Secondo Barnosky la Terra è vicina al punto di non ritorno e si sta preparando ad affrontare i cambiamenti più drammatici e radicali da 12.000 anni a questa parte, da quando cioè i ghiacci hanno inziato a ritirarsi alla fine dell’ultima glaciazione.
Secondo Barnosky e i suoi colleghi che l’hanno supportato nello studio, il problema è causato dall’eccesiva pressione alla quale stiamo sottoponendo il pianeta: a un certo punto, impossibile da prevedere con precisione, qualcosa si rompe scatenando una serie di reazioni a catena i cui effetti devastanti si amplificano un passaggio dopo l’altro, dai terremoti ai fenomeni meteo estremi.
L’esempio più eclatante di queste trasformazioni è il quasi totale azzeramento delle superfici ghiacciate: poco meno di 3000 anni fa la Terra era coperta per il 30% da una coltre di nevi perenni. Oggi queste sono quasi del tutto scomparse.
E il maggior numero di estinzioni nella storia del pianeta si è consumato negli ultimi 1600 anni, sempre secondo ciò che si legge nella ricerca. Tutta colpa dell’uomo? Secondo Barnosky, sì. La razza umana ha causato, ed è tutt’ora la causa, di mutamenti climatici e ambientali rapidissimi: la CO2 nell’atmosera è aumentata del 35% negli ultimi 250 anni, le superfici coltivate o cementificate sono ormai più del 40% del totale delle terre emerse e la popolazione ha sfondato il tetto dei 7 miliardi di individui.
Negli ultimi 200 anni insomma, abbiamo sottoposto la Terra a uno stress molto più elevato di quello che ha scatenato gli ultimi grandi cataclismi.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze di tutto questo? Difficile dirlo. I ricercatori ipotizzano estizioni di massa, radicali cambiamenti nelle specie che sopravviveranno per adattarsi alle nuove condizioni e massicce migrazioni. Insomma, uno scenario da “alba del giorno dopo”.
Fino ad oggi tutti gli appelli all’adozione di uno stile di vita a minor impatto ambientale sono rimasti inascoltati: secondo gli scienziati entro il 2025 circa il 50% delle terre emerse sarà colonizzato in qualche forma dall’uomo e per il 2050 la popolazione avrà raggiunto i 9 miliardi di individui.
“Vorrei che tra 50 o 100 anni il mondo fosse ancora come oggi, se non un po’ migliore” spiega lo scienziato ai media. “Siamo a un crocevia, e se non cambiamo qualcosa, adesso, lasceremo un pessimo futuro alle prossime generazioni“. Dopotutto alcuni passaggi della ricerca si sembrano un pò eccessivi …