Per la prima volta al mondo si esplora il cuore di un supervulcano: con la perforazione dei Campi Flegrei partita nei giorni scorsi nell’ambito di un progetto internazionale a guida italiana, sara’ possibile studiare dall’interno uno dei vulcani piu’ temuti al mondo. Come questo ne esistono solo una decina in tutto il pianeta e sono strutture capaci di eruzioni molto violente, ma anche molto rare. La perforazione nell’area di Bagnoli Futura e’ iniziata nei giorni scorsi ed è già arrivata a 200 metri di profondita’ ed e’ condotta nell’ambito del ”Campi Flegrei Deep Drilling Project”, guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e finanziato dal Consorzio internazionale per le perforazioni profonde continentali. Si vuole ”monitorare e studiare questo vulcano per mitigare il rischio”, ha spiegato all’Ansa il coordinatore del progetto, Giuseppe De Natale, dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv. Il supervulcano dei Campi Flegrei e’ ad altissimo rischio perche’ sorge in una zona molto popolata, che comprende circa tre milioni di persone. Per distinguere i segni di un eventuale futuro risveglio bisogna conoscerlo bene e sorvegliarlo. ”Abbiamo molti interrogativi su questo vulcano e per rispondere abbiamo bisogno di conoscere il sistema nel profondo”, ha osservato il direttore dell’Osservatorio, Marcello Martini. Per questo il progetto intende creare un osservatorio vulcanico in profondita’, che permettera’ di aumentare di tre ordini di grandezza la possibilita’ di rilevare i piu’ piccoli segnali sismici, possibili spie di un eventuale risveglio.
COME AVVERRA’ LA PERFORAZIONE – Un primo pozzo profondo 500 metri, gia’ in fase di realizzazione, e poi un secondo pozzo profondo 3.500 metri: si svolgera’ in due fasi la perforazione del supervulcano di Campi Flegrei che ha l’obiettivo di realizzare un osservatorio vulcanico in profondita’. Il progetto, guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), viene realizzato dal programma internazionale ‘Campi Flegrei Deep Drilling Project’ ed e’ finanziato dal Consorzio internazionale per le perforazioni profonde continentali. Fra gli altri scopi vi e’ lo studio stratigrafico che servira’ a ricostruire l’attivita’ eruttiva nell’area di Bagnoli ed esplorare le risorse geotermiche del luogo. Il primo pozzo sara’ profondo 500 metri e avra’ il diametro iniziale di 30 centimetri che in profondita’ diventeranno 12 centimetri. Il costo di questo primo pozzo, sara’ di 400-500 mila euro. Le perforazioni permetteranno di compiere un ‘viaggio’ nel passato del supervulcano di Campi Flegrei. ”Gia’ stiamo osservando cose interessanti – ha osservato il coordinatore del progetto, Giuseppe De Natale – che ci permettono, per esempio, di ricostruire alcuni episodi di bradisisma, ossia il periodico abbassamento e innalzamento del livello del suolo, che accadevano nell’area molte migliaia di anni fa: lo testimoniano strati di paleosuolo (suolo emerso sul livello del mare) che si alternano a strati di sabbia marina”. Fra circa due anni si prevede di realizzare un secondo pozzo, ”profondo 3.500 metri e del costo di circa sette milioni di euro” ha aggiunto il coordinatore del progetto. Questo secondo pozzo sara’ tecnologicamente piu’ complesso perche’ a quelle profondita’ le temperature raggiungono anche i 500 gradi.