Recentemente abbiamo parlato del forte sciame sismico che sta interessando le isole Curili, l’arcipelago di 60 isole che si trova tra l’estremità nordorientale dell’isola giapponese di Hokkaid? e la penisola russa della Kam?atka. A quei sette giorni molto dinamici, sono seguite ore di relativa calma per poi tornare a registrare cinque giorni di forte attività sismica. Nella giornata di ieri un forte terremoto di magnitudo 5.8 alle 8:32 (ora italiana) è stato registrato ad una profondità di 24.2 chilometri dall’agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti. L’epicentro è stato localizzato a 137 chilometri a Sud di Severo-Kuril’sk, in Russia (49,418°N, 155,935°E). Circa venti minuti prima, un’altra scossa di terremoto di magnitudo 6.0 ad una profondità di 22.7 chilometri ha scosso l’area. La profindità moderata dei terremoti e la posizione dei due epicentri, sull’oceano, hanno reso questi eventi abbastanza innocui. Queste grandezze non bastano a formare onde di tsunami, per cui non è stata diramata nemmeno l’allerta. Questi terremoti hanno avuto un basso impatto umanitario in base alla grandezza, alla popolazione colpita e alla loro vulnerabilità. Ci sono circa 700 persone nel raggio di 100 km. Al momento della stesura l’agenzia EMSC segnala ancora una magnitudo 6.3 e 6.0 rispettivamente, ma ad una profondità nettamente differente: l’agenzia infatti riporta per entrambi una profondità di 10 chilometri. Qualche tempo dopo EMSC ha aggiunto un sisma di magnitudo 4.8 non segnalato dall’USGS.