Tra una decina di giorni, nelle zone terremotate si comincera’ a trebbiare grano tenero e mais, e poi si entrera’ nel pieno della campagna frutticola (pere, nettarine, meloni) e si rischia di non avere centri di stoccaggio adeguati per i raccolti. L’ordinanza della Protezione Civile, emanata tre giorni fa, sembra infatti non fare distinzione tra immobili realmente danneggiati e quelli disponibili invece all’attivita’ che pero’, essendo stati costruiti prima del 2008, rischiano di non ottenere la certificazione di agibilita’ sismica richiesta dalla normativa. Un problema, ad avviso di Confagricoltura, che aggrava la ripresa nei territori colpiti dal terremoto, ancor piu’ nell’imminenza dei raccolti di cereali e frutta. L’Emilia Romagna e’ una regione particolarmente vocata all’attivita’ colturale – ricorda Confagricoltura -. Infatti si producono 1.100.000 tonnellate di grano tenero, 120.000 tonnellate di mais, 500.000 tonnellate di pere, 350.000 tonnellate di nettarine, 150.000 tonnellate di meloni, 200.000 tonnellate di pesche. Confagricoltura ha chiesto che il Governo e la Protezione Civile varino disposizioni straordinarie e urgenti per il rilascio di certificati provvisori di agibilita’ nei comuni colpiti dal sisma, in modo da non creare ulteriori danni ai produttori gia’ fortemente penalizzati