Come ben sappiamo tutta l’area del Catino Padano tra la tarda primavera e il periodo estivo si trasforma in una grande fucina temporalesca con le prime irruzioni d’aria fresca in quota, da Ovest e nord-ovest, mentre nei bassi strati prevale una componente più meridionale o mediamente sud-occidentale che inasprisce ulteriormente i contrasti termici alle varie quote. Inoltre l’intensa insolazione diurna e il maggior riscaldamento delle terre emerse crea una sorta di spesso “cuscino di aria calda e molto umida” che preesiste in prossimità del suolo, specie durante i lunghi periodi anticiclonici, quando l’alta pressione nord-africana, coadiuvata dal ramo sub-tropicale dell’anticiclone oceanico, si distendono con i propri elementi verso la regione alpina e la Mitteleuropa. In questo contesto il “cuscino caldo padano” offre un gran potenziale per lo scoppio dell’attività convettiva non appena il primo spiffero di aria fredda transita sopra le vette delle Alpi per scorrere sopra il Catino Padano e originare un intenso “gradiente termico verticale” che attiva e rinvigorisce i moti ascensionali in seno alla colonna d’aria.
Molto spesso, quando sulla pianura Padana le umide e fresche infiltrazioni oceaniche scalzano l’aria calda ereditata da una precedente avvezione calda sub-tropicale proveniente dall’entroterra nord-africano, cominciano a formarsi i temporali che possono evolvere o in grosse “Cellule temporalesche” o in più complessi “sistemi a Multicella”, più rare sono invece le “Supercelle” che prendono corpo solo in presenza di un forte “Wind Shear verticale” che sulla pianura Padana si ottiene soltanto quando nei bassi strati i venti si dispongono da SE e S-SE, mentre a 850 hpa ruotano più da S-SO e SO, assumendo una spiccata componente occidentale attorno i 500 hpa (5300 metri). Non è un caso se la maggior parte dei temporali più forti che investono la pianura Padana si sviluppi proprio attorno l’area dei grandi laghi del nord, come il lago Maggiore, il lago di Como e il lago di Garda. Proprio sul Garda, lungo il confine fra Lombardia e Veneto, con una certa frequenza, soprattutto nel mese di Agosto, si possono manifestare fenomeni temporaleschi particolarmente intensi, con grandinate, potenti “Downburst” e trombe d’aria che possono anche causare importanti danni lungo i comuni che si affacciano sul lago più grande d‘Italia.
Difatti il Garda rappresenta l’unica grande fonte di aria molto umida che è racchiusa in un più ampio ambiente molto caldo, come la pianura del lombardo-veneto. Le cumulogenesi che si vengono a formare lungo il settore prealpino (per forzatura orografica o per un passaggio frontale) spesso rimangono intrappolate sopra il Garda, dove acquistano una sufficiente quantità di vapore acqueo e calore latente, indispensabile per la convenzione, rilasciata dalla forte evaporazione a cui è sottoposto lo specchio lacustre nel periodo estivo. In questo caso la “Cellula temporalesca” che comincia a prendere forma viene costantemente alimentata da aria piuttosto umida che si innalza verso l’alto e determina un ulteriore risucchio di umidità dal lago. Anche se il “gradiente termico verticale” cominci a diminuire per via dell’acqua più fredda della terraferma, aumenterà sensibilmente il “gradiente igrometrico” (aria fredda e secca in quota, ma più umida nei bassi strati) in grado di far salire per esempio l’indice di umidità su valori molto elevati.
E’ proprio questa fonte di umidità a formare e a ringiovanire i sistemi temporaleschi che transitando sopra il bacino lacustre tendendo ad esplodere verso l’alto, per l’innesco di potenti “Updraft” che spingono le incudini (la sommità dei Cumulonembi) oltre gli 11-12 km di altezza, fino al limite della stratosfera nei casi più estremi. Alcuni di questi temporali, se ben sviluppati, durante la fase iniziale possono produrre anche significativi fenomeni vorticosi che poi tendono a spostarsi sulla terra ferma, fra il bresciano e il veronese, cagionando non pochi danni quando investono i centri abitati. Una volta rinvigoriti i temporali agganciati in quota dal flusso occidentale, o dalle correnti da SO, tendono a spostarsi verso il Veneto occidentale, dove scatenano tutta la loro furia prima di andare gradualmente ad indebolirsi durante il loro moto verso est o nord-est. Ma oltre al Garda abbiamo altri esempi, come il Polesine, l’area di Comacchio o le Venezie. Quando intensi nuclei temporaleschi, provenienti dalla pianura Veneta, passano sopra l’area di Comacchio o la laguna di Venezia, la notevole quantità di aria umida disponibile riesce ad ascendere verso l’alto e a alimentare ed intensificare i sistemi convettivi che si trasformano in grossi sistemi temporaleschi, molto compatti e ben definiti, che possono dare vita a manifestazioni temporalesche veramente estreme, con forti grandinate e furiosi colpi di vento che sradicano alberi e danneggiano i tetti delle abitazioni.