E’ impossibile prevedere le trombe d’aria, anche definite tornado, come quella che si e’ abbattuta oggi sulla laguna di Venezia. Lo afferma Massimiliano Pasqui, ricercatore dell’Istituto di Biometeorologia del Cnr, secondo cui l’unica cosa che si puo’ fare e’ stimare la probabilita’ che una determinata perturbazione possa generare questi fenomeni. “Nonostante la loro potenza devastante, i tornado sono dei fenomeni di piccole dimensioni rispetto ai modelli numerici che si utilizzano per le previsioni – spiega l’esperto – e quello che si puo’ fare, e che si fa qui come negli Usa, dove il fenomeno e’ piu’ frequente, e’ vedere se un determinato sistema temporalesco ha in se’ gli ‘ingredienti’ che potrebbero generarli, e stimare una probabilita’ di formazione, che comunque non puo’ dare indicazioni sul luogo preciso dove si manifesteranno“. I tornado, prosegue Pasqui, si formano solo se ci sono determinate condizioni: “Servono celle temporalesche particolarmente intense sia dal punto di vista delle precipitazioni che dell’energia presente al loro interno – sottolinea – temporali di intensita’ normale non generano vortici in grado di toccare terra. Da noi sono piu’ diffusi sulla costa, hanno venti di velocita’ superiore a 100 chilometri orari e un diametro di qualche decina di metri, e possono durare per alcune decine di minuti. La loro pericolosita’ e’ data, come si e’ visto anche oggi, pure dal fatto che sono in grado di sradicare oggetti molto pesanti“. La possibilita’ che si ripetano condizioni come quelle di stamattina sono per fortuna scongiurate, almeno per i prossimi giorni: “Il nord Italia in queste ore vede il passaggio di un flusso di correnti atlantiche, che pero’ nelle prossime 12 ore verra’ soppiantato dal lembo settentrionale dell’anticiclone delle Azzorre – spiega Pasqui – che portera’ da giovedi’ una situazione di caldo intenso che durera’ probabilmente per una settimana“.