La Convenzione sul patrimonio dell’umanita’ quest’anno compie 40 anni. Dal 1972 uno dei piu’ importanti strumenti di conservazione del Pianeta promuove la sua idea visionaria: alcuni luoghi del mondo sono cosi’ importanti che la loro tutela non e’ responsabilita’ di una sola nazione, ma dell’intera comunita’ internazionale, per tutte le generazioni che seguiranno. La principale missione della Convenzione e’ quella di identificare e proteggere il patrimonio mondiale naturale e culturale che abbia un valore eccezionale e ogni anno un comitato ad hoc si occupa di selezionare i siti culturali, naturali o misti che meritano di entrare nella prestigiosa lista dei siti patrimonio dell’umanita’. Quest’anno la fortuna e’ toccata ad altri 26 gioielli del Pianeta, di cui cinque naturali e uno ”misto”, a cavallo fra natura e cultura. L’Italia e’ al top della classifica Unesco per numero di siti complessivi (47), soprattuto culturali. Ma nell’elenco ci sono anche tre perle della natura made in Italy che hanno ottenuto il titolo di reginette del Pianeta: isole Eolie e Dolomiti, insieme al Monte San Giorgio, in comune con la Svizzera, un luogo unico al mondo per la sua collezione di reperti paleontologici, con migliaia di fossili di rettili, pesci e invertebrati marini, risalenti a 242-230 milioni di anni fa, molti appartenenti a specie rare o addirittura esclusive del Monte San Giorgio. L’Italia comunque ha ancora molte frecce al suo arco e la lista di potenziali gioielli e’ altrettanto lunga (finora 41 in tutto) e include tante meraviglie della natura, dal massiccio del Monte Bianco all’arcipelago della Maddalena con le bocche di Bonifacio, passando per le cascate delle Marmore, i laghi Maggiore e d’Orta, l’Etna, le grotte carsiche preistoriche in Puglia, gli stagni nel golfo di Oristano e la penisola del Sinis e isola di Mal di Ventre.