Nel mese di Aprile però le condizioni bariche sono decisamente cambiate. Le temperature dell’aria sono aumentate sensibilmente, portandosi a ridosso delle medie del periodo, mentre i venti prevalenti hanno cominciato a disporsi dai quadranti meridionali, spirando anche in maniera intensa per più giorni. Nel mese di aprile, le temperature dell’aria sopra la maggior parte della regione artica sono stati superiori rispetto al solito, in particolare sopra l’Artico centrale dell’Oceano. Oltre il Mare di Bering e parti della Groenlandia orientale e mari norvegesi, le temperature variavano da media a leggermente sotto la media. Nel complesso, l’Artico, causa l’inevitabile aumento delle temperature lungo le latitudini sub-polari, ha perso 1.07 milioni di chilometri quadrati (413.000 miglia quadrate) di ghiaccio nel mese di Aprile, un po’ meno rispetto alla perdita media nel periodo 1979-2000 , per il mese di Aprile, attestata sui 1.21 milioni di chilometri quadrati (467.000 miglia quadrate). Il tasso medio giornaliero di perdita di ghiaccio è 35.600 chilometri quadrati (13.700 miglia quadrate) al giorno.
La situazione dei ghiacci sul continente antartico durante la scorsa stagione estiva
Buone notizie anche per quel che concerne l’andamento dei ghiacci dell’Antartide. Ma un ruolo fondamentale quest’anno lo hanno avuto i violenti venti “Catabatici antartici” che si originano semplicemente per i notevolissimi divari di densità, e quindi di pressione atmosferica, delle gelide masse d’aria che stazionano sopra il Plateau Antartico, dove si ha un potente anticiclone permanente tutto l’anno, con l’aria un pò più mite (o meno fredda) presente lungo le coste e sui mari che bagnano il Polo Sud, dove invece prevalgono profondi sistemi depressionari che sfrecciano per i mari del sud, portando continue tempeste, tanto da rendere questi bacini tra i più tempestosi del pianeta. Da un punto di vista dinamico il fenomeno può essere spiegato anche dal fatto che l’aria gelidissima del Plateau Antartico, nel nucleo centrale del Polo Sud, molto densa e pesante, tende a scivolare sulle coste dell’Antartide favorendo l’attivazione di queste impetuose correnti d’aria in discesa dai ghiacciai interni. In determinate situazioni, specie durante l’autunno o l’inverno australe, quando sui mari sub-antartici si sviluppano quelle profondissime “depressioni-uragano” (minimo al suolo anche al di sotto dei 945-940 hpa) e si vengono a determinare incredibili “gradienti barici orizzontali” con il Plateau, dominato dall’anticiclone permanente sopra i 1040 hpa, si riescono a sollevare degli uragani di vento di potenza straordinaria, capaci di ridurre la visibilità orizzontale a pochi metri per l’immenso “scaccianeve” sollevato sui ghiacciai.
In queste occasioni non di rado si sperimentano raffiche che agevolmente possono superare l’impressionante soglia dei 300 km/h. La copertura di ghiaccio del mare che circonda il continente Antartico è stata superiore alla media per gran parte dell’estate dell’emisfero australe, da Dicembre a Marzo. Le estensione del ghiaccio sono scese molto più lentamente del solito alla fine di Novembre ed è rimasto sopra la media fino a Dicembre e Gennaio, anche se non si sono mai raggiunti livelli record per quei mesi. Nella misura minima a Marzo, il ghiaccio marino antartico è rimasto sopra la media. L’estensione del ghiaccio è stata la più alta nel mare di Weddell e sul settore nord-occidentale del mare di Ross. Questa notevole estensione deriva dai fortissimi venti da SO e da Ovest che hanno spazzato con violenza le coste antartiche durante la maggior parte dell’estate australe. Questi venti circumpolari, dalle caratteristiche “catabatiche”, discendenti dal Plateau, tendono a spingere il ghiaccio e gli iceberg fuori dal continente verso il mare aperto, aumentando l’estensione del ghiaccio, anche se non necessariamente il volume. Le temperatura dell’aria in Dicembre e Gennaio erano vicine alle medie su gran parte del ghiaccio coperto. Gli intensi venti sub-antartici sarebbero da imputare alla presenza di un indice SAM (Southern Annular Mode-Antartic Oscillation), che valuta l’intensità degli scambi di calore lungo i meridiani fra Polo Sud e latitudini tropicali, con valori spiccatamente positivi dato che i valori negativi indicano venti più deboli della norma. Questo indice era su valori elevatissimi nei due mesi di Dicembre 2011 e Gennaio 2012, nello stesso periodo delle estensioni di stagione superiore al normale.