Gianluca Valensise, sismologo e dirigente di ricerca dell’Ingv, su quest’evento ci ha detto che “la scossa s’è verificata in una zona sismica attiva che prima si conosceva meno ma adesso è monitorata molto bene. Lì lì ci sono molti terremoti strumentali che la gente non sente, questo è stato più forte quindi è stato avvertito. La profondità di oltre 48km è un pò insolita perchè in quella zona solitamente le scosse sono più superficiali, ed è stato avvertito in modo significativo rispetto a una tale profondità, ma aspettiamo di vedere se su questo dato c’è qualche aggiustamento. Non possiamo sapere s’è si tratta o meno di una scossa isolata. Lo speriamo, nel senso che speriamo non se ne verifichino altre, ma non possiamo metterci la mano sul fuoco. Dal punto di vista geodinamico è una zona ben identificata, con la subduzione dello Jonio verso il Tirreno, ed è collegata con l’evoluzione a grande scala di tutto l’arco Calabro, una struttura che va da Milazzo, dai Peloritani, fino al cosentino. Quindi, in sostanza, non è una scossa che ci sorprende proprio perchè si verifica in una nota zona sismica attiva“.
Terremoto nello Jonio tra Calabria e Sicilia, Valensise (Ingv): “non è sorprendente, è una zona sismica attiva”
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