Correlazione tra l’attività undecennale del Sole e il congelamento del fiume Reno

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Le macchie solari

Il ciclo undecennale del Sole presenta un massimo e un minimo di attività che apporta delle influenze sul clima della Terra. Sino ad ora però queste correlazioni non sono mai state riscontrate attraverso una vera e propria relazione causa-effetto, determinando uno dei tanti interrogativi ai quali la scienza non ha saputo rispondere.  I dati meteorologici, soprattutto degli ultimi 50 anni, e gli studi di modellizzazione, hanno suggerito che sia l’attività solare che quella di El Niño possono influenzare gli inverni dell’Europa centrale. Per studiarne i meccanismi alla base di questa correlazione in modo statisticamente robusto e per verificare quale dei due fattori è più importante nel corso degli ultimi 230 anni, un nuovo studio ha utilizzato i rapporti storici di congelamento del fiume Reno, attraverso una correlazione statistica tra i minimi di attività solare e 14 inverni particolarmente rigidi verificatisi nell’Europa centrale tra il 1780 e il 1963. Lo studio, pubblicato sulle “Geophysical Research Letters” e condotto da Frank Sirocko, professore di sedimentologia e paleoclimatologia dell’Istituto di Geoscienze della Johannes Gutenberg University di Mainz, in Germania, ha utilizzato i registri delle attività commerciali di alcuni porti lungo il fiume Reno. Il team ha scoperto che secondo i calcoli statistici, la probabilità che gli inverni rigidi e la bassa attività solare siano da imputare semplicemente al caso, è inferiore all’1 per cento.

© Uli Deck/dpa/Corbis

I dati storici mostrano infatti che 10 dei 14 anni di congelamento si sono verificati vicino ai picchi minimi delle macchie solari e uno solo nel corso di un anno di moderato El Niño. Questa influenza solare è sostenuta da corrispondenti anomalie della circolazione atmosferica nei dati di rianalisi che coprono il periodo 1871-2008. Di conseguenza, una debole attività solare è empiricamente correlata a condizioni invernali estremamente basse in Europa anche su scale temporali così lunghe. Questa relazione vale ancora oggi, tuttavia le temperature medie invernali sono aumentate nel corso degli ultimi decenni. Il meccanismo plausibile di questo collegamento è che con il minimo di attività il Sole emette meno radiazione ultravioletta, riscaldando meno l’atmosfera terrestre e innescando una cambiamento negli schemi di circolazione nei due livelli inferiori dell’atmosfera, la troposfera e la stratosfera, che si manifesta con fenomeni climatici quali l’Oscillazione Nord-Atlantica, che a sua volta influenza i venti e il meteo nelle regini più a Nord dell’Europa. “Il maggiore vantaggio di studiare il Reno è che si tratta di misurazioni estremamente semplici”, ha spiegato Sirocko. “Quelli sul ghiaccio, infatti, sono dati binari: il ghiaccio c’era o non c’era”. Il fiume non si è più ghiacciato in modo significativo dal 1963 in poi, a causa di un progressimo aumento termico dovuto al global warming.

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