Il Parco del Pollino sta bruciando: il fantastico massiccio che sorge al confine tra la Calabria e la Basilicata è colpito in questi giorni da un autentico dramma di proporzioni indescrivibili. Il versante Calabrese, quello su Mormanno, Morano Calabro, Frascineto e Castrovillari, è completamente devastato dalle fiamme che imperversano da più di tre giorni nell’area. Secondo le prime stime, fino al momento sono andati in fumo oltre 1.000 ettari di terreno. E la cosa più grave è che stanno bruciando anche i pini loricati, un albero straordinario ed esclusivo che vegeta solo nelle zone rocciose e più impervie del Pollino, tipico del Parco tanto da esserne il simbolo più essenziale e assoluto. E’ un albero con precise caratteristiche climatiche, in quanto è da sempre modellato dal vento, dal gelo e dalle saette, fenomeni ai quali è particolarmente esposto. Ma non solo: è un relitto dell’ultima glaciazione.
Il Pollino, infatti, è l’ultimo ghiacciaio più meridionale d’Europa durante l’ultima Piccola Era Glaciale, fino a meno di due secoli fa aveva ghiacci perenni e ancora oggi conserva delle conche carsiche dal clima misterioso e particolare che hanno spinto noi di MeteoWeb a dar vita, ormai molti anni fa, al Progetto Pollino proprio lì, su quelle montagne che da tre giorni stanno bruciando. Lì, dove noi ormai siamo di casa, sui rilievi di Morano e Mormanno, Castrovillari e Frascineto, nelle stesse zone interessate da uno sciame sismico che dura da quasi due anni e che terrorizza la popolazione.
Quei pini loricati li sentiamo anche un pò nostri, e vederli in fumo non può che farci male al cuore. La situazione è critica, anche peggiore rispetto al 2007 quando incendi vastissimi devastarono oltre 2.500 ettari di macchia Mediterranea sempre nel Pollino, ma a quote più basse, senza intaccare le riserve naturali più selvagge e incontaminate del Parco. Stavolta le fiamme arrivano a 1.800/1.900 metri di quota e, complice il teso vento di maestrale di queste ore, continuano a salire.
Un disastro che fa montare la rabbia: il fuoco è stato appiccato dolosamente e i primi soccorsi sono arrivati dopo 24 ore. Oggi i canadair sono nuovamente andati via, per altre emergenze “più importanti”. Ma ci può essere qualcosa più importante di questo? E, senza nulla togliere alle altre situazioni critiche di Lazio, Puglia e Sardegna dove in queste ore sono in atto altri pericolosi roghi, è possibile che non ci siano i mezzi e le disponibilità per fronteggiare a una situazione che da tempo si ripete anno dopo anno?
A guardare le immagini gentilmente concesse dai nostri amici di http://www.meteobasilicata.it/ e pubblicate a corredo dell’articolo, ci viene da piangere. E alle parole del Presidente del CAI di Castrovillari, Eugenio Iannelli, siamo rimasti sconvolti. Nostri sani collaboratori per il Progetto Pollino, i volontari e gli appassionati del CAI di Castrovillari amano le bellezze naturalistiche del massiccio più di ogni altra cosa al mondo. Iannelli ci ha confessato di non riuscire a guardare verso la montagna, di provare troppo dolore per quello che sta accadendo: “guardate, ragazzi, non mi sento neanche di avvicinarmi e fare foto, è un disastro bestiale, siamo distrutti“. Proprio il CAI ha convocato una riunione con le altre associazioni del settore della zona, per intraprendere qualche misura per fronteggiare l’emergenza. Da Iannelli non mancano parole fortemente critiche nei confronti dell’Ente Parco: “in questi disastri che si ripetono anno dopo anno, ma mai con la gravità di questi giorni, sta fallendo il sistema anti-incendio che il Parco ha lanciato 4 anni fa, i volontari non bastano e bisognava fare di più. In questi anni si è fatto capire che all’interno del Parco chiunque poteva fare ciò che voleva, e ognuno sta facendo i suoi comodi“. Insomma, oltre al danno la beffa. Anche perchè i mass-media stanno completamente ignorando il disastro del Pollino, dai giornali alle radio, da internet alle Tv. Ne parlano davvero in pochi e in modo marginale, rispetto a quella che è un’autentica apocalisse. Un’apocalisse di fuoco che ci mette rabbia e di cui non avremmo mai voluto parlare…