Una nuova ricerca presso l’Università di Copenhagen, dimostra che i pianeti di piccole dimensioni possono formarsi attorno a tipi diversi di stelle, anche se queste sono povere di elementi pesanti. Ciò aumenta notevolmente la probabilità che pianeti simili alla Terra siano diffusi nell’universo. Al momento sono stati scoperti circa 763 pianeti extrasolari, ma potenzialmente ne sono stati proposti circa 2300. Sono stati quasi tutti individuati con il satellite Keplero , misurando la luminosità delle stelle ospitanti. Se un pianeta transita davanti alla sua stella, si verifica una piccola diminuzione della luminosità, e se questo accade più volte, potrebbe essere un pianeta nella sua orbita. Sino ad ora questa tecnica ha permesso di scoprirne una moltitudine e misurando le loro dimensioni è stato possibile distinguere tra i giganti gassosi come Giove e Saturno e quelli più piccoli come la Terra e Marte. “Volevo verificare se i pianeti si formano soltanto attorno ad alcuni tipi di stelle e se esiste una correlazione tra le dimensioni dei pianeti e il tipo di stella ospite in orbita“, spiega Lars A. Buchhave, astrofisico presso il Niels Bohr Institute e il centro di ricerca interdisciplinare StarPlan presso l’Università di Copenhagen. Lars A. Buchhave ha quindi sviluppato un metodo per ‘strappare’ ulteriori informazioni dagli spettri stellari. “Fino ad ora, abbiamo visto che la maggior parte dei giganti gassosi sono stati associati con le stelle con un alto contenuto di elementi pesanti, la quale dev’essere passata attraverso una serie di rinascite”, dice l’astrofisico.
Una stella è una grossa sfera di gas incandescente che produce energia dalla fusione di idrogeno ed elio in elementi più pesanti. Quando il nucleo intero è stato convertito in ferro, la stella muore gettando nuvole massicce di polvere e gas nello spazio. Queste grandi nubi di gas e polveri condensano e vengono riciclate in nuove stelle e pianeti, in un ciclo cosmico gigantesco. Le nuove stelle che si formano avranno un contenuto più elevato di elementi più pesanti rispetto alle precedenti e per ogni generazione di formazione stellare ci sono più elementi pesanti e metalli. I pianeti si formano dai resti delle nubi di gas e polveri che ruotano nel disco intorno alla stella di recente formazione. In questo disco protoplanetario, gli elementi cominciano ad accumularsi ed a raggrupparsi, e lentamente formano i pianeti. Nelle generazioni successive di stelle con un alto contenuto di elementi pesanti, il disco rotante di particelle di polvere e gas ha una composizione elementare che è in grado di favorire la formazione di giganti gassosi come Giove e Saturno. Una recente ricerca mostra un quadro diverso per i pianeti più piccoli. “Abbiamo analizzato la composizione spettroscopica elementare delle stelle per 226 pianeti extrasolari. La maggior parte dei pianeti sono piccoli, cioè corrispondenti ai pianeti solidi del nostro sistema solare o fino a quattro volte il raggio della Terra. Quello che abbiamo scoperto è che, a differenza dei giganti gassosi, il verificarsi di pianeti più piccoli non è fortemente dipendente da stelle con un alto contenuto di elementi pesanti, e che i pianeti sino a quattro volte la dimensione della Terra possono formarsi intorno a stelle molto diverse – anche stelle che sono più povere di elementi pesanti” – ha dichiarato Lars A. Buchhave. La conclusione – dice Lars A. Buchhave – è che pianeti simili alla Terra potrebbero essere diffusi in tutta la nostra galassia. Questa conclusione risuona bene con l’immagine che sta emergendo della distribuzione di piccoli pianeti nella Via Lattea, dimostrando che si tratta della regola rispetto all’eccezione”, conclude l’astrofisico. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.