Per approfondire meglio gli aspetti climatici dell’ondata calda ormai imminente, abbiamo intervistato la climatologa dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr Marina Baldi, che ci ha spiegato innanzitutto che “le ondate di calore si verificano quando le temperature sono molto elevate per diversi giorni consecutivi e l’umidità è anch’essa molto elevata, l’irraggiamento solare molto forte e i venti pressocchè assenti. Poichè l’impattto sulla popolazione potrebbe essere importante, come fu nel caso dell’ondata di calore prolungata verificatasi nel 2003, quando il numero di decessi fu davvero elevato, diversi sono i servizi di allerta che sono stati realizzati nel corso del tempo. A livello regionale vorrei ricordare il sito http://www.biometeo.it/ prodotto dal Centro Interdipartimentale di Bioclimatologia dell’Università degli Studi di Firenze (CIBIC), con la collaborazione dell’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, ed il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Meteorologia e Modellistica Ambientale) della Regione Toscana, che si è impegnato dal 2005 nel Progetto MeteoSalute, finanziato dal Servizio Sanitario della Regione Toscana. A livello nazionale, sul sito del Ministero della salute vengono pubblicati i bollettini giornalieri durante il periodo estivo (15 maggio – 15 sttembre) che indicano, per un numero elevato di città italiane quale sia il livello di allerta previsto per quanto riguarda le ondate di calore: http://www.salute.gov.it/emergenzaCaldo/bollettinoGiornaliero.jsp. Sugli stessi siti vengono riportati i consigli per fronteggiare condizioni di caldo-umido estreme, come comportarsi e a chi rivolgersi in caso sia necessaria assistenza. Queste condizioni climatiche, infatti, possono rappresentare un rischio per la salute della popolazione, specialmente per le categorie più deboli: persone anziane, bambini, persone già affette da patologie. Anche su un altro fattore è molto importante durante le ondate di calore, al punto che ne acuisce la gravità: la mancanza di temperature minime notturne tali da permettere al meccanismo termoregolatore dell’organismo di ristabilirci e di riprenderci dall’affaticamento conseguente al caldo umido intenso delle ore diurne. Nel 2003 tale mancanza fu una delle cause principali dei malori e dei decessi“.
L’esperta, poi, ci ha spiegato che “se guardiamo alle previsioni dei prossimi giorni, vediamo che molte città raggiungeranno il livello 2 nella giornata di domenica 17 giugno. Ed in effetti le condizioni ci sono tutte: una area di alta pressione di origine africana si sta spostando sul Mediterraneo, invadendo la nostra Penisola e le nostre isole, con venti deboli o moderati e da ultimo, ma non meno importante, l’irraggiamento e’ molto forte, come d’altra parte ci aspettiamo visto che siamo proprio nei giorni a cavallo del solstizio d’estate. La attuale ondata tuttavia non sembra raggiungere la stessa gravità del 2003 in termini di durata complessiva e le temperature notturne che portano sollievo al corpo umano sembrano esser più clementi“.
Quest’ondata calda arriverà in concomitanza con il solstizio d’estate: abbiamo chiesto alla dott.ssa Baldi se è una cosa comune o se, invece, accade raramente: “non sempre con il solstizio d’estate arriva la prima importante ondata di calore – ci ha risposto – infatti negli ultimi decenni abbiamo visto l’insorgere del fenomeno anche in periodi per cosi dire “non sospetti”, come fine aprile – inizio maggio, ma anche estati (poche a dire il vero) di gran lunga più fresche. E’ infatti, almeno in parte, cambiata la statistica del fenomeno nell’ultimo trentennio ed in particolare la distribuzione nell’arco dell’anno, con ondate di calore precoci (ma anche tardive, a settembre) e più prolungate”.
L’esperta, poi, smentisce gli allarmismi di chi urla che fa sempre più caldo, affermando che “uno studio effettuato dal nostro Istituto alcuni anni fa aveva già evidenziato il fatto che nel decennio 1991-2000 il numero di giorni con ondate di calore in Italia era quasi pari alla somma dei giorni estremamente caldi verificatesi nel periodo 1951-1990“.
In conclusione, Marina Baldi spiega che “se è pur vero che non tutte le estati hanno lo stesso aspetto dell’estate 2003, e che a quella estate non fecero seguito estati altrettanto caldo-umide e con notti per così dire “tropicali” (l’ondata durò circa 60 giorni, suddivisi in tre periodi da inizio giugno fino a settembre), tuttavia uno studio in corso di completamento effettuato presso Ibimet mostra come di fatto durante ciascuna estate dal 2000 in poi si sono avute una o più ondate di calore. Proprio nel 2006 e nel 2007 queste si sono verificate negli stessi giorni: 18-30 giugno 2006 che interessò soprattutto l’Europa occidentale e 17-26 giugno 2007 che interessò sopratutto il sud est Europeo. In entrambi i casi, pur essendo il centro del fenomeno in altre aree, l’Italia venne interessata dall’ondata: si sa che la meteorologia ed il clima non conoscono confini nazionali! Insomma le statistiche per l’Italia non fanno che confermare e rafforzare quanto in effetti è stato ben evidenziato dall’ultimo rapporto IPCC sugli eventi estremi (SREX)“.
Tabella di rischio:
- Livello 0: Nessun rischio per la salute
- Livello 1: Condizioni meteorologiche non a rischio per la salute ma possono precedere il verificarsi di condizioni di livello 2
- Livello 2: Condizioni meteorologiche a rischio che possono avere effetti negativi sulla salute
- Livello 3: Ondata di calore (condizioni meteorologiche a rischio che persistono per tre o più giorni consecutivi)