Nel corso degli ultimi 9 mesi la sonda spaziale Curiosity ha agito come una controfigura degli astronauti, esponendosi alle atesse radiazioni cosmiche alle quali sarebbero esposti eventuali umani in una missione verso il pianeta rosso. Il rover è stato colpito da cinque brillamenti principali ed eventi di particelle solari, come spiega Don Hassler del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado. La sonda sta fornendo dati preziosi, dal momento che è attrezzata per misurare le radiazioni spaziali. Il rilevatore, soprannominato “RAD”, conta i raggi cosmici, i neutroni, i protoni ed altre particelle in un ampio intervallo di energie biologicamente interessanti. La missione principale dello strumento sarà quella di misurare le radiazioni ambientali di Marte, ma la NASA ha assicurato che lo strumento percepirà anche quelle in rotta verso il pianeta. Curiosity si trova nel ventre della navicella, in una posizione identica a quella che occuperebbero gli astronauti. Questo significa che il rover sta assorbendo le tempeste di radiazioni allo stesso modo come farebbe un vero astronauta. Anche i supercomputer hanno difficoltà a calcolare esattamente ciò che accade quando i raggi cosmici ad alta energia e le particelle solari energetiche colpiscono le pareti di un veicolo spaziale, ma la sonda sta dando l’opportunità di misurare ciò che accade in una situazione di vita reale. Gli ingegneri inoltre stanno valutando i componenti che forniscono un’adeguata protezione, come i serbatoi di idrazina. Si tratta di studi unici che mai nessuno aveva prodotto prima d’ora. I risultati verranno pubblicati entro la fine dell’anno.