Quest’anno l’inizio della stagione delle piogge zenitali sull’Africa sub-sahariana si è rilevata più intensa del previsto grazie al mantenimento della posizione avanzata del “fronte di convergenza intertropicale” su buona parte dell’Africa occidentale, in particolare il settore fra Niger e Ciad. Per le popolazioni dell’Africa sub-sahariana, che vivono solo di agricoltura e pastorizia, questa è una ottima notizia. Spesso in questi paesi cosi poveri una mancata stagione delle piogge può costare veramente caro alla gente, provocando gravissime carestie che vanno ad alimentare i conflitti tribali ed etnici che sovente insaguinano queste terre (facendo il gioco delle organizzazioni integraliste islamiche che ormai hanno spostato le loro mire espansionistiche verso il Maghreb) nella totale indifferenza della comunità internazionale. Fortunatamente il 2012 si conferma un anno più piovoso della norma in molte zone della fascia salesiana, dopo i surplus pluviometrici registrati in Somalia, duramente colpita lo scorso anno da una delle peggiori siccità viste in 60 anni, nel corso dei mesi della stagione primaverile, durante la graduale avanzata verso nord del “fronte di convergenza intertropicale” lungo l’Africa orientale. In quasi tutti i paesi del Sahel, dal sud del Mali, passando per il Burkina Faso, il Niger meridionale, il Ciad meridionale e il South Sudan, gli apporti pluviometrici finora registrati sono superiori alle media, con surlpus però localizzati solo in aree più ristrette, mentre il quantitativo di poco sopra la media, attorno oltre i 40-50 mm, comincia ad allargarsi quasi ovunque.
Il surplus più consistente si è registrato nel settore occidentale del South Sudan, dove localmente sarebbero caduti oltre 100 mm d’acqua a seguito delle intense “Multicelle” e dei “Cluster” che si sono formati di continuo sull’area. Il posizionamento cosi avanzato dell’ITCZ sul fronte africano è da imputare alle anomalie termiche oceaniche dell’Atlantico equatoriale, nel tratto poco a sud e sud-ovest del golfo di Guinea. Tali anomalie oceaniche hanno originato il temporaneo rinforzo del flusso del Monsone di Guinea (altro non è che il corrispondente dell’Aliseo di SE sull’Atlantico meridionale che oltrepassa l’equatore ed in prossimità delle coste dell’Africa occidentale viene deviato verso destra dalle depressioni termiche che si formano sull’Africa centrale e il Sahel) che a sua volta, estendendosi verso il Sahel fino al Mali, Niger, sud del Ciad e South Sudan, ha spinto l’ITCZ ben oltre le medie climatologie del periodo, specie sull’Africa occidentale dove il “fronte di convergenza intertropicale”, causa le ingerenze degli umidi venti da SO e O-SO di lontana origine atlantica, si trova posizionato fra il Mali centrale, il nord del Niger e il Ciad centro-settentrionale. Sul fronte dell’Africa occidentale la posizione media si è mantenuta attorno i 17.3’ di latitudine nord, di circa 1.1’ più a nord della posizione media climatologica.
Proprio grazie all’impulso dei venti da O-SO e SO l’ITCZ ha mantenuto questa posizione cosi avanzata per un periodo prolungato. Sul fronte orientale la posizione dell’ITCZ è stata di 14.3’ nord, appena di 0.3 gradi a nord della media climatica. Questa notevole espansione di latitudine degli umidi venti monsonici di Guinea ha costretto i caldi e secchi venti da E-NE e NE (“Harmattan”, corrispondente all’Aliseo di NE sul Sahara), prevalenti su tutto il deserto del Sahara, ad arretrare verso nord, spirando piuttosto tesi fra il deserto libico, l’area montuosa dell’Ahaggar e l’entroterra desertico algerino e del Marocco meridionale fino al Sahara occidentale e alla Mauritania. Ma l’interazione tra la calda e secca ventilazione orientale con i più umidi venti da SO o più da O-SO ha favorito la formazione di una depressione termica al suolo, con minimo pronto a scendere poco sopra i 1000 hpa, localizzata fra l’estremo sud-ovest dell’entroterra desertico algerino e il nord-est del Mali, in pieno Sahara occidentale. Questa depressione saheliana, a carattere termico, in questi giorni è stata la principale responsabile del temporaneo rinforzo dell’umido Monsone di Guinea che ha fatto impennare la linea dell’ITCZ ulteriormente verso l’alto sull’Africa occidentale, rinvigorendo la Cella di Hadley e spingendo a sua volta il promontorio anticiclonico algerino nel cuore del Mediterraneo. In più gli umidi venti da SO e O-SO sono arrivati fino al nord del Mali e del Niger.
Qui le infiltrazioni umide, di origine oceanica, hanno anche prodotto un po’ di instabilità, con la formazione di locali Cellule temporalesche e “Cluster” (temporali a grappolo) che hanno prodotto anche delle precipitazioni nel deserto nigerino e malitiano. Addirittura nel nord del Mali, nel tratto di deserto a sud della regione montuosa dell’Ahaggar (nel sud dell’Algeria), nell’ultima settimana si sono verificati dei temporali, anche intensi, che hanno dato luogo a piogge e a veri e propri rovesci che hanno bagnato la superficie desertica, con accumuli che localmente hanno superato pure i 15-20 mm. Ma delle piogge, indotte dall’attività convettiva innescata dalle infiltrazioni umide dai quadranti meridionali, si sono verificate anche nel sud-est dell’Algeria, in particolare nella regione a nord della catena montuosa del Tassili, con apporti di appena 10-20 mm mensili. Qualche scroscio di pioggia, nel corso degli ultimi 20 giorni, ha colpito anche alcune aree del Fezzan, nel deserto libico, con apporti che comunque non hanno superato gli 8-10 mm. Inoltre lungo la parte settentrionale del “fronte intertropicale” gli intensi venti orientali, in genere da Est o E-NE, hanno sollevato imponenti “Haboob” (tempeste di polvere) che dal nord del Ciad e dal sud della Libia si sono estese al sud dell’entroterra algerino arrivando fino al nord del Mali raggiungendo la parte orientale della Mauritania, quella maggiormente penalizzata, in termini di piogge, dal costante soffio dei sostenuti venti da NE.
Tempeste di sabbia di provenienza opposta, determinate dalla risalita dei più umidi venti da SO e O-SO (legati a monsone africano), hanno colpito il Sudan centrale, coinvolgendo più volte pure la capitale Khartoum e la vicina città di Omdurman, lungo il corso del Nilo. Queste tempeste di polvere, risalendo da sud, sono riuscite ad estendersi fino alle coste del mar Rosso, coinvolgendo città come Tokar o Port Sudan. In questi giorni l’avvicinamento sul Mediterraneo e l’Europa occidentale dell’anticiclone delle Azzorre, che farà seguito ad un rinforzo dell’umido flusso zonale delle medie latitudini in area atlantica, costringerà il bordo orientale dell’anticiclone oceanico a spingersi verso il Mediterraneo centro-occidentale. Propagandosi all’area mediterranea l’azzorriano, con il suo bordo orientale, farà affluire masse d’aria più temperate e umide dalle medie latitudini atlantiche che accompagneranno un rinforzo della ventilazione settentrionale fra i mari italiani, lo Ionio e l’Egeo. In particolare sull’Egeo e mar di Creta gli “Etesii” si intensificheranno notevolmente, spirando da moderati a tesi in direzione delle coste libiche, dove genereranno un discreto moto ondoso. I venti da Nord e N-NE poi penetreranno sul deserto libico, spirando anche sostenuti, per propagarsi al nord del Ciad e all’Algeria meridionale con tese correnti da Est e E-NE che respingeranno verso sud l’ITCZ, finora troppo avanzata a nord, e gli umidi venti monsonici di Guinea che dovrebbero relegarsi fino al sud del Mali e del Ciad. Ma si dovrebbe trattare di un arretramento temporaneo e marginale visto che entro fine mese un ulteriore rinforzo della circolazione monsonica dal golfo di Guinea farà guadagnare latitudine all’ITCZ, accompagnando il conseguente spostamento verso nord del baricentro dell’opprimente anticiclone sub-tropicale libico-algerino che si preparerà a pilotare nuove ondate di calore verso il Mediterraneo centro-occidentale ad inizio Luglio.