Terremoto: è stata un’altra giornata difficile in pianura Padana, tra paura e maltempo

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Un’altra giornata difficile nell’ Emilia martoriata dal terremoto, dopo la forte scossa di magnitudo 5.1 registrata ieri alle 21.20, con epicentro nella Bassa modenese, e la pioggia che per ore – come puntualmente previsto dall’ allerta diffusa ieri dalla Protezione civile regionale – ha flagellato dalla prima mattinata la regione, ostacolando le verifiche sugli edifici e rallentando la ricostruzione. Un aiuto potrebbe arrivare dai detenuti, come proposto dal ministro della Giustizia Paola Severino. E’ stata anche la giornata del lutto nazionale, con bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici e un minuto di silenzio in tutte le scuole. Un lutto che ha accompagnato pure le prime esequie delle vittime della seconda scossa devastante, quella di martedi’ scorso in cui hanno perso la vita 17 persone. Toccante la cerimonia a Quartirolo di Carpi per le esequie di don Ivan Martini, sepolto dal crollo della sua parrocchia a Rovereto di Novi mentre cercava di mettere in salvo un’immagine della Madonna. Molti anni di servizio svolto tra Lombardia ed Emilia, molti fedeli arrivati per questo in pullman anche dal Cremonese per l’ultimo omaggio. ”Come un buon testimone di Cristo ha cercato di camminare accanto alla sua gente asciugando lacrime di sudore, pronunciando parole di consolazione, incoraggiando gli sfiduciati, rianimando la speranza, dando dignita’ ai piu’ poveri e agli umili. In una parola, ha recato la buona novella della pace”: lo ha ricordato cosi’ nell’omelia il vescovo, monsignor Francesco Cavina. E a pochi chilometri di distanza, i funerali di altre due vittime: a Cavezzo le esequie di Enzo Borghi, nel capoluogo quelle di Mauro Mantovani, imprenditore morto nel crollo del capannone della sua azienda biomedicale ‘Aries’ a Mirandola. E mentre continua a muoversi la macchina della giustizia, il ministro Paola Severino propone da Bologna – a margine di una visita al carcere della Dozza – il lavoro dei detenuti, almeno di una parte di loro, ”protagonisti di una ripresa esemplare” per la ricostruzione. Una ”piccola idea”, come la definisce il Guardasigilli, per la risocializzazione e il reinserimento. Il bacino da cui pescare? Tossicodipendenti ed extracomunitari. Intanto, sul fronte giudiziario, potrebbero presto salire ad una trentina gli indagati nell’inchiesta della procura di Ferrara sui quattro operai morti nei crolli dei capannoni di tre aziende a Sant’Agostino e Bondeno durante il primo sisma, quello del 20 maggio. E contemporaneamente l’altra inchiesta, quella della Procura di Modena, che indaga su 13 decessi nei crolli del terremoto del 29 maggio, si e’ vista complicare il lavoro dalla scossa di ieri sera, che ha interrotto alcuni canali telematici. Proprio a Sant’Agostino oggi e’ andato a buon fine il delicato recupero dello storico lampadario di vetro di Murano, donato da Italo Balbo, che scendeva dal soffitto della sala consiliare del municipio gia’ squarciata dalla prima scossa. L’ impresa e’ stata compiuta dai vigili del fuoco sotto la pioggia con l’impiego di una speciale gru telecomandata. Il lampadario, dal valore inestimabile, alto cinque metri e del peso di alcune tonnellate, trasferito negli anni Venti nel paese dal Castello Estense di Ferrara, e’ stato quindi ‘fatto a pezzi’, messo in sicurezza, imballato e incellofanato, destinazione le sale del Palazzo Ducale di Sassuolo, temporanea sistemazione per le opere d’arte salvate dalle zone terremotate. Sempre nel Ferrarese, a Poggio Renatico, e’ andato invece in porto l’abbattimento controllato del campanile della chiesa di San Michele Arcangelo. Un altro grande nervo lasciato scoperto dal sisma e’ quello dell’economia. locomotiva del Paese, l’Emilia inizia a fare i conti con la lacerazione che il terremoto ha inciso nel suo tessuto produttivo: 14 giorni di passione che hanno causato cinque miliardi di danni (una stima ancora da verificare), colpito l’80% delle attivita’ produttive, messo a rischio 20.000 posti di lavoro, fermato 3.500 aziende. ”Il problema vero e’ creare le condizioni per poter riprendere l’attivita”’, ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, oggi all’ assemblea annuale degli industriali di Modena. Nei prossimi giorni Squinzi incontrera’ i vertici della Cassa depositi e prestiti, magari per valutare l’ipotesi di utilizzare parte della sua liquidita’ con un occhio alle aziende colpite dal sisma.

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