Analizzando i dati del telescopio spaziale Fermi a raggi gamma, alcuni astronomi hanno scoperto una pulsar sino ad ora “invisibile”. Una pulsar è composta dai resti di una stella spremuta sino ad un volume molto più piccolo, che ne ha causato una velocissima rotazione. Si chiama J1838-0537, ed è un tipo raro che emette luce solo nei raggi gamma dello spettro elettromagnetico. Si è stimato che l’oggetto abbia “solo” 5.000 anni di età e che ruoti attorno al proprio asse circa 7 volte al secondo. In realtà la pulsar, visibile nella costellazione dello Scudo, si è resa visibile sino a Settembre 2009, quando poi sembrò scomparire improvvisamente. Un’attenta analisi ha mostrato che le pulsar in realtà non scompaiono, ma accelerano la loro rotazione a circa 38 milionesimi di Hertz (un’unità di frequenza che indica il numero di cicli al secondo). “Questa differenza può sembrare trascurabile, ma è la più grande anomalia mai misurata“, ha detto Bruce Allen, direttore dell’Albert Einstein Institute. In altre parole, fermano la pulsazione. Tali inconvenienti sono stati osservati in altre pulsar prima, ma la loro causa è ancora sconosciuta. Un’idea è che le vibrazioni sulle superfici delle pulsar influiscano sulla variazione della velocità di rotazione, o che il problema sia causato da interazioni tra fluidi interni delle stelle. Questa scoperta è stata possibile solo sfruttando la potenza di analisi di nuovi algoritmi sui moderni supercomputer. Naturalmente in futuro si cercherà di comprenderne i meccanismi che potrebbero svelare questi quesiti ancora senza risposta. La scoperta sarà pubblicata nel prossimo numero dell’Astrophysical Journal Letters. Per ulteriori informazioni riguardanti queste anomalìe, è possibile leggere questo nostro articolo redatto lo scorso Febbraio per un fenomeno molto simile.
L’enigma dell’ennesima pulsar “capricciosa”
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