Come già scritto recentemente, secondo un team di scienziati, il monte Baekdu, al confine tra la Corea del Nord e la Cina, sta mostrando segni di un prossimo risveglio. “Il Baekdu potrebbe scoppiare in qualunque momento” ha detto il geologo Yoon Sung-Hyo della Pusan ??National University, che ha monitorato la montagna più alta del paese (2.744 metri) per eventuali cambiamenti futuri. “Una varietà di indicatori sono a favore di questo scenario. Dovremmo cercare di prevedere quando. E’chiaro che è imminente“, conclude. Il geologo tuttavia mette da parte le speculazioni che l’eruzione avverrà esattamente a fine 2012. Secondo i documenti storici, il Baekdu era un vulcano attivo. La caldera vanta una circonferenza di 14 chilometri con una profondità di 213 metri e un massimo di 384 metri. L’ultima eruzione vulcanica risale al 1903, ma altre sono state documentate nel passato, compresa la più importante nel 969 d.C., dove venne ritrovata della cenere vulcanica nei pressi della parte meridionale dell’isola di Hokkaido, in Giappone. La montagna è rimasta in quiescenza da allora, assumendo la classificazione di vulcano spento. L’area è stata trasformata dal governo cinese in un luogo turistico visitato ogni anno da decine di migliaia di visitatori in tutto il mondo, molti dei quali provenienti dalla Corea del Sud. Tra i segnali più evidenti c’è l’attività sismica, cominciata nel Giugno 2002, quando un terremoto di magnitudo 7.3 scosse l’area in prossimità del vulcano. Da allora, dicono i geologi, la frequenza dei terremoti è sensibilmente aumentata. “Sembra che l’onda d’urto del terremoto abbia riattivato il magma a circa 30 chilometri sotto la montagna“, ha detto il Prof. Hong Tae-kyung della Yonsei University presso il Dipartimento di scienze della terra a Seoul. “Più frequenti sono le scosse, maggiore è la possibilità di un’eruzione“. In un recente programma televisivo sono stati intervistati alcuni funzionari cinesi facenti parte del sistema di monitoraggio dell’istituto vulcanico di Baedku, i quali hanno affermato che i terremoti deboli, non percepibili dagli esseri umani, sono elevatissimi, tanto da essere rilevati quasi 100 volte al giorno. Un aumento vertiginoso negli ultimi anni, con alcuni gradini di pietra sbriciolati dall’attività sismica. Un altro preursore per una possibile imminente esplosione è il bradisismo osservato in cima alla montagna, che mostra una crescita del suolo di 10 cm dal 2002. E’ ovvio come il magma stia gradualmente spingendo verso l’alto, determinando una temperatura di superficie più elevata come dimostrato da un satellite russo il 1 Ottobre 2006. La scoperta è stata effettuata pochi giorni dopo che la Corea del Nord ha condotto un test nucleare sotterraneo nella regione settentrionale, e secondo gli analisti il test è stato un catalizzatore che ha riattivato il magma. Un altro indicatore molto importante per una possibile eruzione sono gli alberi sempreverdi sempre più appassiti, che dovrebbero indicare gas tossici provenienti dall’interno della terra. Una possibile esplosione apporterebbe conseguenza enormi per le due Coree e per gli stati circostanti come Cina, Giappone e Russia. “La quantità di cenere dell’esplosione di 1000 anni fa, durante la più violenta eruzione registrata, era sufficiente a ricoprire l’intera penisola coreana per 1,2 metri”, dicono gli studi scientifici. La caldera del vulcano Baedku contiene quasi due miliardi di tonnellate d’acqua. Se evaporasse nell’aria improvvisamente, mescolata alla cenere vulcanica di una grande eruzione, verrebbe probabilmente trasportata verso Est, determinando seri problemi per Vladivostok in Russia e per Hokkaido, nel nord del Giappone.