Si preannunciava un grande spettacolo, e spettacolo è stato. Venere ha affascinato milioni di osservatori in tutto il mondo che hanno potuto osservare un evento che si verificherà nuovamente soltanto nel 2117. Astronomi e astrofisici hanno ottenuto informazioni preziose al fine di studiare il pianeta e la sua densa atmosfera, autentico laboratorio naturale per studiare l’effetto serra. Per il transito si è mobilitata tutta la comunità scientifica: dall’Agenzia Spaziale Europea, alla NASA, che ha messo a disposizione anche le strumentazioni in orbita nello spazio. Le buone condizioni meteo su gran parte del nostro paese hanno permesso di seguire l’evento al meglio, a partire dall’alba. ”E’ stato un grande spettacolo astronomico e la visibilità è stata ottima”, dice dalla Toscana il responsabile delle attività di divulgazione della Uai, Paolo Volpini. ”Siamo saliti su una collina per avere meno ostacoli possibile all’orizzonte ed abbiamo potuto seguire le fasi finali del transito per circa un’ora. Le condizioni meteo erano ottime, a parte qualche nuvoletta all’orizzonte che ha coperto il Sole per i primi minuti”. I primi a poter osservare il transito di Venere dall’Italia sono stati ricercatori e appassionati della costa adriatica, dalla quale il fenomeno era visibile a partire dal sorgere del Sole, alle 5,30. Era questa l’ora in cui si erano dati appuntamento gli astrofili presso il Planetario di Ravenna, ma il terremoto avvenuto al largo di Ravenna alle 6:08 ha riportato tutti alla realtà quotidiana.