Il Monsone di SO, dopo giornate di attesa, ha finalmente raggiunto le coste sud-occidentali indiane, portando le prime piogge e i primi forti rovesci sugli stati del Kelara, Mysore e in parte del più settentrionale Maharashtra. Come affermato dal Dipartimento di meteorologia indiano, che segue l’evoluzione della circolazione monsonica sulle coste asiatiche, le prime precipitazioni sono state registrare nello stato del Kerala da dove si sposteranno, nei prossimi mesi, in tutto il paese. Il flusso umido marittimo da SO, proveniente dalle coste settentrionali della Somalia, dopo aver attraversato il mar Arabico, si è notevolmente umidificato, raggiungendo le coste indiane occidentali con una tesa e umida ventilazione da O-SO e SO che ha impattato sul versante occidentale dei rilievi del Ghati, favorendo la formazione di estesi annuvolamenti da “stau” che dato luogo a piogge e rovesci di pioggia. Le piogge portate dall’umida ventilazione sud-occidentale colpiscono normalmente la costa sud-occidentale del paese il 1 Giugno e si prolungano fino alla fine del mese di Settembre, in qualche caso possono proseguire anche nei primi giorni di Ottobre.
Il ciclo del Monsone è fondamentale per un grande paese in rapida crescita economica come l’India. L’agricoltura indiana dipende per il 60 % dalle precipitazioni portate dal Monsone indiano e una cattiva stagione sarebbe un disastro per i 253 milioni di agricoltori del paese. Sebbene il contributo del settore agricolo all’economia dell’India sia passato dal 30 al 14 % agli inizi degli anni 90, le precipitazioni abbondanti restano vitali per la crescita. La spesa nelle zone rurali rappresenta oltre il 50 % dei consumi interni e una cattiva stagione dei monsoni si ripercuoterebbe sulla domanda di tutti i tipi di beni, dai frigoriferi alle autovetture. L’India ha registrato un tasso di crescita del 5,3% nel periodo compreso tra gennaio e marzo, uno dei più bassi degli ultimi nove anni. Insomma, senza le abbondanti piogge rilasciate dal Monsone durante la stagione estiva, l’India pagherebbe pesanti conseguenze al suo sviluppo. Dal punto di vista meteo/climatico la macchina del Monsone di SO si prontamente collaudata, pur con qualche giorno di ritardo rispetto alla normale tabella di marcia.
L’intenso riscaldamento stagionale dell’entroterra del sub-continente indiano ha originato la profonda depressione termica al suolo, minimo sotto i 995 hpa, che proprio in questo periodo dell’anno comincia a formarsi sopra le grandi pianure del Gange, nell’India settentrionale. Il “gradiente termico” tra l’altopiano del Tibet e l’India risulta completamente invertito, con temperature sopra l’altopiano tibetano più alte rispetto alla parte meridionale dell’India e all’oceano Indiano, dove sopraggiungono le prime piogge intense. La conseguente formazione di un anticiclone nella troposfera superiore, sulla regione tibetana, genera un’inversione delle correnti nell‘alta troposfera, che da Ovest e O-SO si dispongono dai quadranti orientali. Nello stesso tempo, con la formazione della depressione termica lungo le pianure del Gange, si origina una sostenuta corrente sud-occidentale che dalle coste della Somalia comincia a spirare con grande vigore verso il mar Arabico e le coste dell’India occidentale.
Questa particolare situazione barica accompagna lo spostamento, marcato, verso nord dell’“ITCZ” sull’oceano Indiano. Le forti precipitazioni che avvengono sulle coste indiane occidentali, sono apportate dalle intense, spesso burrascose, correnti da SO e O-SO, chiamate “getti Somali“, visto la loro origine attorno le coste del Corno d’Africa, richiamate dalla profonda depressione termica che si origina sull‘India settentrionale durante il periodo tardo primaverile (Maggio, Giugno). Queste correnti sud-occidentali sono molto umide a causa del loro passaggio obbligato sulle superfici sub-equatoriali dell‘oceano Indiano. Le piogge si intensificano ulteriormente quando queste correnti, salendo di latitudine verso l’India centro-settentrionale, interagiscono con i primi rilievi himalayani, nel loro moto verso nord-est. Questo è il motivo per cui il settore immediatamente a nord del golfo del Bengala è noto per avere le più intense precipitazioni del mondo durante la stagione monsonica estiva. Per questo motivo Cherrapunji, villaggio indiano sulle prime pendici dell’Himalaya, è una tra le località più piovose al mondo, detenendo una media pluviometrica annua di ben 11.777 mm.
Inoltre la circolazione depressionaria a bassa quota sull’entroterra indiano fornisce le condizioni favorevoli allo sviluppo di una fitta attività convettiva e delle depressioni tropicali, che propagandosi verso ovest tendono a intensificarsi ulteriormente. Sui territori asiatici meridionali, il riscaldamento dai bassi strati, insieme all’aumento della convergenza sugli oceani circostanti, determina un ambiente favorevole allo sviluppo di convezione organizzata. Questo è importante per il continuo mantenimento del “Monsone“. Nei prossimi giorni il Monsone andrà ulteriormente ad intensificarsi, soprattutto sulle coste dell’India occidentale, dal Kelara allo stato del Maharashtra, vista l’interazione fra gli umidi “getti somali” e i rilievi del Ghati occidentale che ergeranno una barriera naturale al flusso da O-SO e SO, addensando nubi molto compatte che daranno luogo a persistenti piogge. Intense piogge e temporali nei prossimi giorni colpiranno duramente il Kelara, il Mysore e il Maharashtra, da Kochi fino alla metropoli di Mumbai. In più il “gradiente barico” fra l’oceano Indiano sub-equatoriale e il nord degli stati indiani, dove è collocata la bassa pressione termica, favorirà un progressivo rinforzo degli intensi venti da SO e O-SO che stanno sferzando le coste somale e il mar Arabico occidentale, con punte sopra i 60-70 km/h, rendendo il mare molto agitato, con onde alte più di 4-5 metri. Le ondate raggiungeranno anche le coste indiane occidentali, determinando forti risacche fino ai litorali di Mumbai.