL NERINA |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Colmotino. Sisma avvenuto poco prima della mezzanotte. Crolli e danni a Norcia, Cascia e zone limitrofe, soprattutto nelle abitazioni più antiche. Tra i paesi più colpiti Chiavano, Atri, Civita, Trimezzo. Lesioni anche nell’area dei Monti Sibillini. 5 morti |
23.11.1980 |
IRPINIA |
6.9 |
Sisma devastante. Epicentro tra Teora e Castelnuovo. Scossa principale alle 19.34. Coinvolti Irpinia e Vulture ma anche l’intera Campania, la Basilicata e la Puglia occidentale. Distrutti Conza, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi (80% degli edifici crollato e 482 decessi), Teora, Santomenna, Castelnuovo di Conza. A Balvano crolla la chiesa durante la messa (77 morti). Danni ingenti anche ad Avellino (82 vittime) e Napoli dove crolla un intero palazzo a Poggioreale (52 deceduti). 30 città dichiarate ufficialmente “disastrate” mentre il 75% dei comuni dell’area interessata risulta “danneggiato”. Coinvolti 5 milioni di persone. Strade e ferrovie bloccate, l’Italia divisa in due. Gravi ritardi nei soccorsi per sottovalutazione dell’evento, confermati dal Presidente Pertini in diretta tv. Circa 3000 morti, 250mila senzatetto. Scandalo della ricostruzione con gravi speculazioni (“Terremotopoli”) |
07.05.1984 |
ABRUZZO |
5.9 |
Epicentro nei pressi di Pizzone. La zona interessata compresa tra Isernia-Frosinone-Avezzano. Una settantina i comuni colpiti tra cui Alfedena, Pescocostanzo, Opi, Rivisondoli, Castel di Sangro, Teano, Mignano, Sessa. Danni anche a Caserta ed Isernia dove parecchi edifici risultano inagibili. Avvertito anche a Napoli ed Ischia. L’11 maggio un’altra scossa importante provoca ulteriori danni. 7 morti, 6000 senzatetto. Ricostruzione molto lenta, non ancora ultimata |
05.05.1990 |
BASILICATA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Colliano. Colpita l’area a cavallo di Campania e Basilicata. Avvertito da Benevento a Matera. Sciame sismico durato mesi. Tra i paesi più colpiti: Paupisi, Pietragialla, Vaglio, S. Angelo delle Fratte, Ruoti, Avigliano, Tito. Danni e lesioni anche a Potenza. Molti edifici, non ancora risistemati dopo il 1980, ulteriormente danneggiati ed abbattuti. 2 morti |
13.12.1990 |
AUGUSTA |
5.7 |
Sisma notturno. Definito il “terremoto dei silenzi” perché spesso dimenticato dai media. Epicentro a sud di Castelluccio. Colpiti Augusta, Lentini, Carlentini, Melilli e Militello. 17 i morti, 10mila i senzatetto. Segue uno tsunami che invade il viale a mare ed il porto di Augusta, con danni comunque limitati |
26.09.1997 |
UMBRIA – MARCHE |
6.0 |
Epicentro nei pressi di Colfiorito. Colpite Umbria e Marche. Sciame sismico iniziato a maggio e proseguito per un anno. Prima scossa notturna, la più forte alle 11.42. Danni maggiori a Foligno (dove il 14.10 crolla il campanile della cattedrale in seguito ad altra scossa), Nocera Umbra (85% degli edifici inagibili e crollo della famosa torre cittadina), Preci, Sellano, Fabriano, Camerino, Serravalle, Visso, Matelica. Ad Assisi crolla la volta della basilica superiore, uccidendo 4 persone che stavano eseguendo un sopralluogo. Morti totali 11, 32mila senzatetto |
09.09.1998 |
POLLINO |
5.7 |
Epicentro nei pressi di Castelluccio Superiore. Crolli e lesioni in tutti i paesi attorno al massiccio del Pollino, al confine tra Basilicata e Calabria. Paesi più colpiti: Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore, Rivello. 2 morti |
06.09.2002 |
PALERMO |
5.8 |
Scossa principale notturna. Epicentro in mare, 35 km a NE di Palermo. Interessata la Sicilia settentrionale. A Palermo lesioni nel centro storico, lievi danni anche a Ficarazzi. 2 morti per infarto a Palermo |
31.10.2002 |
MOLISE |
5.7 |
Epicentro nei pressi di Bonefro. Danni principali a S. Giuliano dove nel crollo di una scuola muoiono 27 bambini ed una maestra. Lesioni anche nella provincia di Foggia. 30 le vittime totali, 5000 senzatetto |
26.10.2006 |
TIRRENO MERIDIONALE |
5.6 |
Epicentro nel Mar Tirreno, a largo di Stromboli. Sisma avvertito fino in Puglia, nessun danno di grave entità |
06.04.2009 |
L’AQUILA |
5.9 |
Epicentro prossimo alla frazione Collefracido del comune di L’Aquila. Lunga sequenza sismica, evento principale notturno, alle 03.32. Colpita l’intera provincia di L’Aquila il cui centro storico è completamente evacuato ed ancora inagibile a 3 anni di distanza. Gravissimi danni a L’Aquila e nel suo circondario, in particolare nella valle dell’Aterno. Altri centri duramente colpiti: S. Demetrio, Paganica, Pizzoli, Onna, Villa S. Angelo (crollato il 90% degli edifici), Poggio Picenze, Rocca di Cambio. Nel Lazio danni ad Amatrice, Accumoli, Borgorose. Avvertito anche a Roma, con lievi lesioni. 308 morti, almeno 50mila senzatetto. Evento scientificamente considerato “gemello” di quello del 1461 |
20.05.2012 |
EMILIA |
6.0 |
Sisma notturno, alle 4.03. Ipocentro a circa 6 km di profondità. Epicentro nei pressi di Finale Emilia che subisce numerosi crolli e gravi lesioni. Ingenti danni anche a S. Felice sul Panaro (in particolare nel centro storico) ed a Mirandola. Crollati chiese e capannoni industriali. La zona più interessata tra le province di Modena e Ferrara. 7 morti. Avvertito in tutto il nord Italia |
29.05.2012 |
EMILIA |
5.8 |
Epicentro nei pressi di Medolla, geograficamente più ad ovest del precedente. Evento accaduto alle 9.00. Ancora discussa l’ipotesi se sia collegabile o no al sisma del 20.05 (altra faglia?). Ipocentro a circa 9 km di profondità. Nuovi danni nelle aree già colpite il 20.05 (Mirandola, S. Felice) ma soprattutto in altri centri: Medolla (crollo di capannoni industriali), Cavezzo (75% degli edifici lesionati), S. Prospero, Novi di Modena (dove il 03.06 crolla la torre dell’orologio). Lesioni rilevanti anche a Carpi, Cento, Ferrara, Poggio Rusco, Mantova, Modena. 19 morti, in particolare tra i lavoratori di alcune aziende industriali. Circa 15mila i senzatetto causati dallo sciame sismico. Rilevati fenomeni di liquefazione del terreno oltre a fagliazione superficiale. Secondo la classificazione ufficiale, l’area interessata dalle scosse ricadeva in “zona sismica 3” soggetta a “scuotimenti modesti” |