Uno strato liquido, sottolineano i ricercatori, non deve essere molto profondo per consentire le maree osservate. E’ sufficiente che esso costituisca un mezzo di separazione tra la crosta esterna deformabile e il mantello interno solido permettendo cosi’ a Titano di comprimersi e allungarsi lungo la sua orbita intorno a Saturno. Le misure non forniscono la profondita’ dell’oceano, ma i modelli prevedono che possa raggiungere i 250 km, con una crosta ghiacciata spessa circa 50 km. La presenza di uno strato di acqua liquida sotto la superficie ghiacciata non implica necessariamente la presenza di vita, avvertono gli scienziati. Le piu’ recenti ricerche suggeriscono, sottolineano ancora gli studiosi, che la vita si sviluppi con maggiore probabilita’ in regioni dove l’acqua liquida e’ in contatto con la roccia e ancora non siamo in grado di sapere se il fondale oceanico di Titano sia costituito di roccia o ghiaccio. L’identificazione dell’oceano aiuta a spiegare per quale ragione la densa atmosfera di Titano sia cosi’ ricca di metano (circa il 4%), un gas che viene dissociato rapidamente dalla radiazione e che deve quindi essere ripristinato da una sorgente all’interno del satellite. “Sappiamo che i laghi di metano presenti sulla superficie non sono sufficienti per spiegare la notevole quantita’ di metano presente nell’atmosfera. Un oceano puo’ agire da riserva in profondita’, liberando il metano in esso disciolto, che migra verso l’alto attraverso la crosta ghiacciata” afferma ancora Iess. “Non eravamo sicuri -dice Ducci- che la sonda Cassini fosse in grado di rivelare le deformazioni causate dall’azione mareale di Saturno su Titano”. “La variazione del campo di gravita’ di Titano durante la sua rivoluzione attorno a Saturno e’ stata determinata -continua Ducci- grazie a una ricostruzione assai precisa dell’orbita di Cassini, resa possibile da misure della frequenza dei segnali radio inviati dalla sonda a terra durante i suoi passaggi ravvicinati a Titano”.
Ducci aggiunge che “queste misure forniscono la velocita’ della sonda con un’accuratezza di 0.015 mm/s”. L’analisi di sei passaggi di Cassini in prossimita’ di Titano, tra il 2006 e il 2011, ha permesso di rilevare con notevole precisione l’effetto di deformazione mareale. “E’ una scoperta eccezionale che da’ risposte a molti quesiti sollevati sin dai tempi delle missioni Voyager -afferma il coordinatore scientifico dell’Asi, Enrico Flamini- ottenuta con un sistema radio realizzato in buona parte in Italia, capace sotto la guida dei nostri ricercatori di fornire risultati di assoluto livello, come questo pubblicato oggi su Science e come quello, pubblicato nel 2003 su Nature, che confermo’ la teoria della relativita’ generale con una precisione mai ottenuta prima”.
Scoperto un oceano di acqua sotto la superficie ghiacciata di Titano, la luna di Saturno
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