Al di là delle sparate giornalistiche e delle ricerche più e meno eccessive, il caldo c’è sempre stato, più o meno intenso a seconda dei periodi. Oggi teoricamente ci troviamo preparati ad affrontarlo: abbiamo i condizionatori, l’energia, la tecnoliga per costruire, le conoscenze scientifiche. Ma il tutto si riduce ad attaccare la spina e far andare un condizionatore al massimo, fino a rischiare il black out di una Nazione.
Eppure i modi intelligenti per non patire il caldo ci sono, e certamente le popolazioni antiche che dovevano convivere col caldo facevano quel che potevano con le costruzioni adatte.
noi potremmo fare molto di più, e invece facciamo male, molto male, confondiamo la cementificazione con il progresso, ci rinchiudiamo in città che potrebbero per esempio sfruttare la disposizione lungo le direzioni di maggior ventosità, con vie che si aprono ampie per esempio verso lo sbocco delle vallate alpine o in generale verso Ovest. Le case potrebbero essere coibentate, costruite in modo migliore, potremmo imparare ad abitare il lato giusto, non a sud e non sotto il tetto. Potremmo riempire i muri di rampicanti, usare colori chiari per i muri. Usare la tecnologia e l’intelligenza per qualcosa di diverso che trasformare le aree commerciali e industriali in mostri assetati di aria gelida per raffreddare tetti di prefabbricati senza finestre apribili! Eppure ogni volta i politici ci cascano: in cambio di qualche posto di lavoro svendono la terra di tutti in cambio di mostri decadenti e caldi e strade senza senso.
Ecco, nel XXI secolo abbiamo fatto a meno dell’intelligenza, in questo e molti altri sensi, sfruttando la tecnologia e le conoscenze (chi sa fare più una operazione senza calcolatrice, tanto per dire?). Un giorno dovremo rimboccarci le maniche e ricominciare a usare la testa. Non ci sarà sempre terra da distruggere e elettricità da sprecare.