Una estate eccezionale per la durata del caldo, seconda solo a quella del 2003, ondate di calore sempre piu’ lunghe e sempre piu’ estese, almeno da diversi anni a questa parte, con ”colpi di coda” al termine della stagione, sono tutti elementi che proverebbero la teoria del global warming, del ricaldamento globale cioe’ della Terra. Ne e’ convinto il climatologo Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr, che mette in stretta correlazione le elevate temperature di questa stagione con i cambiamenti climatici globali. Piu’ prudenti, invece, Vincenzo Ferrara dell’Enea e Massimiliano Pasqui dell’Ibimet-Cnr. Secondo Ferrara il quadro delle temperature estive “e’ coerente con il riscaldamento globale“. Pasqui parla invece di ‘legame non diretto‘ e sottolinea che il caldo registrato in questi mesi “e’ una espressione, o una impronta, dei cambiamenti climatici“. Per Maracchi il legame tra le alte temperature, con la settima ondata di calore in corso, e i cambiamenti climatici e’ un dato di fatto. A determinarlo, precisa il climatologo, “è il fatto che l’aria di origine equatoriale, anzich‚ sul Nord Africa, scende sul Nord Europa, a causa del riscaldamento degli oceani che a sua volta è dovuto all’effetto serra. E’ l’aumento della temperatura di superficie degli oceani – aggiunge – a modificare la circolazione generale dell’atmosfera“.
Ferrara sostiene che “il contesto di questa estate, con ondate di calore, e’ coerente con i cambiamenti climatici. Quello che e’ certo – osserva – e’ che dal 1975 assistiamo a un continuo aumento delle temperature, che prosegue anche se meno accentuato“. Pasqui, dal canto suo, sostiene che l’Italia “fa parte del trend del global warming come altre parti del mondo” e parla di “due evidenze: innanzitutto l’aumento delle ‘anomalie positive’ in estate, quindi la maggiore frequenza di temperature piu’ alte della media; l’altra e’ l’aumento della frequenza delle ondate di calore a inizio stagione, in particolare tra maggio e giugno, e a fine stagione, tra agosto e settembre“. Per i climatologi le ondate di calore di quest’estate pongono diversi tipi di problemi pratici. “La cosa piu’ preoccupante – osserva Maracchi – e’ la mancanza di acqua causata dalla perdurante siccita‘”. Ferrara punta il dito sulla prevenzione sia delle cause dei cambiamenti climatici (quindi ridurre le emissioni di gas che alterano il clima e aumentare la forestazione) che degli effetti come la scarsita’ di acqua, l’erosione delle coste e i danni ad agricoltura e turismo. “Se interverremo sulle cause e sugli effetti – conclude – il quadro sara’ piu’ governabile ed eviteremo prevedibili catastrofi naturali“.