“L’hanno definito l’oggetto più bizzarro dell’Universo”. Sono le parole delle riviste scientifiche degli anni ’70 che cominciavano a parlare di SS 433, il primo microquasar mai identificato. Si trova nella costellazione dell’Aquila, a circa 18.000 anni luce dalla Terra e il suo nome è legato ai suoi scopritori: si trattava infatti del 433° oggetto del catalogo delle stelle che emettono lunghezze d’onda caratteristiche nell’idrogeno atomico redatto nel 1977 dagli astronomi Nicholas Sanduleak e Bruce Stephenson del Case Western Reserve. Si tratta di una stella binaria a raggi X, la cui componente primaria è un buco nero o una stella di neutroni, mentre la compagna una stella di classe spettrale A in evoluzione avanzata, che ne fanno il sistema stellare più esotico conosciuto. Emette raggi X e radio-onde, ma il suo spettro ottico di emissione presenta repentini cambiamenti di lunghezza d’onda nell’arco di tredici giorni. Le righe spettrali presentano alternativamente spostamenti verso il blù e verso il rosso a velocità elevatissima, fino a 12 mila Km/s. La materia che viene attirata al centro del buco nero, spiralizzando ad elevatissima velocità, emette infatti nella banda X. SS433 sarebbe quindi il residuo ultimo di una supernova esplosa almeno 10.000 anni fa.